giovedì 16 ottobre 2008

Per il rev. Jackson Obama libererà gli States dal sionismo

Ieri il giornale israeliano Haaretz ha pubblicato un servizio che riprende le affermazioni del reverendo Jesse Jackson che il New York Post ha pubblicato in un articolo martedì scorso. Secondo Jackson gli Stati Uniti si libereranno di anni di controllo sionista con un’amministrazione capeggiata dal candidato presidente dei democratici Barack Obama.
Secondo quanto riportato dal giornale americano che cita il veterano leader dei diritti civili, Jackson avrebbe detto che benché “i sionisti che hanno controllato la politica americana per decenni” rimangano forti, essi perderanno gran parte della loro influenza quando Obama entrerà alla Casa Bianca.
Parlando al primo Forum mondiale della politica a Evian in Francia, Jackson - dice il Post - ha promesso “cambiamenti” fondamentali nella politica estera americana. Ha detto che il cambiamento più importante sarà in Medio Oriente, dove “i decenni in cui si sono anteposti gli interessi di Israele” avranno fine.
Jackson ha affermato che Obama “vuole una diplomazia aggressiva e dinamica” e ha criticato la gestione da parte dell’amministrazione Bush della diplomazia in Medio Oriente dicendo che “Bush era così timoroso di un caos e di turbare Israele che ha lasciato perdere l’intera faccenda”. Barack cambierà questo stato di cose “perché fintanto che i palestinesi non avranno visto giustizia, il Medio Oriente “rimarrà una fonte di pericolo per tutti noi”.
Velenosamente Haaretz ricorda che Jackson non è stato sempre un cotale energico sostenitore di Obama. In luglio, il reverendo ha chiesto scusa al senatore dell’Illinois per i commenti “volgari e offensivi” che aveva fatto su di lui dopo un’intervista rilasciata ad un corrispondente di Fox News. Parlando ad un altro intervistato senza realizzare che il suo microfono era aperto, Jackson disse allora: “Vedi, quel rivolgersi con condiscendenza al popolo nero di Barack … vorrei tagliarli i coglioni”. “Era molto privato” disse Jackson, aggiungendo che se “qualche offesa o danno aveva causato alla campagna di Obama, si scusava”.

Nessun commento:

Archivio blog