giovedì 13 novembre 2008

Attenzione a non importare nuovi disoccupati

Paolo Bassi oggi su “La Padania” intervista Federico Bricolo sugli emendamenti in tema di immigrazione che la Lega ha depositato in Senato, titolo: “Frontiere serrate per due anni”.

Frontiere chiuse agli immigrati per due anni. Lo chiede uno degli emendamenti, che la Lega Nord ha depositato al Senato e che verranno presentati questa mattina in una conferenza stampa nella sala riunioni del gruppo leghista a Palazzo Madama alla presenza di Federico Bricolo, Lorenzo Bodega, Gianpaolo Vallardi, Sandro Mazzatorta, Rosi Mauro.
È proprio il presidente dei senatori del Carroccio ad anticipare a La Padania, le principali integrazioni attraverso le quali il movimento di Umberto Bossi vuole rendere ancora più efficace il provvedimento del Governo. «L’emendamento più importante - ci tiene a sottolineare Bricolo - è sicuramente quello con il quale andiamo a chiedere la sospensione dei flussi di ingresso per due anni a partire dal 1° gennaio 2009».
Cioè, porte chiuse agli stranieri per due anni? «Esattamente. Nella richiesta, avanziamo anche la proposta di istituire presso i ministeri dell’Interno e del Welfare, una commissione tecnica chiamata a studiare l’impatto della crisi economica sull’occupazione nel nostro Paese».
In effetti, visto che chiudono le imprese, perché far entrare nuova forza lavoro... «Molte nostre aziende, purtroppo, stanno abbassando la saracinesca. Tanti cittadini italiani sono disoccupati e in cerca di un nuovo lavoro. Anche molti immigrati regolari si trovano e si troveranno nella stessa situazione. In questa prospettiva, è impensabile chiamare mano d’opera dall’estero. Meglio fermarsi due anni e studiare a fondo la situazione, per evitare di importare non lavoratori ma nuovi disoccupati, che come sappiamo sono i primi a finire nelle maglie della criminalità».
Rimanendo in tema di stranieri, la Lega vuole anche l’introduzione del permesso di soggiorno a punti «Questo correttivo è già stato inserito nel testo. Al riguardo, abbiamo presentato solo degli emendamenti tecnici che lo definiscono nei dettagli. Così come abbiamo depositato dei documenti che chiedono una “stretta” riguardo alcune leggi già esistenti, come quella che vieta di essere travisati in luogo pubblico. Vogliamo che venga applicata con rigore: non si può girare in pubblico con il volto coperto».
Durante la discussione in commissione, il relatore di maggioranza non ha accolto l’emendamento con il quale si chiede ai medici di segnalare alle autorità, dopo averli curati, i clandestini. Lo riproporrete? «Lo ripresenteremo in Aula. Riteniamo che sia più che giusto segnalare alle autorità competenti i clandestini che fanno ricorso a medici, ospedali e porto soccorsi. E in materia di sanità, abbiamo anche altre proposte...».
Quali? «L’introduzione dell’obbligo di pagamento della prestazione medica anche per gli extracomunitari, ad esempio. Inoltre, argomento in qualche modo correlato con la presenza di stranieri nel nostro Paese, chiediamo l’introduzione del criterio dei 10 anni di effettiva residenza in Italia per poter accedere alle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e uno stop più risoluto nei confronti dei ricongiungimenti familiari e dei matrimoni non in linea con il nostro ordinamento, come quelli che vengono celebrati per procura».
Ci sono novità che riguardano i sindaci e i loro poteri? «Certamente. Abbiamo presentato un ordine del giorno attraverso il quale chiediamo l’estensione di 24 ore (24+24) del fermo di Polizia locale. Questo ed altri emendamenti, amplieranno le prerogative di chi è chiamato a governare il territorio, in piena coerenza con quanto già fatto attraverso il decreto sicurezza, che ha già dato ottimi risultati, come dimostrano i tanti interventi attuati in materia di ordine pubblico da parte dei sindaci leghisti».
Il ddl si appresta quindi a completare la “rivoluzione” avviata con il decreto. «Con quanto già fatto e con quello che proponiamo ora, miriamo a limitare gli ingressi illegali, rendendo più severe le norme e più efficaci i controlli. Lo stesso permesso di soggiorno a punti, per il quale qualcuno ha già voluto polemizzare, rappresenta uno strumento utile a fare chiarezza nell’interessa di tutti, perché va ad individuare chi è immigrato nel nostro Paese ma non si vuole integrare. Gli stranieri per bene, che al contrario, vogliono far parte della nostra comunità, rispettandone le leggi, non hanno nulla di cui temere».
Tutto ciò, poi, si legherà all’introduzione del reato di immigrazione clandestina. «Con queste misure, collegate al reato di immigrazione clandestina che porterà alla certezza dell’espulsione, andremo a contrastare i clandestini sul territorio, prospettando al contempo un autentico percorso di integrazione per gli stranieri che vogliono intraprenderlo e dando nuove regole per disciplinare il comportamento di chi ha usi e costumi diversi nostri, i quali devono capire che certe pratiche non possono essere accettate dal nostro ordinamento».

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