mercoledì 12 novembre 2008

A Grillo il “vaffa” della Cassazione

Ieri è stato il Vaffa-Day per Grillo. Leggiamolo dall’articolo de “Il Giornale” intitolato “Firme insufficienti. Flop sul referendum, Grillo si becca il «vaffa». Esame della Cassazione: non viene ammesso nessuno dei tre quesiti contro l’editoria”. Vediamo il perché del comico insuccesso del sessantenne comico, attore, attivista politico e blogger, Beppe Grillo che dopo tanti spettacoli, prima in tv poi nei teatri, da qualche tempo organizza «Vaffa day» di protesta. Gli obiettivi almeno dei primi due referendum sono condivisibili, ma il referendum è un’arma inadeguata per ottenerli come la storia insegna.

Tanto rumore per nulla. Adesso invocherà la stampa di regime che ha oscurato le sue iniziative, i partiti corrotti, gli italiani costretti all’ignoranza dalle multinazionali, il bavaglio alla libera informazione. Ma il fatto è semplice ed è questo: le firme presentate da Beppe Grillo per l’approvazione dei quesiti referendari lanciati al Vaffa-Day non sarebbero abbastanza. La legge dice che devono essere almeno 500mila, ma quelle raccolte dal comico genovese sarebbero meno.
L’ufficio centrale della Cassazione si è riunito per vagliare la validità delle firme presentate per ogni quesito, perverificarne sia il numero sia l’attendibilità e, a quanto si è appreso, avrebbe rimandato a casa Grillo. Per questo motivo il coreico verrà convocato il 25 novembre per confrontarsi con i giudici sui problemi emersi nella raccolta delle firme. Utilizzando il diritto di replica previsto in questi casi per i promotori dei referendum, Beppe Grillo potrà contestare le conclusioni alle quali è giunta la Cassazione e tentare di salvare, almeno uno dei quesiti referendari.
Ma a questo punto, è più probabile che in quella sede si ufficializzerà la bocciatura del referendum promosso dal comico. Cosa chiedeva il Savonarola dell’antipolitica in quei tre quesiti? Il primo puntava sull’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, il secondo sull’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria e l’altro invece riguardava la legge Gasparri sulle frequenze tv.
Nessun commento sul blog di Beppe Grillo, sempre aggiornato per tenere informato il popolo dei grilli e i meet-up, cioè i comitati spontanei di fan del comico anti-politica. Un’organizzazione capillare sul territorio che in qualche comune ha anche proposto liste civiche per l’elezione di rappresentanti «grillini» nei Comuni. Non è servito nemmeno questo a garantire il numero necessario di firme, a quanto trapela dai dubbi del presidente Corrado Carnevale a capo della commissione per il referendum in Cassazione, che ha convocato l’ufficio centrale per informarlo sui problemi intorno al referendum.
Le firme erano state raccolte a partire dal 25 aprile, in occasione del secondo Vaffaday promosso da Grillo, e depositate in Cassazione a luglio. La questione della validità dei referendum promossi dal comico era già emersa prima del parere negativo della Cassazione. Gli esperti di diritto avevano sollevato dubbi sulla validità della raccolta firme. In particolare, l’articolo della legge che inchioderebbe Grillo è il numero 31, che dice: «Non può essere depositata richiesta di referendum nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime. Grillo ha depositato i suoi quesiti a luglio, quindi prima della scadenza dei sei mesi dalle elezioni dell’aprile 2008.

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