mercoledì 12 novembre 2008

Dopo Tremonti il nulla o quasi [1]

Ho riportato in un precedente post, ieri, l’intervento del ministro Giulio Tremonti alla Camera. Riporto oggi il resoconto stenografico dei parlamentari dell’opposizione che hanno replicato al discorso di Tremonti. In questo primo post quello di Michele Ventura, Pd. La cosa che maggiormente traspare è che i critici hanno molte parole, molte divagazioni ma poche, o nulla, proposte concrete, particolarmente nell’intervento del rappresentante del Pd che altro non sa fare se non ricorrere al nuovo oppio del popolo della sinistra, Obama.

PRESIDENTE. Darò ora la parola ad un rappresentante per gruppo per non più di dieci minuti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, signor Ministro, se mi consente, oltre all'esposizione che ha fatto in quest'Aula, mi riferirò anche ad un'intervista che è stata pubblicata non più di due giorni fa e che per la verità è ricca di suggestioni e per questo cercherò di tenerne conto.
Lei, in questa intervista, parla di un new deal globale e fa un accostamento tra il Presidente degli Stati Uniti eletto e l'imperatore Adriano.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 10,40)
MICHELE VENTURA. In qualche modo, lei lascia intendere che le risposte non possono essere viste che su scala internazionale. Sul new deal globale non abbiamo molto da obiettare, nel senso che è del tutto evidente - le riunioni internazionali che ci sono state in questi giorni lo confermano, da quella in Brasile alle prossime previste - che ci vorrà anche il concorso dei grandi Paesi emergenti, oltre ai tradizionali Paesi del G8, per organizzare una risposta alla crisi grave che incombe sul tutto il Paese.
Signor Ministro, in primo luogo vorrei dirle che questa disputa ad appropriarsi di Barack Obama non mi ha appassionato e, tuttavia, vorrei riferirmi ad un elemento che mi sembra di differenza sostanziale fra quello che è accaduto negli Stati Uniti e quello che sta accadendo da noi.
Tutti i commentatori hanno scritto che con quella elezione gli Stati Uniti hanno dato una risposta da società aperta, inclusiva, vitale e democratica. Ho trovato che il riconoscimento più significativo ad Obama sia venuto dalle parole di McCain, l'avversario sconfitto, quando ha detto: la ringrazio perché ha coinvolto ceti e gruppi che si sentivano esclusi. Una frase come questa ha bisogno del massimo della inclusione.
Qui si conferma il fatto di ciò che Krugman aveva delineato, ovvero il crearsi di un blocco progressista in una società dove l'individualismo è certo forte, signor Ministro, ma è forte anche la società civile ed è forte quell'articolazione di società civile.
Colleghi, vorrei che riflettessimo su di noi. Qui si è cercato in qualche modo di dare una risposta da parte di settori dell'attuale maggioranza basata su un individualismo populista in una società corporativizzata e questa riflessione va fatta anche osservando, ad esempio, quello che sta accadendo per le vicende di Alitalia: coloro che stanno bloccando Alitalia non sono figli nostri, ma di quella idea di corporativizzazione che risponde alla stessa logica con la quale negli anni scorsi avevamo visto molti marciare alla testa dei tassisti che si muovevano contro principi di liberalizzazione! Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Signor Ministro, va rimosso questo ostacolo di un'idea di una società corporativizzata, bloccata, dove si ragiona per piccoli gruppi. Questa è la differenza sostanziale che viene da quel voto. Dov'è l'elemento che può sembrare estraneo alla discussione che facciamo questa mattina, anche se in realtà non lo è? Non si possono costruire società nuove che accettano le sfide quando sono basate su separazioni, ghettizzazioni e paure. Occorre il contrario, ovvero la capacità di riprendere un cammino che sia in grado di dare risposte positive alle istanze che avvertono i cittadini.
Signor Ministro, non ho nessuna difficoltà a dire che la risposta che dobbiamo cercare sta in meccanismi di trasparenza e di democrazia: questo aspetto emerge dal voto degli Stati Uniti e, in momenti di crisi, non è scontato. Alle famiglie in difficoltà con i mutui, agli imprenditori in difficoltà per il credito e per ordinativi che se ne vanno, a lavoratori alle prese con il posto di lavoro e con il reddito per arrivare alla fine del mese dobbiamo tutti far sentire la vicinanza delle istituzioni e di tutti noi. Noi comunque la nostra vicinanza la faremo sentire e non è solo un fatto di un partito o di un gruppo, ma un'esigenza che attiene alla democrazia in senso generale.
Signor Presidente, tutti i Paesi si stanno muovendo per questa crisi: la Cina ha annunciato un grande intervento; nell'incontro tra Bush e Obama, quest'ultimo ha chiesto al Presidente uscente un intervento immediato, senza aspettare l'insediamento, un intervento cospicuo come quello che riguarda famiglie e imprese, per non attendere il 20 gennaio.
Lei ha annunciato questa mattina una serie di misure; direi, colleghi della maggioranza, che la discussione che stiamo facendo sulla legge finanziaria è marginale, parziale e sostanzialmente inutile. È la conferma di quanto abbiamo detto nel corso di questi giorni, infatti noi avevamo proposto di cambiare la struttura della legge finanziaria.
Continuo a pensare che sarebbe stato giusto dare immediatamente una risposta in direzione di stipendi, salari e pensioni, in direzione dei mutui a tutela dei risparmiatori (ma su questo ci saranno dei provvedimenti presentati alle Camere) e per le piccole e medie imprese, perché ciò che sta andando in sofferenza drammaticamente è l'economia reale ed è molto difficile dire a chi oggi soffre: aspettate, vedremo. Un segnale di fiducia va dato subito, dobbiamo fare in modo che emerga subito, e i nostri emendamenti spingevano in questa direzione, perché ci fosse questo aspetto per creare un clima di fiducia.
Ministro Tremonti, dalla sua intervista dell'altro giorno ho tratto una qualche spiegazione. In un quadro di estrema preoccupazione, lei a un certo punto ha fatto un'analogia con i video game, con mostri che si presentano ad ondate: si sconfigge il primo mostro, il secondo, il terzo e poi arriva il mostro dei mostri, il super mostro, ossia i derivati. Lei sostiene che è molto difficile sapere che cosa accadrà.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MICHELE VENTURA. Sto concludendo, Signor Presidente. A un certo punto il giornalista le chiede: e il Presidente del Consiglio, che si mostra ottimista? Lei risponde che Berlusconi, essendo un ottimista, è oltre. Questo «oltre» per noi è un fatto preoccupante, che cosa vuol dire? Che è già nel paradiso, nel sogno e non si occupa di quello che sta accadendo? Significa che l'incendio lo debbono spegnere altri mentre lui sta tranquillamente pescando sulle rive di un fiume azzurro in un paesaggio fiorito? È molto preoccupante.
Infine, mi lasci dire una cosa. Voi fate continuamente richiamo al patto di stabilità e ai conti. Noi lo apprezziamo, essendo stati oggetto di una campagna durissima nei mesi scorsi per aver detto che volevamo i conti in ordine. Le consiglio un atto di modestia: quando le capiterà di incontrare il suo predecessore Padoa-Schioppa gli batta sulla spalla e gli dica: professore, aveva capito prima di me l'importanza di tenere i conti pubblici in ordine (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).

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