sabato 8 novembre 2008

Gli attacchini della vergogna

Come si sa, dopo la vicenda Finocchiaro-Gasparri al Senato, di cui ho riportato in un post precedente il resoconto stenografico in corso di seduta, squadre sfasciste di attacchini hanno riempito Roma con un manifesto contro il parlamentare del Pdl. Sulla squallida vicenda, Massimo Malpica ha intervistato per “Il Giornale” Maurizio Gasparri. Il pezzo pubblicato oggi è intitolato significativamente: «Con questa strategia da Br adesso sono un bersaglio». Da leggere. E se avete tempo riguardatevi il post “Attenzione, non siamo in America”.

«Certo che ho strappato quei manifesti. Passo davanti a Giolitti, a dieci metri da Montecitorio, e mentre vado a cena vedo la mia faccia, con scritto “vergogna”, attaccata al muro. Ci mancherebbe che non li strappassi. Tra l’altro erano abusivi, ma questo è il meno. E mi sono anche preso la briga di buttarli nei cassonetti della carta, comunque». Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, è furioso per i manifesti con cui il Pd ha tappezzato la città, attaccandolo per aver detto che, forse, con l’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca Al Qaida «è più contenta».
«Una gogna mediatica. A parte che non ho certo detto che Obama è amico dei terroristi, va benissimo non condividere le mie parole - attacca Gasparri - ma una reazione così violenta e spropositata sinceramente non me l’aspettavo. Sono più stupito che preoccupato anche se è spiacevole trovarsi al centro di una strategia simile per additarmi».
Addirittura una strategia? «Certo, su questo non ho dubbi. Prima la polemica in Senato con Anna Finocchiaro, poi spuntano quei manifesti terribili, roba da Br, e peraltro so per certo che anche per l’attacchinaggio c’è stato una specie di accordo, per cui per tutta la notte gli unici manifesti affissi in città sono stati quelli. E per concludere oggi (ieri, ndr) a ora di pranzo la stessa capogruppo del Pd, dal basso delle ripetute batoste elettorali prese in Sicilia, prima alle politiche e poi alle Regionali, torna alla carica rivendicando questa aggressione stalinista e parlando di bagarre indecente, invece di fare un passo indietro. Ora sento che qualcuno del Pd annuncia non so che atto parlamentare, e non capisco che c’entri, visto che un dibattito in aula c’è già stato. Insomma, questa campagna brigatista-stalinista mi fa pensare a un piano coordinato».
Il numero due dei Pd, Dario Franceschini, ha bollato la questione manifesti come un «polverone», una mossa per coprire le polemiche su Berlusconi e Obama «abbronzato». «Ma per favore. Intanto Berlusconi è la tolleranza fatta persona, cercare di far passare per razzista quella che è stata solo una battuta di colore è già grottesco. E poi, polverone? Ma che vogliono? Li hanno stampati loro i manifesti. Non pretenderanno che mi stia pure zitto. Qualcuno nel mio partito, visto il linguaggio, ha pensato che il Franceschini autore di siffatte dichiarazioni non sia il vice di Veltroni ma l`ex terrorista, fondatore delle Brigate rosse, Alberto».
II Pd replica: anche il centrodestra in passato con i manifesti non è andato leggero. «Ma quando mai. Caustici, sì. Certamente ironici. Ricordo Visco rappresentato con i denti da Dracula, Prodi Pinocchio, o con la valigia. C’era da offendersi? Io non mi offendo quando Marcoré fa la mia imitazione in televisione. Ma in questi manifesti su di me non c’è ironia, questi manifesti mi indicano chiaramente come un obiettivo da colpire, con una logica da terrorismo. Mi ricorda la vicenda di Idalgo Macchiarini, sequestrato dalle Br e fotografato con un cartello al collo, “colpirne uno per educarne cento”».
Non sarà un paragone esagerato? «No, non in questo clima già esacerbato, in cui si riaffacciano scontri tra giovani di destra e di sinistra. E il bello è che poi ci becchiamo pure Veltroni che fa il laudatore dello scambio di complimenti tra lo sconfitto McCain e il vincitore Obama, salvo che poi il suo partito mi aggredisce in questa maniera. Alla faccia del fair play da prendere a modello. Mi chiedo quale sarà il prossimo passo. Vogliono che mi aggrediscano mentre come ogni giorno accompagno, a piedi, mia figlia alla scuola pubblica? Dobbiamo arrivare a questo? Tornare al clima degli anni di piombo? Perché la sinistra sta istigando, dice cose false, anche sulla protesta scolastica. Nessuno lo ha scritto, e non abbiamo enfatizzato l’episodio, ma qualche giorno fa il senatore Gaetano Quagliariello uscendo da Palazzo Madama è stato inseguito e preso a sputi dagli studenti che manifestavano».
Insomma, brutta aria. «Sì. Non voglio che nessuno mi dia ragione, ma rifiuto questa indicazione gappista, questa sentenza sommaria: ecce homo, colpitelo. È una strategia preoccupante, inviterei tutti a stare calmi e a mantenere le critiche nel solco della dialettica democratica. Spero solo che già nelle prossime ore qualcuno cambi strada».

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