domenica 9 novembre 2008

Obama vola alto che che ne dicano i democrat nostrani

L’incredulità che Obama non si sia incacchiato per l’abbronzatura ammirata dal nostro presidente del Consiglio pervade e permane nei media che ne hanno fatto una sorta di cavallo di battaglia per vendere qualche copia in più e dare fiato ad un Veltroni ormai sgonfiato ed arrancante nel rincorrere il tram degli eventi. A titolo d’esempio riprendo da “Il Sole 24 Ore” l’articolo, sempre di ieri, di Roberta Miraglia, dal titolo “Obama chiama Berlusconi”. L’articolo, come si vedrà , dice che sull’argomento trasformato dagli italian democrat da gossip ad affare di stato non vi è stata una sola parola. Ci mancherebbe solo che nei rapporti internazionali si scendesse a livello “barzelletta”, tuttavia il sottotitolo non manca di esprimere l’incredulità con un’allusiva strizzatina d’occhio “La telefonata, a tarda notte, dopo la gaffe sull’«abbronzatura»”, quasi a dire “ma sarà proprio cosi?”. La cosa più divertente, ma da “giornale democratico”, l’occhiello: “Sul sito del New York Times. Centinaia di italiani criticano la frase del presidente”. Semplicemente non c’entra niente con l’articolo della Miraglia, che parla dei colloqui tra Obama e i vari capi di stato. Una ripicca del titolista democrat, evidentemente. Per non smentirsi proprio del tutto.

Il presidente eletto Barack Obama ha telefonato in nottata a Silvio Berlusconi. Un colloquio per rispondere al messaggio di congratulazioni inviato dal nostro premier dopo la vittoria. Nessun riferimento alla battuta pronunciata giovedì dal premier italiano sull’«abbronzatura» del presidente eletto degli Stati Uniti, il primo afroamericano alla Casa Bianca. Nel colloquio si è parlato «di collaborazione strategica e del ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali».
Alla fine della sua prima conferenza stampa, a Chicago, da presidente eletto degli Stati Uniti, Obama ha così aggiunto il nostro premier all’elenco di nove leader europei e mondiali con i quali, tra giovedì sera e ieri, aveva parlato al telefono. Ieri mattina l’ambasciatore italiano a Washington, Gianni Castellaneta, aveva preso contatti con 1’entourage del prossimo inquilino della Casa Bianca. E parlato con Rahm Emanuel, futuro capo di gabinetto organizzando il colloquio che fa parte, è stato sottolineato, di un round di telefonate già previste.
Di simili chiamate “di cortesia”, che sono in realtà primi, importanti contatti, il neo-presidente americano ne ha già effettuate altre nove. Destinatari: i leader di Australia, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Israele, Giappone, Messico e Corea del Sud.
Tutte chiamate di ringraziamento che sottolineano, tuttavia, l’importanza che il senatore dell’Illinois attribuisce al multilateralismo. E che, soprattutto, hanno delineato il quadro dei Paesi che fanno parte del “primo giro” di relazioni internazionali del presidente eletto. Dalla lista emerge che in cima ai pensieri di Obama c’è l’Europa. Giovedì sera il senatore ha infatti chiamato il presidente francese, Nicolas Sarkozy. La Francia è presidente di turno dell’Unione europea e l’Eliseo, nel colloquio di circa mezzora, ha rassicurato il senatore di Chicago sulla volontà dell’Europa di lavorare insieme agli Usa per risolvere la crisi dei mutui augurandosi una «maggiore giustizia nella governance globale».
Di clima, Afghanistan, Iran, e ovviamente di mercati finanziari hanno parlato Obama e Angela Merkel, cancelliere tedesco raggiunta al telefono giovedì sera, come Sarkozy. Il presidente eletto ci teneva a ringraziare Berlino per l’accoglienza festosa tributatagli nel luglio scorso alla porta di Brandeburgo, quando lo accolse una folla di 130mila persone.
Le altre telefonate sono state dirette ai tradizionali alleati anglofoni degli Stati Uniti: il primo ministro inglese Gordon Brown, il canadese Stephen Harper, l’australiano Kevin Rudd. Brown ha riferito che «la nuova amministrazione vuol vedere dei progressi nella cooperazione con le istituzioni europee».
L’imminente G-20 di Washington è stato toccato nel colloquio di ieri mattina con Tokyo. Obama intende dedicare molta attenzione all’Asia e di mercati e cooperazione economica ha parlato con il premier giapponese Taro Aso. Altro argomento affrontato è stato il dossier nordcoreano: il Giappone fa parte del gruppo dei sei Paesi impegnati da anni nelle trattative per impedire a Pyongyang di dotarsi di armi atomiche. Al tavolo partecipa anche la Corea del Sud il cui presidente Lee Myung-bak ha pure ricevuto una chiamata da Chicago, ieri mattina. Infine, Obama ha messo in primo piano il tradizionale alleato in Medio Oriente, chiamando l’uscente Ehud Olmert e il vicino Messico. A Felipe Calderon il presidente eletto ha garantito collaborazione nella lotta al narcotraffico.

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