martedì 11 novembre 2008

Quei crocifissi intolleranti padani

“La Padania” ha pubblicato oggi un’intervista con il sindaco di Novara, Giordano, sulla questione del crocifisso nell’aula consiliare: «Ci attaccano per difendere il multiculturalismo». L’articolo è di Paolo Bassi.

Dispiaciuto per una polemica «volutamente pretestuosa», ma assolutamente convinto di stare dalla parte della ragione e soprattutto di avere il seguito dei cittadini «che stanno dalla parte del "pensiero forte"». Il sindaco di Novara, Massimo Giordano, difende l’iniziativa della Lega Nord di chiedere l’esposizione del Crocifisso in Aula consigliare, escludendo che il sottolineare le proprie radici cristiane possa essere un fenomeno di intolleranza. Al contrario, sostiene, «la rivendicazione della propria identità, non è affatto in contrasto con l’accoglienza».
Esattamente il contrario di quanto scrive il vostro settimanale diocesano. «Ciò che di quell’articolo va rilevato, non è il dissenso nei confronti della nostra iniziativa, ma il fatto che lo si sia caricato di toni eccessivi e fuori luogo. Essere contrari a una mozione come quella presentata dalla Lega è lecito, ci mancherebbe. A mio parere sbagliato, ma assolutamente legittimo. Qui però, se si analizzano bene le argomentazioni addotte, si è fatto di peggio, si è cercato di farla passare come una proposta non degna. Questo è inaccettabile».
Vi hanno anche, nemmeno troppo velatamente, accusato di strumentalizzare il simbolo della Croce. «A ben vedere, mi pare che sia l’esatto contrario. Il nostro movimento ha fatto una proposta sottoposta ad un democratico giudizio. Sono altri ad essersi arrogati il diritto di dire dove è giusto esporre il Crocifisso e dove non lo si dovrebbe fare...».
II documento leghista deve ancora passare al vaglio dei Consiglio. Ci sarà polemica anche in Aula? «Non me lo auguro. Mi sembra che anche il settimanale cattolico in un suo numero successivo a quello che riportava l’articolo contro di noi abbia parzialmente rivisto i suoi toni. Vedremo che piega prenderà il dibattito. Da parte nostra, posso solo dire che ci fa solo piacere si parli di certe cose, perché simili confronti aiutano a rinforzare le coscienze».
Ben venga la discussione, quindi. «Certo. Sono convinto che la gente stia dalla nostra parte. Sia schierata con il pensiero forte e non con quello debole».
Anche altre pubblicazioni cattoliche, come Famiglia Cristiana, ultimamente non hanno risparmiato strali contro il Carroccio. Per quale motivo, secondo lei? «La posizione di questa parte del mondo cattolico, è quella di voler spacciare per “accoglienza”, la politica del meticciato. Al contrario, penso che si possa essere accoglienti senza abdicare alla difesa e alla rivendicazione della propria identità. Quindi si attacca chi vuole una reale integrazione, per giustificare l’ideologia del multiculturalismo esasperato e dell’apertura indiscriminata delle frontiere».
Concetti che si conciliano bene con il Pd, che nasce dalla fusione di un partito post-marxista con la corrente di sinistra della Dc. «Non per niente, gli strali più forti, arrivano da quella direzione. Da ambienti che, a volte, non sono direttamente politicizzati, ma che si riconoscono in una ben determinata area politica».

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