giovedì 13 novembre 2008

Sciopero solipsista

Riprendo da “Libero” di oggi l’articolo siglato G.L.R. “Dopo gli incontri con il governo. La Cisl abbandona Epifani. La Cgil sciopera da sola. Bonanni si sfila sull’università, il sindacato rosso in piazza il 12 dicembre”.

Sindacato spaccato. Il governo è riuscito nell’obbiettivo di rompere l’unità sindacale sullo sciopero dell’università previsto per domani. Dopo l’incontro del ministro Mariastella Gelmini con le sigle sindacali, ad aver fatto andare su tutte le furie Guglielmo Epifani è stata una cena a Palazzo Chigi a cui sono stati invitati Cisl e Uil, ma non la Cgil. Al contempo Epifani ha proclamato uno sciopero generale per il 12 dicembre. Mentre Cisl e Ugl si sono sfilati dallo sciopero delle università previsto per domani.
La telefonata all’Ugl
«Quello che è accaduto martedì sera è gravissimo, una cosa senza precedenti», ha detto il leader della Cgil. Che aggiunge: «Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli “riservati” li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa». Anche l’Ugl non ha partecipato all’incontro, ma ha però revocato lo sciopero per domani. «Pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata», afferma il segretario Renata Polverini. Che continua: «Nel rapporto tra governo e parti sociali c’è ormai un problema di metodo, mentre gli incontri, più o meno riservati, dimostrano la necessità del dialogo. Ma l’assenza di sedi istituzionali di confronto incrina l’autorevolezza degli interlocutori e la credibilità delle decisioni prese». Polverini ha però rivelato di aver avuto un colloquio telefonico con Berlusconi nella tarda serata di martedì.
Anche la Cisl si è sfilata dalla protesta sulla scuola. «C’è stato un passo avanti che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo e il ministro Gelmini con il documento sottoscritto si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti», ha spiegato Antonio Marsilia, segretario generale Cisl Università. Dura la replica della Cgil. «Ho rispetto delle decisioni prese dalla Cisl, ma francamente non le comprendo», dichiara Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, «abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme all’incontro con il ministro Gelmini che è stato del tutto interlocutorio. Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà, vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l’impianto del decreto Brunetta».
Rottura sui ministeri
Anche la Uil, seppur su posizioni meno radicali della Cgil, critica la scelta della Cisl di sfilarsi dalla protesta. «Non si sciopera per simpatia, ma perché non si sono avute delle risposte su problemi concreti. Se entro le 12 di domani non ci saranno passi in avanti, noi aderiremo a uno sciopero che sarà un grande momento di partecipazione», osserva Alberto Civica, segretario Uil per l’università. La Cgil ha poi proclamato uno sciopero generale per il 12 dicembre, data che coincide con la mobilitazione proclamata dai metalmeccanici della Fiom. La divisione della Cgil si è poi riproposta anche sul rinnovo del contratto dei ministeriali, intesa che è stata firmata da Cisl, Uil, Confsal, ma non da Cgil, Rdb e Flp-Cse. L’intesa prevede un aumento di 70 euro per tredici mensilità. «La Cgil è stata isolata», fa notare il ministro del Welfare Sacconi, «così facendo si è sottratta alle sue responsabilità. Spero che ora riflettano».

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