mercoledì 11 febbraio 2009

I ripensamenti di Cossiga

Un altro articolo-lettera della rassegna stampa di oggi che merita il tempo di lettura è questo di Francesco Cossiga.
Da "IL TEMPO" di mercoledì 11 febbraio 2009
Caro Franceschini mai più con il Pd
di FRANCESCO COSSIGA
Caro Dario, indirizzo a te questa lettera, e non al segretario del tuo partito, l`onorevole Veltroni sia perché non credo che a motivo della diversa cultura e sensibilità, lui la comprenderebbe, sia perché ti stimo e mi sento a te legato da affetto e amicizia.Ho in comune con te la stessa matrice politico-ideologica e a te mi accomuna la stessa fede religiosa: quella della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Come ben sai, nelle ultime elezioni politiche ho votato per il Partito democratico di cui tu sei vicesegretario; prima ancora avevo anche partecipato alle "primarie" per l`elezione del segretario, non votando però per Walter Veltroni e per il ticket che ti vedeva a lui abbinato come vice-segretario, ma per il caro amico Enrico Letta. Dopo aver sempre votato per la Democrazia Cristiana, votai per il Partito Popolare, qualche volta per i Democratici di Sinistra, quando ne era segretario l`amico Massimo D`Alema.Concorsi quindi con Mastella, Buttiglione, Scognamiglio, Sanza e molti altri a fondare e a gestire un partito di transizione: l`Unione Democratica per la Repubblica.Concorsi alla costituzione del primo governo presieduto da Massimo D`Alema, che dimostrò di essere un ottimo e coraggioso premier. E questo feci nonostante che il Partito Comunista per ben tre volte: una quando fui presidente del consiglio dei ministri, due quando fui presidente della Repubblica, cercò di trascinarmi davanti alla Corte Costituzionale costituita in Alta Corte di Giustizia penale, poiché ritenni che più importante delle mie personali vicende politiche fosse l`interesse del Paese anche sotto l`aspetto della sua riconquistabile unità. Sostenni lealmente il governo Prodi fino a quando fu affossato da un abile complotto messo su da Walter Veltroni.Per un forse malinteso senso di coerenza con il mio passato di militante della Democrazia Cristiana, nella corrente della Sinistra di Base, sostenitore a suo tempo della politica berlinguerianmorotea del "compromesso storico" e poi, per unità d`intenti tra Berlinguer, Moro e Andreotti, dei governi della così detta "solidarietà nazionale", ho quindi votato nelle ultime elezioni per il Partito democratico. Certo, ho votato per il Pd perché in esso erano candidati amici che stimavo, come ancora oggi stimo: D`Alema, Bressani, La Torre, comunisti, Enzo Carra, Paola Binetti, Marini, Rutelli, ex-democraticocristiani o cattolici liberali.E poi, non me la sentivo, nonostante la mia trentennale amicizia con Berlusconi e la presenza di tanti amici liberali, socialisti e, pochi invero, ex-democratico-cristiani, come Scaiola o cattolici, quali Alfano, Bertolini, Cossiga, Lupi, Farina, Vignai e altri ancora, di votare per una coalizione elettorale che si definiva di centrodestra e che era guidata dall`innaturale ticket Berlusconi-Fini! Perché ti scrivo questa lettera? Per comunicarti, come a un giovane amico, che io non voterò mai più per il Partito democratico. Non lo farò, perché dopo la pasticciata gestione politica e partitica di Walter Veltroni, l`ex - "non comunista" del Partito Comunista Italiano, non so più per che cosa mai io abbia votato, e non so per chi e per cosa mai voterei...Non voterò mai più per il Partito democratico per le posizioni da esso assunte in relazione al caso Eluana e che considero in contrasto con le mie convinzioni più profonde di uomo in materia di vita, di uomo europeo, figlio quindi della civiltà ellenistica, romana, giudea e cristiana ancor prima che con gli insegnamenti della Chiesa cui appartengo. Non voterò più per lo scandalo che a me cristiano, avete dato la maggior parte di voi, cristiani e cattolici del Partito Democratico, voi: tu, caro Dario, i Castagnetti, i Tonini, i Ceccanti facendo vostre le tesi della maggioranza del Partito Democratico.Io comprendo le posizioni espresse a nome del Gruppo del Senato Anna Finocchiaro: lei è stata ed è comunista, la sua cultura è marxista-leninista e quindi (pseudo) scientista e positivista, e si è comportata in coerenza con le sue convinzioni di sempre; comprendo anche le posizioni dei "laico-laicisti" del Partito, in prima linea Luigi Zanda, neolaicista anche per l`«effetto-rimbalzo» dell`essere stato un tempo cattolico militante e dirigente di una delle più conservatrici e ortodosse organizzazioni cattoliche laicali: le Congregazioni Mariane.Per chi voterò? Anzitutto non so se quando si svolgeranno altre elezioni, io sarò ancora vivo: gli ottant`anni e i nove interventi chirurgici subiti, pesano! E poi, ci penserò!
Con cara amicizia
Francesco Cossiga

Una lezione di laicità

Una lezione di laicità di notevole spessore viene oggi da un articolo di Marcello Pera su "La Stampa": «La religione della Costituzione». È un testo su cui riflettere che smantella tutte le affermazioni dei laicisti e dei sostenitori dell'eutanazismo che hanno popolato i media nei giorni scorsi ed oggi pretendono il silenzio sulle loro lacrime di coccodrillo. È un testo che andrebbe riprodotto e volantinato.
LA RELIGIONE DELLA COSTITUZIONE
di MARCELLO PERA
Per decidere sul caso Eluana e sui molti altri simili se sia lecito togliere alimentazione a un individuo in coma permanente tutti si sono appellati all`art.32 della Costituzione. Ho ragione di credere che non sia stato letto con attenzione, perché quell`articolo, assieme a quelli che lo sostengono, porta a concludere esattamente nel senso opposto a ciò che è accaduto. L`art.32 fissa tre punti. Primo: esiste libertà di scelta della terapia o di rifiuto delle cure: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». Secondo: la libertà terapeutica può essere regolata per legge: «... se non per disposizione di legge». Terzo: qualunque legge sulla libertà terapeutica o di rifiuto delle cure ha limiti invalicabili: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona». A questi limiti invalicabili la nostra Costituzione dà più di un nome, tutti con significato equipollente: all`art.32 il nome del limite è la «persona umana», all`art.41 il nome è la «dignità umana». E poi c`è 1`art.2, che apparentemente nessuno legge più. E così lapidariamente bello l`inizio di questo articolo che conviene citarlo: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell`uomo».Sono parole e concetti pesanti. Se la Repubblica questi diritti li «riconosce», allora essa non li crea: esistono prima della Repubblica stessa, indipendentemente dallo Stato, anteriormente allo Stato. Se sono «inviolabili», allora nessuno li può toccare né può disporne: né il malato, né i suoi congiunti, né la magistratura, né il Parlamento. E infine se sono diritti «dell`uomo», allora competono a lui in quanto uomo, sono propri della sua essenza di uomo, innati nella sua natura umana.Il problema che i casi Eluana ci pongono è: togliere alimentazione a un malato terminale viola il diritto intoccabile alla vita e alla dignità dell`uomo? Alcuni rispondono: no, non lo viola perché quella non è più vita e non ha più dignità.Ma è un errore. Il malato terminale, quell`individuo in coma permanente che non ha più plausibili speranze di riprendersi, è ancora una persona, ha ancora la sua intrinseca dignità. Perché è soggetto dell`attenzione di chi lo cura e assiste, il quale soffre con lui e per lui. Perché emana affetto, chiede pietà, reclama solidarietà, instaura una relazione di comunità fra sé e noi. Perché è un uomo simile a noi, anche se le sue condizioni sono disperate. Ma allora, se costui è un uomo, è protetto dall`art.2 della Costituzione sui diritti dell`uomo: il suo diritto alla vita è intoccabile e non gli si può negare alimentazione.
Altri dicono: togliere alimentazione è sì provocare la morte, ma questo lo si può fare per rispetto alla sua «libertà personale». Anche questo è un errore: togliere alimentazione è togliere la vita e togliere la vita è togliere il presupposto stesso della dignità dell`uomo. Ma questo è proibito proprio dall`art.2 della Costituzione. E poi: che razza di concetto è mai questo della «libertà individuale»? Che cosa vuol dire libertà? Vuol dire arbitrio, discrezionalità sconfinata, licenza capricciosa, gratuita, illimitata? Può esserci libertà senza responsabilità e perciò senza limiti? Ancora un errore.Ecco allora che la Costituzione ci offre gli strumenti giuridici e culturali per trattare i casi Eluana. Non occorre invocare la religione, né rivolgersi alla Chiesa, né ancor meno occorre la supponenza di insegnare alla Chiesa come essere Chiesa. Ai laici autentici è sufficiente la religione dell`art. 2: tutti gli uomini sono uguali in dignità e hanno gli stessi diritti inviolabili rispetto alla loro dignità. Certo, i laici autentici sanno qual è il nome della religione dell`art.2 della Costituzione. È il cristianesimo. E sanno che senza il cristianesimo non ci sarebbe mai stato l`art.2. I laici anticristiani si dimenticano invece sia il nome che la cosa. Perciò chiedono che sia autorizzata la morte, perciò sollecitano che sia interrotta l`alimentazione, perciò polemizzano contro la Chiesa. Altro grave errore.Ai laici sinceri, ripeto, basta la religione dell`art.2, la sua intangibilità. Chi vuole disfarsi anche di questa pietra miliare per assecondare la «libertà individuale» non è solo fuori della pietà cristiana, è - e ciò per un Parlamento laico conta assai di più - contrario alla Costituzione italiana.

Le iene della democrazia

Le iene della democrazia, dopo aver spolpato della vita il corpo di Eluana ora chiedono con il loro falso pietismo il silenzio. Invece è il momento di parlare, di discutere di dibattere, di ricordare ed alimentare il ricordo di un atto disumano che rappresenta un segno epocale della barbarie a cui ci ha portato un falso progressismo che al dunque mostra la sua vera faccia di nichilismo culturale dietro la maschera di una finta solidarietà verso i più deboli. Questa gente ha ucciso, nel loro piccolo o nel loro grande hanno contribuito a far sì che per Eluana non vi fosse alcuna moratoria per la sua condanna a morte. A questa gente, radical chic che si riempiono quotidianamente la bocca di un "nessuno tocchi Caino" perché tanto Caino non li tocca, tocca gli altri, la gente della strada che non calca palcoscenici mediatici e passerelle borghesi, bisogna gridare forte nelle orecchie quotidianamente, 365 giorni all'anno, "Nessuno tocchi Abele!". Un coro di disprezzo, un "Vergognatevi" che deve risuonare nelle loro coscienze sempre e dovunque. Di seguito riporto due articoli di ieri (li si ritrova nella rassegna stampa, ma qui hanno maggiore visibilità) cominciando con l'editoriale di Avvenire.
NON MORTA, MA UCCISA
ADESSO PERO VOGLIAMO SAPERE TUTTO
di Marco Tarquinio
Eluana è stata uccisa. Davanti alla morte le parole tornano nude. Non consentono menzogne, non tollerano mistificazioni. E se noi - oggi - non le scrivessimo, queste parole nude e vere, se noi - oggi - non chiamassimo le cose con il loro nome, se noi - oggi non gridassimo questa tristissima verità, non avremmo più titolo morale per parlare ai nostri lettori, ai nostri concittadini, ai nostri figli. Non saremmo cronisti, e non saremmo nemmeno uomini.Eluana è stata uccisa. Una settimana esatta dopo essere stata strappata all'affetto e alla «competenza di vita» delle sorelle che per 15 anni, a Lecco, si erano pienamente e teneramente occupate di lei. In un momento imprecisato e oscuro del «protocollo», orribile burocratico eufemismo con il quale si è cercato di sterilizzare invano l'idea di una «competenza di morte» messa in campo, a Udine, per porre fine artificialmente ai suoi giorni.Eluana è stata uccisa. E noi osiamo chiedere perdono a Dio per chi ha voluto e favorito questa tragedia. Per ogni singola persona che ha contribuito a fermare il respiro e il cuore di una giovane donna che per mesi era stata ostinatamente raccontata, anzi sentenziata, come «già morta» e che morta non era. Chiediamo perdono per ognuno di loro, ma anche per noi stessi.Per non aver saputo parlare e scrivere più forte. Per essere riusciti a scalfire solo quando era troppo tardi il muro omertoso della falsa pietà. Per aver trovato solo quando nessuno ha voluto più ascoltarle le voci per Eluana (le altre voci di Eluana) che erano state nascoste. Si, chiediamo perdono per ogni singola persona che ha voluto e favorito questa tragedia. E per noi che non abbiamo saputo gridare ancora di più sui tetti della nostra Italia la scandalosa verità sul misfatto che si stava compiendo: senza umanità, senza legge e senza giustizia.Eluana è stata uccisa. E noi vogliamo chiedere perdono ai nostri figli e alle nostre figlie. Ci perdonino, se possono, per questo Paese che oggi ci sembra pieno di frasi vuote e di un unico gesto terribile, che li scuote e nessuno saprà mai dire quanto. Con che occhi ci guarderanno? Misurando come le loro parole, le esclamazioni? Rinunceranno, forse per paura e per sospetto, a ragionare della vita e della morte con chi gli è padre e madre e maestro e amico e gli potrebbe diventare testimone d'accusa e pubblico ministero e giudice e boia? Chi insegnerà, chi dimostrerà, loro che certe parole, che le benedette, apodittiche certezze dei vent'anni non sono necessariamente e sempre pietre che gli saranno fardello, che forse un giorno potrebbero silenziosamente lapidarli. Ci perdonino, se possono. Perché Eluana è stata uccisa.Sì, Eluana è stata uccisa. E noi, oggi, abbiamo solo una povera tenace speranza, già assediata - se appena guardiamo nel recinto delle aule parlamentari - dalle solite cautelose sottigliezze, dalle solite sferraglianti polemiche.Eppure questa povera tenace speranza noi la rivendichiamo: che non ci sia più un altro caso così. Che Eluana non sia morta invano, e che non muoia mai più. Ci sia una legge, che la politica ci dia subito una legge.E che nessuno, almeno nel nostro Paese, sia più ucciso così: di fame e di sete.Ma che si faccia, ora, davvero giustizia.Che s'indaghi fino in fondo, adesso che il «protocollo» è compiuto e il mistero di questa fine mortalmente c'inquieta.Non ci si risparmi nessuna domanda, signori giudici. Ci sia trasparenza finalmente, dopo l'opacità che ci è stata imposta fino a colmare la misura della sopportazione. E si risponda presto, si risponda subito, si risponda totalmente. Come è stata uccisa Eluana?
Il secondo articolo è quello di Michele Brambilla su "Il Giornale":
L`HANNO UCCISA
di Michele Brambilla
Eluana Englaro è morta ieri sera poco dopo le otto. La morte ha un potere tremendo, che è anche quello di far apparire di colpo futili, ignobili, vane («vanità della vanità» dice la Bibbia) tante nostre passioni, litigi, divisioni. Ma ha anche il potere di essere terribilmente reale, vera, tangibile pur se si tratta di un vuoto: così che all`improvviso tutti i discorsi fatti prima appaiono per quello che erano: teoria, astrazione, a volte inganno. Per settimane abbiamo parlato tutti di un qualcosa di cui abbiamo preso coscienza soltanto quando è davvero accaduto.Eluana Englaro è morta, e se non fosse una tragedia farebbe sorridere l`ipocrisia di una cronaca d`agenzia letta ieri sera subito dopo il fatto: «Eluana Englaro ha cessato definitivamente di vivere», come se si potesse cessare di vivere anche non definitivamente.Arzigogoli verbali per sostenere, ancora una volta, una tesi, e cioè quella secondo cui Eluana era già morta, almeno un po`, diciassette anni fa, e adesso è morta del tutto.Ma come dicevamo la morte ha il potere di farci sbattere il muso contro la realtà. Solo ieri sera abbiamo fatto i conti davvero con la fine di Eluana. Quanti discorsi si sono rivelati grotteschi.Quello ad esempio del «vegetale»: ieri sera è morta una persona, non una pianta. Una persona privata di quasi tutto: ma una persona il cui valore e la cui dignità non erano inferiori di un nulla rispetto al più forte e il più sano degli esseri umani.Il Vaticano ha invocato il perdono di Dio per coloro che hanno deciso di accelerare il corso della natura. Noi più modestamente speriamo che un Dio esista, e che Eluana ora sia fra le sue braccia, godendo finalmente di una felicità che qui sulla terra un destino malvagio le ha negato.Se così fosse, non c`è dubbio che Eluana sta meglio adesso.Eppure noi ci siamo battuti contro questo epilogo, che riteniamo un grave errore. Non abbiamo certezze sulla vita e sulla morte, Ma proprio per questo abbiamo pensato che nessuno le possa avere: e nell`incertezza, nel dubbio, noi crediamo che non spetti all`uomo porre fine alla vita di un altro uomo.Non raccontiamoci bugie sul rispetto della volontà di Eluana: chiunque capisce che è impossibile ricostruire una volontà su testimonianze tanto farraginose, su mezze frasi (forse) pronunciate in un`età in cui tutto urla per la vita, e nulla induce a riflettere sulla morte. Che la morte procurata alla «Quiete (un nome che d`ora in poi sarà imbarazzante esibire) sia stata voluta da Eluana, è una pietosa bugia per coprire la scelta di un uomo disperato che non ce la faceva più, e che aveva certamente mille motivi per non farcela più.Abbiamo anche pensato, e continuiamo a pensarlo, che troppi lati oscuri rendono inaccettabile una morte così. Le modalità, intanto: per fame e per sete, un`agonia atroce come quella di Terri Schiavo. L`illegalità, perché bisogna avere gli occhi, anzi la ragione bendata per non riconoscere che i giudici della Corte d`appello di Milano hanno autorizzato qualcosa che non è previsto dalla legge, travalicando il loro potere costituzionale.La sorprendente iniziativa del presidente Napolitano, che oggi molti considerano vittima di un attacco istituzionale da parte del governo, e che invece si è reso lui protagonista di un atto senza precedenti, e cioè l`invio di una lettera di bocciatura preventiva a un decreto non ancora emesso. La strumentalizzazione politica da parte di molti, e per favore non diciamo che tra gli strumentalizzatori ci sono anche coloro che hanno preso decisioni disapprovate dalla stragrande maggioranza degli italiani.Può darsi che noi avessimo torto, e che gli altri avessero ragione.Però, siccome come dicevo la morte ha il tremendo potere di metterci di fronte alla realtà, ci chiediamo: se aveva ragione chi la pensava diversamente da noi, perché adesso non esulta? Se davvero impedire la morte era «una violenza inaudita», come abbiamo letto, perché ora nessuno gode della fine di questa violenza? E coloro che parlavano della «battaglia di Beppino Englaro» hanno ora il coraggio di dire e di scrivere «Beppino Englaro ha vinto la sua battaglia»? Dov`è la vittoria, nella morte? «Lasciatemi solo», ha detto ieri sera il povero papà di Eluana. Resterà solo, resterà. Certo non troverà consolazione tra coloro che l`hanno utilizzato per sfondare una porta, per creare un precedente, per far sì che l`uomo sia sempre più padrone della vita propria (illusione: nessuno è padrone della propria vita) e di quella degli altri. Vedremo, fra qualche anno, se non sarà così.Se dai diciassette anni di coma non si passerà ai diciassette mesi o diciassette giorni; se non si dirà che in fondo anche l`Alzheimer è uno stato di totale incoscienza, e così via. È un film che abbiamo già visto con l`aborto. Si è partiti dai casi limite - le gravidanze per stupro, le gravissime malformazioni - e si è arrivati a totalizzare più di cinque milioni di aborti legali, solo in Italia, in trent`anni.Se davvero la battaglia dì Beppino Englaro era per il suo bene, dov`è ora il suo sollievo? Dove la sua pacificazione? Non pretendiamo di entrare in quel che sta provando ora. Ma che sia sereno e sollevato, non ci crediamo neppure un po`. Fra i poteri tremendi della morte c`è anche quello di svelare, di colpo, un inganno. Lasciamolo solo come lui ci chiede, quest`uomo così sfortunato. Ne ha il diritto. Ma certamente un giorno, forse molto presto, la solitudine non gli basterà più, sarà lui a cercare qualcuno che lo possa capire, accogliere, amare. E guardate, magari ci sbaglieremo, ma secondo noi questa compagnia non la troverà fra coloro che lo hanno tanto spalleggiato in questi anni, assecondandolo e a volte usandolo. Più facile, molto più facile, che la troverà tra quelle suore misericordine che Eluana l`hanno accudita e amata per diciassette anni, senza chiedersi che cosa dice la Costituzione, senza chiedersi dove comincia e dove finisce una persona.

martedì 10 febbraio 2009

Si negherà ad Eluana anche un normale funerale?

Da una Adnkronos delle 15.00: «Secondo quanto si è appreso da don Tarcisio Puntel parroco di Paluzza, il paese in provincia di Udine in cui è nato Beppino Englaro, la volontà del padre di Eluana sarebbe quella di cremare la figlia e seppellirne le ceneri nel cimitero locale dopo una semplice benedizione in forma strettamente privata». Eluana, insomma, non merita neppure un funerale normale. Troppo tristemente squallido, se così fosse, veramente troppo.

Non solo disprezzo. Boicottiamo il partito della morte

L'incipit di questo post è l'articolo di ieri su "Il Foglio" di Giuliano Ferrara: «CHE BRANCO DI MASCALZONI QUESTI GENTILUOMINI CHE SI DICONO LAICI». Ecco il testo:
Ci dicono pagani, golpisti, sfruttatori del dolore, mestatori nel torbido, autori di uno scempio. Questi che si dicono laici e che sono soltanto relitti del vecchio familismo amorale degli italiani, specie quando recitano il coro vomitevole di papà Beppino e di una nichilistica libertà di coscienza per giustificare l`eliminazione fisica di una disabile, una esecuzione degna dei nazisti.
Secondo loro, un piccolo popolo che ha finalmente trovato a Udíne un boia asettico e clinico, saremmo noi a usare il corpo di Eluana. Noi che lo vorremmo in pace, quel sinolo di anima e corpo che appartiene a una cittadina adulta e titolare del diritto alla cura e alla vita; loro che lo hanno sequestrato alle suore misericordine di Lecco e lo hanno gettato in una tetra stanza dove decine di volenterosi carnefici piagnoni lo affamano e lo assetano in reverente obbedienza a una sentenza definitiva. Alla faccia della moratoria contro la pena di morte, quel grido ipocrita della società abortista ed eutanasica ed eugenetica, quel gesto simbolico invocato contro le sentenze definitive di condanna a morte che ora viene rimproverato a noi, che vogliamo una moratoria anche per la Englaro, da questi sepolcri imbiancati.
Sarebbe il governo a fare un colpo di stato contro la Costituzione e il diritto. Bugiardi che non sono altro, calunniatori e mistificatori: è un quindicennio che i Defanti e i Mori e gli altri paranoici dell`eutanasia, insieme con i tiepidi testamentari biologici, fanno campagna sul corpo di Eluana Englaro.
Una campagna disgustosa. Atrocemente sentimentale. Una campagna pubblica dissimulata nelle sordide cautele della pietà privata simulata. Che fa leva sulla paura della gente, sul pregiudizio ignorante in materia di disabilità, sulla spregevole indifferenza verso la carnalità pulsante, respirante, anelante della vita umana, quell`indifferenza morale che si dispiega nella società che loro amano, quella dell`aborto, dell`eugenetica, della distruzione della vita per migliaia e milioni di embrioni, dei protocolli che uccidono i down come le spine bifide.
Lo avevamo detto, con il professor Ratzinger, che in questo secolo si giocherà sulla vita la battaglia della ragione e del buonumore.
Non pensavamo che ci saremmo trovati tanto presto, a queste tristi latitudini, di fronte a un protocollo costituzionale di morte per disidratazione. Non pensavamo che una generazione postideologica sarebbe rifluita tanto facilmente negli imperativi dell`etica nullista, e che questo vecchio popolo di sinistra sfregiato dalla distruzione della vita, della famiglia, della maternità, del sesso, dell`amore coniugale, dell`educazione, della cultura e della cura sarebbe riuscito a imporre una cappa di consenso coatto, totalitario, tale da portare in piazza gente che lotta contro la carità cristiana e la laica cura ippocratica dei malati, e che si prosterna di fronte all`idolo della morte. È un orrore funesto assistere a questa immonda accademia, uno schifo senza speranza.
Sempre su l'Unità di ieri in prima pagina troviamo la lista (parziale) di questi gentiluomini, almeno di quelli più in vista nell'ambito politico-culturale del nichilismo radical-chic, questa:
Furio Colombo, Umberto Eco, Pietro Ingrao, Umberto Veronesi, Ignazio Marino, Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Nicola Piovani, Andrea Camilleri, Evelina Christillin, Carlo Lucarelli Gustavo Zagrebelsky, Ottavia Piccolo, Rita Levi Montalcini, Dario Fo, Franca Rame, Antonio Tabucchi, Moni Ovadia, Pedrag Matvejevic, Pierre Moscovici, Enrique Baràn Crespo, Martin Schultz, Ana Colombo, Sofia Gandarias, Giorgio Ruffolo, Claudio Rossoni, Chiara Saraceno, Luigi Manconi, Vittorio Lingiardi, Gianfranco Pasquino, Sergio Givone, Luciano Canfora, Giuseppe Vacca, Ermanno Rea, Salvatore Natali, Stefano Rodotà, Corrado Vivanti, Pino Arlacchi, Maurizio Chierici, Vincenzo Consolo, Giovanni De Luna, Margherita Hack, Raffaele Simone, Eugenio Finardi, Samuele Bersani, Giancarlo De Cataldo, Tiziana Pomes, Luca Formenton, Dacia Maraini, Massimo Salvadori, Rosario Villari, Maurizio Mori, Marco Simoni, Mario Riccio, Vincenzo Cerami, Clara Sereni, Citto Maselli, Marco Baliani, Ascanio Celestini, Paolo e Vittorio Taviani, Gino Strada, Federica Musetta, Luca De Zolt, Sandra Bonsanti, Giovanni Bachelet, Cesare Romiti, Sergio Staino, Lidia Ravera, Luigi Cancrini, Nicola Cacace, Sergio Chiamparino, Leonardo Domenici, Alessandro Cosimi, Salvatore Bragantini, Nando Dalla Chiesa, Bruno Tabacci, Claudio Fava, Paola Concia, Sandro Veronesi, Miranda Martino, Vincenzo Vita, Giuseppe Giulietti, Silvia Ballestra Fabio Bocci, Simonetta Selacone, Sofia Toselli, Federico Orlando, Tommaso Fulfaro, losefa Idem, Marco Bellocchio, Ennio Morricone, Marco Rossi Doria, Paolo Pietrangeli, Massimo Costantini, Giuseppe Provenzano, Claudio Santamaria, Tonino Guerra, Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati, Maya Sansa, Fabrice Scott, Mario Morcellini, Armando Cossutta, Lucia Cocco, Darwin Pastorin, Cristina Comencini, FrancescoZizola, Marco Delogu, Corrado Augias, Flavio Soriga, Paolo Flores d`Arcais, Ugo Gregoretti, Letizia Battaglia, Marco Paolini, Gabriella Cremonesi, Elena Simonetti, Anna Maria Briglia, Lugi Boccadoro, Vittone Maggiorino, Gaetano, Vasco Innocenti, Fausto Fava, Nicola Iacovino, Umberto Caluri, Valeria Tosi, Emilio Zilla, Federico Marica Lodola, Adriana Savio, Cataldo Lobascio, Bernardino Adamini, Anna Maria Briglia, Piera Ronchi, Marino Maria, Enrico Andreoli, Flavia Romiti, Enrico Giannelli, Nicolao Merker, Dario Danni, Michele Corda, Elena Schlein, Lucio Misso, Nadia Funari, Giancarlo Poggi, Ezio, Guido Borgianni, Paolo Piseri, Francesco Marin, Luca Magnavacchi, Bernardo Gabriello, Mauro Fuggetta, Claudio Piovesana, Luca, Emiliano Spaziani, Giorgina Rigotti, Patrizia Pontis, Leonardo Magini, Leonardo Magini, Otello Rossini, Paola Mazzei, Luca Magnavacchi, Cesare Moretti, Marino Maria, Marino Maria, Fausto Giulianini, Riccardo Sangermano, Vincenzo Cappello, Vasco Innocenti, Gianni Pacella, Mario De Luca, Graziano Damele, Franco Gauzzi, Federica Bellagamba, Maria Luisa Vannini, Angela Gaudioso, Giuliana Nocentini, Eleonora Bruni, Sergio Flamigni, Lotti Emilia, Erica Berti, Alessandro De Lillo, Edgardo Bertulli, Lina Da Ros, Francesca Cova, Filippo Valentini, Simone Meazza, Morzaniga Alfredo, Fiorino Silvestrucci, Daniela Pizzicoli...
Molti di questi signori sono gente dello spettacolo, facitori di libri, giornalisti... Cominciamo a farci sentire anche noi a dire loro basta, ci avete rotto con la vostra supponenza di essere i soli depositari della verità vera. Il modo per farci sentire è semplice: boicottiamoli! Non andiamo più a vedere i loro spettacoli o i loro film, non compriamo più i loro libri, non compriamo più i giornali sui quali scrivono, giriamo canale ogni qualvolta compaiono sullo schermo televisivo. Siamo liberi di farlo. Facciamolo per dimostrare così tutto il nostro disprezzo per la loro disumanità.