sabato 8 novembre 2008

Le mani della sinistra su scuola e università

La mia personale rassegna stampa di oggi inizia con un articolo pubblicato da “Il Mattino”. È l’intervista raccolta da Gerardo Ausiello al vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera dei deputati Italo Bocchino, i cui contenuti sono sintetizzati da questo titolo: «Sinistra schizofrenica, fa demagogia». Ecco il testo:
«Sull’istruzione la sinistra ha un atteggiamento schizofrenico», È durissimo il giudizio di Italo Bocchino, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera dei deputati, che dal Parlamento sta lavorando al fianco del ministro Mariastella Gelmini.
In che senso schizofrenico? «Quando bisogna discutere delle riforme di Scuola e Università nelle sedi istituzionali, l’opposizione scatena una battaglia senza esclusione di colpi contro ogni privatizzazione e in favore di un’istruzione pubblica. Poi, però, convoca gli stati generali, non invita il ministro e presenta contenuti demagogici».
L’assessore Corrado Gabriele ha invece difeso lo «spirito propositivo» dell’iniziativa. «Gabriele sa benissimo chele proposte si fanno nei luoghi opportuni. Innanzitutto il Parlamento, dove però la sinistra non ha i numeri. E poi nella conferenza unificata tra Stato, Regione ed enti locali».
Il confronto non c’è stato? «Il punto è che si preferiscono le passerelle, utili a confondere le acque e a distruggere tutto ciò che di buono fanno gli altri».
Ma in piazza sono scesi migliaia e migliaia di studenti... «Proteste incomprensibili. Evidentemente non conoscono la riforma, non l’hanno capita o si lasciano influenzare».
Troppi tagli, dicono. «Questa è l’idea che si è fatta passare. Purtroppo i giovani si sono lasciati strumentalizzare».
E allora qual è la realtà? «Il nostro provvedimento colpisce le baronie, stanzia più risorse per l’Università e le residenze degli studenti, crea maggiori spazi per i giovani ricercatori. D’ora in avanti, inoltre, ci sarà la copertura per tutte le borse di studio».
Oggi non è così? «Attualmente gli aventi diritto ammontano a 180mila, in realtà solo 40mila ne hanno accesso proprio per mancanza di fondi».
Eppure per chi manifesta quella della Gelmini non è una riforma. «Ribadisco che siamo di fronte a una manovra della sinistra che ha messo decenni fa le mani su Scuola e Università, da cui cerca di controllare la cultura e persino i valori. Per questo alla fine le proteste si risolveranno in un fuoco di paglia».
Andrete avanti nonostante tutto? «Il decreto sulla scuola, che fissa le linee guida, è già legge. Nel merito la Gelmini avvierà una discussione aperta a tutti, da cui scaturiranno alcuni ddl da approvare in Parlamento. Anche sull’Università il confronto è partito».
Lei e i suoi colleghi del Pdl andrete nelle scuole e negli Atenei a spiegare i contenuti della rivoluzione? «Lo faremo quando ci saranno le condizioni, ora non vogliamo prestare il fianco a chi vuole solo scatenare il caos».
E se le occupazioni continuassero? «È legittimo protestare, ma a patto che non si oltrepassino certi limiti. Non è possibile, infatti, che 100 manifestanti condizionino la vita di 2mila studenti. Non accetteremo mai la dittatura della minoranza».

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