lunedì 4 ottobre 2010

Confutatio

Domani sarà il tempo di valutare i nuovi rilanci in un dibattito infinito. Un ultimo spazio al dibattito sulla fiducia, comunque, va riservato per raccogliere ciò che non sempre trova spazio sui giornali di gossip politico antiberlusconiano e cioè le ragioni della controparte. Mal si comprende perché ad esso non si dà analogo risalto, per far meglio comprendere, per far riflettere il lettore sulla realtà «reale» e non virtuale. Perché spesso, troppo spesso si preferisce disegnare un mondo virtuale dove Berlusconi è il male e gli altri sono gli «angeli» del bene. Tanto angeli che, chissà perché, quando riescono a governare fanno più danno, molto di più di quanto sia imputato quotidianamente al Cavaliere in una sorta di unisono senza sfumature: «Silvius delendus est».
A stretto giro di posta, per così dire, intervenendo dopo al segretario democrat Bersani risponde, nella sua dichiarazione di voto per conto del Pdl, Fabrizio Cicchitto. E non è tenero: «Signor Presidente, onorevoli colleghi, sgombriamo subito il campo da due questioni. Le elezioni, dopo quelle del 2006, sono state rifatte nel 2008 perché voi del centrosinistra siete implosi ed esplosi e ci avete lasciato varie eredità, fra cui Napoli. Quindi, non potete dare lezioni se non su un punto, che riconosciamo: che bisogna fare ogni sforzo per non essere simili a voi. Se lo diventiamo, cominciano i guai. E, paradossalmente, anche in questi giorni di travaglio del centrodestra il centrosinistra si è diviso, e in modo profondo, addirittura sul piano strategico. Altro che pagine vecchie e pagine nuove! Allo stato il centrosinistra non è un'alternativa. Spera solo di poter usufruire di una insperata opportunità in seguito a errori o a divisioni intervenute nel centrodestra e questo deve servire di lezione a tutti noi».
E continua: «Il centrosinistra non può darci lezioni neanche su un altro piano, quando parla di compravendita dei parlamentari. Gli onorevoli Franceschini, Letta e Bersani sono come gli smemorati di Collegno: dimenticano quello che avvenne nella parte finale della legislatura 1996-2001, quando cadde il Governo Prodi e si diede vita al Governo presieduto dal primo comunista o post comunista nella storia del nostro Paese, l'onorevole D'Alema. Quell'avvenimento nacque in seguito al passaggio al centrosinistra di circa trenta deputati e senatori eletti nelle liste del centrodestra. Una parte di coloro, onorevole Bersani, venne ricompensata con cariche di ministri e di sottosegretari. Allora anche in quel caso ci fu un indegno mercato e una compravendita di deputati? Al contrario, a suo tempo la manovra fu esaltata come una grande operazione politica. Siamo, come al solito, sul terreno dell'esercizio più sfacciato dei due pesi e delle due misure, cosa che ostacola anche ogni serio confronto politico e programmatico. Noi, invece, ci siamo presentati in questo confronto in modo costruttivo e, se qualcuno vuole mandarla in barzelletta, credo che i telespettatori potranno misurare la serietà delle forze in campo».
Appunto, Cicchitto coglie che basta un solo cabarettista, Bersani. Seguirlo su quella strada significherebbe dargli un'importanza immeritata: «Sulla base del discorso fatto oggi dal Presidente Berlusconi, che ha parlato al Parlamento e al Paese e ha identificato alcuni nodi politico-programmatici essenziali, noi siamo impegnati ad assicurare la governabilità in un momento assai difficile per l'economia mondiale, una governabilità finalizzata alla modernizzazione della società e dello Stato. In questo senso raccogliamo anche in termini positivi gli appelli che vengono dalla Chiesa e dal mondo industriale. Il Presidente Berlusconi ha parlato anche sulla base del fatto che in questi due anni, e anche in questi ultimi mesi, il Governo ha lavorato molto intensamente. Ricordiamo la messa in sicurezza dei conti dello Stato, le prime modifiche al mercato del lavoro, gli interventi di emergenza in Campania ed in Abruzzo, il federalismo fiscale, la riforma della scuola e dell'università. Non è colpa del Ministro Gelmini se gli avete lasciato un'eredità disastrosa innanzitutto sul terreno dell'assunzione dei precari».
E centra la questione, che affossa, questa sì, il «meraviglioso» rimbrottare di Bersani: «Onorevole Bersani, mi sembra che in tutti i suoi interventi in questo Parlamento lei si dimentichi di un piccolo dato, di un piccolo elemento che purtroppo ha caratterizzato la vita politica, economica e sociale di questo Paese, ossia il fatto che noi abbiamo vissuto ben due crisi economiche e finanziarie internazionali, prima quella degli Stati Uniti e poi quella derivante dalla Grecia. Questo ci ha creato dei problemi, ha creato dei problemi ad un Paese con questo debito pubblico. E se noi avessimo seguito la vostra strada, che era quella di fare un punto di PIL in debito, oggi saremmo vicini alla Grecia e non in una situazione di difesa dell'economia del nostro Paese. Tutto ciò ed i valori politici che hanno unificato il centrodestra e che ci hanno consentito di vincere per la terza volta le elezioni giustificano adesso il tentativo di superare polemiche e contraddizioni, di governare per altri tre anni in presenza delle difficoltà economiche internazionali e di problemi interni che, come la bassa crescita, la bassa produttività, la stessa alta pressione fiscale, non sono responsabilità dell'attuale Governo ma, se andiamo a vedere le cifre, sono storicamente punti critici del sistema economico italiano fin dagli anni Novanta, peggiorati da alcune finanziarie (come quella famosa del Governo Amato) e che richiedono, quindi, un impegno di medio-lungo periodo per essere affrontati e superati».
E quindi passa alla questione della tanto strumentalizzata crisi del centrodestra: «Abbiamo allora il diritto-dovere di fare ogni tentativo anche per superare contraddizioni e polemiche interne al centrodestra. Il Presidente Berlusconi ha rilevato che "in questi giorni l'immagine che dà di sé la politica è molto peggio del teatrino di sempre". Anche il centrodestra, purtroppo, in alcuni momenti è stato coinvolto in questa realtà negativa. Oggi il senso di questo dibattito è quello di fare ogni sforzo per superare questa situazione e ciò può avvenire a condizione che ci sia il concorso di tutti. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dell'onorevole Moffa e dell'onorevole Bocchino. Mi auguro che il senso politico non solo del voto di Futuro e Libertà, ma anche dei loro interventi, sia il seguente: la fine di ogni guerriglia mediatica, l'esclusione di un disegno di logoramento e, invece, l'impegno comune per tre anni per un Governo riformatore. Su questo terreno si misura l'intelligenza, onorevole Bocchino, e la maturità del centrodestra».
È quindi la volta di confutare la tesi che democrat e altri stanno portando avanti sulla legge elettorale: «Il senso dell'intervento del Presidente Berlusconi è, quindi, quello di reagire ad ogni deriva distruttiva e di tutelare il voto del 2008 che ha espresso in modo inequivocabile una maggioranza costituita dal Popolo della Libertà, della Lega Nord Padania e da altri gruppi e forze politiche. A nostro avviso, il riferimento alla sovranità popolare è essenziale: da tempo si è aperta una fase che attribuisce ex ante al popolo, al momento delle elezioni, il potere di decidere chi è il Presidente del Consiglio e la coalizione che governa, e non ex post, dopo le elezioni, ai partiti la facoltà di poter combinare gli equilibri di Governo indipendentemente dalla volontà popolare.
Voi dite che questa legge elettorale impedisce all'elettore di scegliere il deputato dando tutto il potere alle segreterie dei partiti. A parte il fatto che nel sistema uninominale questo potere, al di là delle ipocrisie, rimane totalmente nelle mani dei partiti attraverso la dislocazione dei candidati nei collegi buoni e in quelli cattivi (che sono largamente conosciuti da ogni singolo schieramento, a parte un numero limitato di collegi marginali), voi in effetti, puntando ad eliminare il premio di maggioranza, volete togliere ai cittadini proprio il potere fondamentale di scegliere il Presidente del Consiglio e il Governo. Questo è lo scettro che va mantenuto al popolo!». In realtà, l'unica soluzione nel senso indicato dalle opposizioni sarebbe il ritorno al proporzionale, ma al di là dei dubbi sulla governabilità, mancando il «voto utile», sbriciolerebbe il Partito democratico, ridando a sinistra voce a tutti quelli che Veltroni con la sua scelta ha zittito, cacciandoli dal Parlamento.
Un accenno Cicchitto lo dedica a Casini: «Onorevole Casini, oggi non è in crisi il bipolarismo fisiologico, ma un bipolarismo selvaggio fondato sulla demonizzazione dell'avversario. Vorrei ricordare all'onorevole Bocchino che garantismo e legalità non sono alternativi, ma debbono essere le due facce della stessa medaglia. Infatti, l'utilizzo politico della giustizia è una delle forme più gravi di illegalità perché è prodotta dalla faziosità di una parte dei magistrati». E quindi passa alla conclusione: «Di conseguenza, per concludere, il nostro obiettivo è positivo e costruttivo da tutti i punti di vista: da quello dell'attività di Governo testimoniata dall'introduzione e dalla replica del Presidente Berlusconi, da quello del miglioramento dei rapporti nel centrodestra e anche da quello - se ci fosse una qualche disponibilità dell'altra parte - del confronto con le forze dell'opposizione: non a caso il Presidente del Consiglio ha evocato i temi della riforma costituzionale. Facciamo tutto questo senza alcun complesso di inferiorità, né nei confronti delle mistificazioni e delle demonizzazioni della sinistra, né nei confronti dell'eventuale ripresa di guerriglia mediatica. Infatti, noi abbiamo piena consapevolezza di dover rispondere in primo luogo al popolo di centrodestra che ci ha sostenuto e votato in ben tre elezioni: quelle nazionali, europee e regionali. A quel popolo, da questa tribuna parlamentare, inviamo il nostro saluto».

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