sabato 2 ottobre 2010

SPQR

«Al tempo del fascismo, quando il mito di Roma imperiale veniva quotidianamente iniettato ai cittadini, circolava un gioco di parole sull'acronimo SPQR: "Sapete Podestà Quanto Rubate"? con la risposta "Rubo Quanto Posso Signori" (RQPS), gioco che sembra delineare un antico e italico vizio dei reggitori la cosa pubblica»; comincia così un articolo di Roberto Ciambetti su La Padania, in cui si commenta il putiferio scatenato ad arte, proteste, richieste di dimissioni e quant'altro, su una battuta di Umberto Bossi, che - dicono - citasse Asterix «interpretandolo bossianamente» o Boldi, ma è vecchia parodia come il cucco. Personalmente ho ricordi, di scolaro delle medie del buon tempo antico, di quel straziare Senatus Populusque Romanus in Sono Porci Questi Romani o altre varianti più «raffinate» come Stolto Popolo Quello Romano, per non dire di peggio con cui si giocava a chi ne trovava una nuova, magari sconfinando in altri campi, da quello proprio non femminista allo scherzare con fanti e santi.
Ma l'articolo nel nostro non è un dotto saggio. Qui si rivendica, signori miei. Ciambetti si chiede perché invece «nessuno protesta, alza la voce, s'indigna se Roma organizza in contemporanea a quella di Venezia una mostra cinematografica, oppure se propone di fissare un circuito automobilistico di Formula 1 in alternativa a Monza». E si chiede: «Cosa sarebbe successo in Francia se Parigi si fosse messa in testa di organizzare una mostra cinematografica internazionale alternativa in contemporanea a quella di Cannes? Cosa avrebbe detto l'opinione pubblica francese se Parigi avesse proposto un circuito cittadino alternativo al famoso Circuit de la Sarthe di Le Mans?». Ma se la Francia non basta, ecco anche la Germania, dove «nessuno si sogna di avanzare l'ipotesi di sostituire Berlino all'alternanza Hockenheim-Nürburgring per il Gran premio di Formula 1 o di proporre tra il 10 e il 20 febbraio del prossimo anno un festival internazionale cinematografico in contemporanea al Filmfestspiele di Berlino giunto alla sua 61esima edizione». E ancora, dice Ciambetti, «nessuno a vienna si sogna di far concorrenza al Salzburger Festspiele».
Tutto questo per confermare che il giudizio è sempre quello: Roma ladrona. «Venezia studia l'opportunità di proporsi come candidata ai giochi Olimpici? Ecco salta fuori la candidatura di Roma», per non dire del progetto di scippare Monza del gran premio. Insomma, dice il notista, c'è da chiedersi se veramente Sapiens Populus Quaerit Romam o non piuttosto uno Stultus Populus Quaerit Romam. E a proposito di amore, ricorda come nella tifoseria romanista si sia ideata una variante che può apparire bellissima, dice, di SPQR: Senza Padroni Quindi Romanisti. Ma c'è l'aggiunta: «Peccato che la proprietà della squadra di calcio sia dell'Unicredit che con i soldi delle nostre Fondazioni, ha comprato Borriello e Burdisso: "Stiamo investendo per far sognare tifosi e città" così rispose il vice ad di Unicredit, Paolo Fiorentino commentando quell'acquisto». E Ciambetti chiude con un'ironia che non si coglie immediatamente: «E allora, per dirla con Obelix, forse è proprio vero "Sono Pazzi Questi Romani"!». Cioè, chiamali pazzi! E dai, non piangiamoci addosso. Non facciamoci riconoscere. Stampa Padana Quanto Ruga!

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