Continuo con una sorta di piccola rassegna stampa sulla vicenda Hammarberg. Di seguito troveranno posto nel blog alcuni articoli di oggi dalla stampa italiana, che mettono in evidenza come la questione non sia altro che una delle tante squallide operazioni contro ogni tentativo di ridare un minimo di futuro vivibile a questo Paese. Per primo un articolo di oggi de La Padania a firma Alessandro Montanari.
PARLA MARONI E PER LA SINISTRA È KO TECNICO
PARLA MARONI E PER LA SINISTRA È KO TECNICO
Costretto a difendersi dalle critiche dell`opposizione, il ministro va al contrattacco e sbaraglia il campo
ROMA - Roberto Maroni entra nell`Aula della Camera con le stimmate del ministro "razzista", che apre "la caccia agli immigrati", che tratta come criminali i bambini rom e che trasforma l`Italia in un Paese in stato d`assedio. Poi, però, quando ne esce, il castello di accuse è crollato sotto il peso di argomentazioni che la sinistra ha molta difficoltà a confutare.
Come negare, infatti, che lo stato d`emergenza sull`immigrazione è stato prorogato ininterrottamente dal 2002: cinque volte dal ministro Beppe Pisanu e due - perché solo due anni è durato l`Esecutivo guidato da Romano Prodi - dal ministro Giuliano Amato? E fatto cadere il primo mattoncino del domino propagandistico, cadono inevitabilmente anche tutti gli altri. L`estensione a tutto il territorio nazionale dello stato d`emergenza era la prassi, prima che Prodi lo limitasse a tre sole regioni; e non è affatto un provvedimento che permette di aprire «la caccia agli immigrati» quanto piuttosto di gestirne meglio il flusso: in poche parole di accogliere decentemente, e nel rispetto delle regole, gli immigrati. Maroni citai cinque milioni di curo che, in passato, si sono potuti stanziare, proprio grazie alla decretazione dello stato di emergenza, a favore delle amministrazioni locali e i 350 mila euro messi a disposizione dei rifugiati rimasti fuori dalle strutture preposte.
Solo due esempi, tra i tanti citati dal ministro, che aiutano a capire a cosa si riferisca Roberto Cota quando in Aula si richiama alla «doppia morale della sinistra», ossia all`inossidabile vizio ideologico per cui quando una cosa la fa il Governo di sinistra ha un senso umanitario e quando invece la stessa cosa la fa il Governo di destra ha un senso xenofobo.
Come l`ormai stucchevole "questione rom". Chi usò questo riferimento di natura etnica nei suoi provvedimenti fu il Governo Prodi. Con il Governo retto da Silvio Berlusconi, invece, negli atti predisposti dal Viminale, si è sempre e solo parlato di campi nomadi, senza alcun riferimento all`etnia. Però il "razzista" è Maroni...
Disarmata la propaganda ideologica, il ministro del Carroccio non ha più nessuna difficoltà a convincere delle proprie ragioni chi davvero si occupa o studia i problemi dell`immigrazione.
Che non c`è nulla da temere l`ha già capito l`Unicef e ora sembra averlo capito anche la Santa Sede. E pazienza se in Europa e in giro per il mondo c`è chi ancora chi crede che l`Italia sia quella cosa descritta sui giornali di sinistra e s`immagina, come il carneade commissario per i Diritti umani del Consiglio d`Europa Thomas Hammarberg, che il Viminale autorizzi la polizia ad effettuare raid nei campi nomadi.
Maroni respinge con indignazione l`accusa e sfida: «II Commissario dica quando ciò sarebbe avvenuto».
Insomma, l`imputato si difende brillantemente - non per niente è avvocato - e alla fine trasforma quello che doveva essere un processo politico in un trionfo politico personale. Come leggere, sennò, le dichiarazioni rilasciate in Aula dallo stesso Popolo della Libertà, che assicura fedeltà assoluta al ministro leghista e, nel farlo, accenna anche al reato di clandestinità? Ma l`opposizione deve pur sempre fare il suo mestiere.
C`è un palco e bisogna recitare la propria parte. Anche se il copione non è più credibile e sarebbe meglio riscriverlo.
Marco Minniti, che era vice di Giuliano Amato e ora di Maroni è il ministro ombra, alza i toni ma non appare troppo convinto del fatto suo quando vibra l`attacco sui tagli della Finanziaria e sulle critiche europee. L`impressione del ko tecnico, però, si ha quando viene rilanciato il ritornello buono per tutte le stagioni: «Ci state isolando dall`Europa». Quale Europa? Certo non quella zapateriana, che sugli immigrati non ha esitato a sparare. E nemmeno quella dove il reato di immigrazione clandestina esiste da anni...
Così, disinnescati tutti gli ordigni mediatici della sinistra, per la verità ben poco efficaci fa un effetto davvero straniante, se non addirittura comico, ascoltare il capogruppo dell`Italia dei Valori, il dipietrista Massimo Donadi esprimere il seguente concetto assai astruso: «Lo stato di emergenza decretato dal vostro Governo è un buon provvedimento, però non serve a niente». Oppure dare, a un ministro dell`Interno che in ventiquattro ore ha firmato il patto per Brescia, il patto per Roma, sbloccato l`invio di 3 mila militari nella città e affrontato l`Aula - questo consiglio:
«Si rimbocchi le maniche, signor ministro, perché fino adesso non ha fatto assolutamente niente». Mah...
Come negare, infatti, che lo stato d`emergenza sull`immigrazione è stato prorogato ininterrottamente dal 2002: cinque volte dal ministro Beppe Pisanu e due - perché solo due anni è durato l`Esecutivo guidato da Romano Prodi - dal ministro Giuliano Amato? E fatto cadere il primo mattoncino del domino propagandistico, cadono inevitabilmente anche tutti gli altri. L`estensione a tutto il territorio nazionale dello stato d`emergenza era la prassi, prima che Prodi lo limitasse a tre sole regioni; e non è affatto un provvedimento che permette di aprire «la caccia agli immigrati» quanto piuttosto di gestirne meglio il flusso: in poche parole di accogliere decentemente, e nel rispetto delle regole, gli immigrati. Maroni citai cinque milioni di curo che, in passato, si sono potuti stanziare, proprio grazie alla decretazione dello stato di emergenza, a favore delle amministrazioni locali e i 350 mila euro messi a disposizione dei rifugiati rimasti fuori dalle strutture preposte.
Solo due esempi, tra i tanti citati dal ministro, che aiutano a capire a cosa si riferisca Roberto Cota quando in Aula si richiama alla «doppia morale della sinistra», ossia all`inossidabile vizio ideologico per cui quando una cosa la fa il Governo di sinistra ha un senso umanitario e quando invece la stessa cosa la fa il Governo di destra ha un senso xenofobo.
Come l`ormai stucchevole "questione rom". Chi usò questo riferimento di natura etnica nei suoi provvedimenti fu il Governo Prodi. Con il Governo retto da Silvio Berlusconi, invece, negli atti predisposti dal Viminale, si è sempre e solo parlato di campi nomadi, senza alcun riferimento all`etnia. Però il "razzista" è Maroni...
Disarmata la propaganda ideologica, il ministro del Carroccio non ha più nessuna difficoltà a convincere delle proprie ragioni chi davvero si occupa o studia i problemi dell`immigrazione.
Che non c`è nulla da temere l`ha già capito l`Unicef e ora sembra averlo capito anche la Santa Sede. E pazienza se in Europa e in giro per il mondo c`è chi ancora chi crede che l`Italia sia quella cosa descritta sui giornali di sinistra e s`immagina, come il carneade commissario per i Diritti umani del Consiglio d`Europa Thomas Hammarberg, che il Viminale autorizzi la polizia ad effettuare raid nei campi nomadi.
Maroni respinge con indignazione l`accusa e sfida: «II Commissario dica quando ciò sarebbe avvenuto».
Insomma, l`imputato si difende brillantemente - non per niente è avvocato - e alla fine trasforma quello che doveva essere un processo politico in un trionfo politico personale. Come leggere, sennò, le dichiarazioni rilasciate in Aula dallo stesso Popolo della Libertà, che assicura fedeltà assoluta al ministro leghista e, nel farlo, accenna anche al reato di clandestinità? Ma l`opposizione deve pur sempre fare il suo mestiere.
C`è un palco e bisogna recitare la propria parte. Anche se il copione non è più credibile e sarebbe meglio riscriverlo.
Marco Minniti, che era vice di Giuliano Amato e ora di Maroni è il ministro ombra, alza i toni ma non appare troppo convinto del fatto suo quando vibra l`attacco sui tagli della Finanziaria e sulle critiche europee. L`impressione del ko tecnico, però, si ha quando viene rilanciato il ritornello buono per tutte le stagioni: «Ci state isolando dall`Europa». Quale Europa? Certo non quella zapateriana, che sugli immigrati non ha esitato a sparare. E nemmeno quella dove il reato di immigrazione clandestina esiste da anni...
Così, disinnescati tutti gli ordigni mediatici della sinistra, per la verità ben poco efficaci fa un effetto davvero straniante, se non addirittura comico, ascoltare il capogruppo dell`Italia dei Valori, il dipietrista Massimo Donadi esprimere il seguente concetto assai astruso: «Lo stato di emergenza decretato dal vostro Governo è un buon provvedimento, però non serve a niente». Oppure dare, a un ministro dell`Interno che in ventiquattro ore ha firmato il patto per Brescia, il patto per Roma, sbloccato l`invio di 3 mila militari nella città e affrontato l`Aula - questo consiglio:
«Si rimbocchi le maniche, signor ministro, perché fino adesso non ha fatto assolutamente niente». Mah...
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