mercoledì 30 luglio 2008

Le armi improprie della sinistra

Riporto la parte finale dell'intervento del ministro Maroni ieri alla Camera dei Deputati. Maroni ha illustrato l'Informativa urgente del Governo sull’estensione all’intero territorio nazionale della dichiarazione dello stato di emergenza per l’eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari, deliberata dal Consiglio dei ministri in data 25 luglio 2008. La parte contiene il duro giudizio sullo sfascismo nazionale e sulla performance attuata dallo svedese Hammarberg con il suo rapporto ricco di inesattezze.

«(…) Con la riespansione della dichiarazione di stato di emergenza su tutto il territorio nazionale il Governo ha, sostanzialmente, inteso proseguire il percorso già intrapreso negli anni passati, a partire dal 2002, per assicurare sempre più civili e dignitose condizioni di accoglienza ai cittadini extracomunitari.
Si tratta, in sostanza, di continuare a fare quanto i Governi italiani hanno fatto da sette anni a questa parte e che quest’anno si era sperato, invano, che si potesse limitare a tre sole regioni.
Su questa vicenda, nei giorni scorsi, si sono sviluppate polemiche: il Governo è stato accusato di essere composto da veri e propri mascalzoni; così facendo – si è detto – i prefetti potranno avere poteri particolari e il Governo alimenterà la paura dei cittadini.
Si è detto che è una decisione davvero abominevole; si è detto che questa, la proroga di un’ordinanza che c’è da sette anni, è la misura più razzista che un Governo occidentale avesse mai pensato; si è detto che è un provvedimento che non ha precedenti né giustificazioni e che è di eccezionale gravità.
Si è detto che lo stato di emergenza apre di fatto la caccia all’immigrato su tutto il territorio nazionale; che è un modo di avere le mani libere per espropriare gli organi preposti dalla legge dalle proprie funzioni: vale per il Parlamento e per tutti gli organi periferici. Sono affermazioni gravi, infondate, che sono anche molto singolari perché provengono da esponenti politici presenti in Parlamento, molti dei quali hanno avuto una precedente esperienza di governo proprio nel Governo Prodi, che ha approvato in sede di Consiglio dei ministri queste stesse ordinanze.
Mi risulta pertanto difficile da comprendere la ragione di queste polemiche; ma voglio replicare non con espressioni mie, ma con le parole che ha usato sull’edizione del Corriere della sera di domenica un esperto di cose politiche italiane, Angelo Panebianco: « Il Governo utilizza una norma vigente per dichiarare lo stato di emergenza di fronte all’afflusso dei clandestini. Dalla sinistra partono bordate: razzismo, xenofobia, autoritarismo, intollerabile clima emergenziale. Quella norma però è stata in passato utilizzata anche dal Governo Prodi. Come mai all’epoca nessuno fiatò ? Come mai nessuno di quelli che oggi strillano accusò quel Governo di razzismo e xenofobia ? Perché i “sacri principi” devono sempre essere piegati alle esigenze politiche del momento? Non è forse un modo per dimostrare che in quei principi, utili solo come armi da brandire contro l’avversario, in realtà, non si crede affatto?»
Le politiche per contrastare l’immigrazione clandestina e la criminalità definite da questo Governo sono contenute nel pacchetto sicurezza, che si compone di un decreto-legge, di un disegno di legge e di tre decreti legislativi. Il decreto-legge è stato recentemente approvato, è entrato in vigore, e come forse saprete questa mattina abbiamo cominciato a dare immediatamente attuazione a quel provvedimento con la firma mia e del Ministro della difesa Ignazio La Russa del decreto che prevede l’utilizzo di 3 mila militari. Immediatamente attuato! Intendo portare i tre schemi di decreti legislativi all’approvazione definitiva nel prossimo Consiglio dei ministri, venerdì prossimo, a seguito dei pareri formulati dalle competenti Commissioni parlamentari e anche delle osservazioni ricevute dall’UNICEF, un’organizzazione che non ha atteggiamenti pregiudiziali ma molto concretamente vuole tutelare, come noi vogliamo tutelare, la dignità umana in primo luogo dei tanti bambini senza nome, senza volto che ci sono nei campi nomadi italiani abusivi. In questi tre decreti sono contenute le norme che riguardano una disciplina più restrittiva sui ricongiungimenti familiari, sul riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato politico, nonché in materia di stabilimento dei cittadini comunitari.
Voglio in quest’Aula spendere due parole sulla questione che è stata resa nota oggi, la preoccupazione espressa dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg in un rapporto formulato dopo una visita in Italia. Abbiamo risposto a questo rapporto, il Governo ha risposto replicando punto per punto sulle contestazioni e sulle preoccupazioni e dimostrando che sono tutte totalmente infondate, quando il Commissario parla di mancato rispetto dei diritti umani. Ma respingo con indignazione l’affermazione del Commissario del Consiglio d’Europa secondo cui gli atti di violenza avvenuti in Italia ai danni dei campi nomadi sono avvenuti « senza che vi fosse un’effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti». È una falsità clamorosa: la Polizia non ha mai fatto simili! Il commissario dica quali sono questi atti! Dica quali sono questi atti! La Polizia non ha mai tenuto comportamenti di questo genere.
In conclusione, il Governo ha la ferma volontà di proseguire nell’azione intrapresa di contrasto alla criminalità e all’immigrazione clandestina, con misure efficaci ed immediate, che garantiscano il diritto di ogni cittadino a vivere nella sua città e nel suo Paese in piena sicurezza, combattendo le situazioni di degrado sociale e umano, offrendo a chi viene dall’estero in Italia per lavorare e vivere onestamente gli strumenti e i mezzi per integrarsi pienamente nel tessuto sociale, ma esigendo al contempo il pieno rispetto della legge, delle nostre culture, del nostro sistema sociale.
Questi sono i principi fondamentali contenuti nel Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, predisposto dalla Presidenza francese dell’Unione europea. I punti qualificanti di tale Patto sono: contrasto dell’immigrazione irregolare attraverso l’impegno degli Stati ad evitare le sanatorie generalizzate e quelle relative a settori lavorativi, ricorrendo invece a strumenti di legalizzazione caso per caso, e assicurando altresì l’allontanamento dall’Unione degli stranieri che vi soggiornano irregolarmente; organizzare l’immigrazione legale in funzione delle esigenze e della capacità di accoglienza di ogni Stato membro; proteggere meglio l’Europa migliorando il controllo delle sue frontiere esterne, in uno spirito di solidarietà, anche attraverso lo sviluppo delle capacità operative di Frontex e la mobilitazione di tutti i mezzi per garantire un controllo più rigoroso dei confini terrestri e marittimi europei; costruire un sistema comune europeo in materia di asilo (è un aspetto, questo, che reputo particolarmente importante); infine, promuovere la cooperazione per favorire lo sviluppo dei Paesi terzi. Su questi principi, e sulla linea della Presidenza francese, si riconosce pienamente il Governo italiano.»

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