Brembio. La vicenda PEEP atto secondo, per i miei lettori brembiesi. Il 31 ottobre 2007 scadeva il termine fissato dal bando per la presentazione delle domande di assegnazione dell’area. Entro tale data pervenivano le domande della Associazione della “Cooperativa Edilizia ACLI G. Fanin S.r.l. di Brembio con la Cooperativa Edilizia Solidarietà Lodi, ovviamente di Lodi, della Società Cooperativa Edilizia L’Orizzonte di Corbetta [Milano per capirci], e della Società Cooperativa San Marco di Lodi.
In data 6 novembre 2007 la Giunta comunale con delibera n. 94 nominava la Commissione giudicatrice nelle persone del geom. Giuseppe Spagliardi, funzionario del Comune responsabile dell’Area “Gestione del territorio”, del dr. Alberto Nantista, segretario comunale del Comune, del geom. Luca Arnaldi, tecnico comunale di Orio Litta e figlio dell’assessore ai Lavori Pubblici del nostro Comune.
La Commissione riunita il 13 novembre 2007 prendeva in esame le domande pervenute e constatava che tutte e tre le società concorrenti avevano presentato tutti i documenti richiesti. Provvedeva quindi all’attribuzione dei punteggi secondo quanto stabilito nel bando che forniva il seguente risultato: la Cooperativa di Brembio consociata con la Cooperativa Solidarietà di Lodi otteneva 16 punti, 14 la Cooperativa di Corbetta, 10 la Cooperativa San Marco di Lodi. Poiché l’associazione ammessa delle due cooperative permetteva di pareggiare il punteggio per la volumetria realizzata, giocava sul risultato finale la sede in Provincia di Lodi piuttosto che quella di Corbetta fuori provincia. Evidentemente. Dico evidentemente perché la perplessità sta nel fatto che per un “lotto unico” per una volumetria di mc 3.171 si sia ammesso il fatto che due entità distinte partecipassero come un unico soggetto. La perplessità sta non nel fatto in sé, che risulterà senz’altro legittimo se l’associazione operasse come un unico soggetto, quanto piuttosto sul fatto che così non sembra sia dal momento che la convenzione modificata post-bando indica una divisione del lotto in due distinte zone di competenza: art. 10, lettera g: “(…) Le due cooperative assegnatarie sono autorizzate, una volta approvato il progetto complessivo dell’intervento, a dividersi l’area assegnata in due lotti anche se con diverse superfici, in modo che una realizzi l’intervento sul mappale 767 e l’altra sui mappali 768-772”. Tutto suona formalmente corretto, ma ciò non basta a cancellare le perplessità, soprattutto perché la convenzione modificata post-bando come si dirà nella prossima puntata, non è tra il Comune e l’associazione delle due cooperative ma tra Comune e le cooperative come entità individuali [per non aggiungere di qualche intrigante errore materiale nel testo, ma questo è ovviamente pettegolezzo].
Ora, ripeto, le carte così come si presentano, possono dare adito a qualche perplessità e spazio a dietrologie di sapore politico che vengono da lontano, dai tempi in cui il mercato immobiliare a Brembio è stato “strozzato” da discusse e chiacchierate decisioni. Ciò che fa volare molto di più la fantasia è lo svolgersi del Consiglio comunale aperto in Piazza Matteotti, che ha messo a nudo grazie ad uno scomposto intervento del presidente della Cooperativa di Brembio quinte e giochi scenici, a cui peraltro hanno contribuito in arricchimenti generosamente il vicesindaco assessore esterno Giancarlo Rando e l’assessore Russo. Purtroppo nelle carte del Consiglio non c’è nulla di tutto ciò perché il bello di un Consiglio comunale aperto è che nel momento di un intervento del pubblico la seduta viene sospesa e, dunque, manca di tanto fiato la verbalizzazione. L’unica traccia scritta di quegli scombinati interventi, istruttivi e molto “edificanti”, è quella del cronista del Cittadino che ha annotato così: “L’assemblea cittadina si è tenuta in piazza e nella modalità aperta: prima della votazione di ogni punto, il sindaco chiedeva se ci fossero interventi degli spettatori, nel qual caso tecnicamente sospendeva la seduta per dare la parola. Una modalità di confronto non senza rischio di qualche fuori programma, come accaduto venerdì sera: la prevista votazione della convenzione con la cooperativa assegnataria dell’area di edilizia economica e popolare è stata rimandata infatti su richiesta delle minoranze, che si lamentavano dello scarso tempo avuto per esaminarla. A quel punto proprio dal pubblico è arrivata la richiesta di intervenire, con una vivace ma civile protesta di alcuni soci della cooperativa che lamentavano le eccessive lungaggini nell’approvazione e in particolare l’atteggiamento della minoranza. Alla fine tutto è comunque rimasto sotto controllo.”
Il cronista è stato molto bravo a “minimizzare” la cosa e soprattutto l’impeto vomitato (la “civile protesta”) contro la maggioranza trattata alla stregua di chi compie un tradimento perché permetteva alla minoranza di reclamare che il regolamento comunale fosse rispettato circa i tempi del deposito degli atti. Il voto di rinvio è stato unanime e va dato atto al Sindaco di aver fatto rispettare la decisione del Consiglio nonostante l’estemporaneo intervento del vicesindaco assessore esterno che pretendeva, senza titolo a farlo per Statuto e regolamento, che si ritornasse sulla decisione appena presa.
La speranza – di chi è fiducioso che il buon senso alla fine prevalga anche a Brembio – e che chi ha assistito a quel Consiglio comunale, che tra l’altro ha ospitato due spot elettorali con un anno d’anticipo del sindaco e dell’assessore Russo, rispettivamente PD e Rifondazione, rifletta se non sia veramente il caso di interrompere un “regime” amministrativo che si protrae da quasi quarant’anni: meglio cambiare, no? come diceva insomma uno spot televisivo. Credetemi, per il bene reale del paese sarebbe veramente ora. E lo dice chi con tutta probabilità chiuderà qui la propria decennale esperienza comunale.
Un'ultima annotazione a chiusura di questo post. Le due minoranze congiunte sono state costrette a far rettificare oltretutto il verbale del Consiglio relativamente a quel punto. Oltre a non contenere, come si è detto, nulla di quanto sopra come previsto dal regolamento, veniva riportata la richiesta fatta dal consigliere Botti a nome di entrambi i gruppi consiliari di minoranza non come tale ma come una sua estemporanea richiesta personale in contrasto non solo con l’intervento, ma anche con la annotazione di mano del verbalizzante. Altro spazio per illazioni e uccellini sussurranti suggerimenti [dato per scontato, e su questo non vi è dubbio alcuno, il fatto che chi ha redatto materialmente il documento non abbia possibilità di iniziative personali].
La rettifica richiesta dal sottoscritto a nome dei due gruppi di minoranza alla delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 4 luglio 2008 è la seguente: “Il consigliere Giuseppe Botti a nome di tutta la minoranza consiliare rappresenta che la documentazione relativa al punto dell’ordine del giorno non è stata depositata nei termini previsti dal regolamento, pertanto chiede il rinvio del punto in oggetto”. Piaccia o non piaccia a qualcuno, questo in sintesi l’intervento del capogruppo di “Insieme per Brembio” anche a nome del gruppo “Brembio per le libertà per la pace”.
In data 6 novembre 2007 la Giunta comunale con delibera n. 94 nominava la Commissione giudicatrice nelle persone del geom. Giuseppe Spagliardi, funzionario del Comune responsabile dell’Area “Gestione del territorio”, del dr. Alberto Nantista, segretario comunale del Comune, del geom. Luca Arnaldi, tecnico comunale di Orio Litta e figlio dell’assessore ai Lavori Pubblici del nostro Comune.
La Commissione riunita il 13 novembre 2007 prendeva in esame le domande pervenute e constatava che tutte e tre le società concorrenti avevano presentato tutti i documenti richiesti. Provvedeva quindi all’attribuzione dei punteggi secondo quanto stabilito nel bando che forniva il seguente risultato: la Cooperativa di Brembio consociata con la Cooperativa Solidarietà di Lodi otteneva 16 punti, 14 la Cooperativa di Corbetta, 10 la Cooperativa San Marco di Lodi. Poiché l’associazione ammessa delle due cooperative permetteva di pareggiare il punteggio per la volumetria realizzata, giocava sul risultato finale la sede in Provincia di Lodi piuttosto che quella di Corbetta fuori provincia. Evidentemente. Dico evidentemente perché la perplessità sta nel fatto che per un “lotto unico” per una volumetria di mc 3.171 si sia ammesso il fatto che due entità distinte partecipassero come un unico soggetto. La perplessità sta non nel fatto in sé, che risulterà senz’altro legittimo se l’associazione operasse come un unico soggetto, quanto piuttosto sul fatto che così non sembra sia dal momento che la convenzione modificata post-bando indica una divisione del lotto in due distinte zone di competenza: art. 10, lettera g: “(…) Le due cooperative assegnatarie sono autorizzate, una volta approvato il progetto complessivo dell’intervento, a dividersi l’area assegnata in due lotti anche se con diverse superfici, in modo che una realizzi l’intervento sul mappale 767 e l’altra sui mappali 768-772”. Tutto suona formalmente corretto, ma ciò non basta a cancellare le perplessità, soprattutto perché la convenzione modificata post-bando come si dirà nella prossima puntata, non è tra il Comune e l’associazione delle due cooperative ma tra Comune e le cooperative come entità individuali [per non aggiungere di qualche intrigante errore materiale nel testo, ma questo è ovviamente pettegolezzo].
Ora, ripeto, le carte così come si presentano, possono dare adito a qualche perplessità e spazio a dietrologie di sapore politico che vengono da lontano, dai tempi in cui il mercato immobiliare a Brembio è stato “strozzato” da discusse e chiacchierate decisioni. Ciò che fa volare molto di più la fantasia è lo svolgersi del Consiglio comunale aperto in Piazza Matteotti, che ha messo a nudo grazie ad uno scomposto intervento del presidente della Cooperativa di Brembio quinte e giochi scenici, a cui peraltro hanno contribuito in arricchimenti generosamente il vicesindaco assessore esterno Giancarlo Rando e l’assessore Russo. Purtroppo nelle carte del Consiglio non c’è nulla di tutto ciò perché il bello di un Consiglio comunale aperto è che nel momento di un intervento del pubblico la seduta viene sospesa e, dunque, manca di tanto fiato la verbalizzazione. L’unica traccia scritta di quegli scombinati interventi, istruttivi e molto “edificanti”, è quella del cronista del Cittadino che ha annotato così: “L’assemblea cittadina si è tenuta in piazza e nella modalità aperta: prima della votazione di ogni punto, il sindaco chiedeva se ci fossero interventi degli spettatori, nel qual caso tecnicamente sospendeva la seduta per dare la parola. Una modalità di confronto non senza rischio di qualche fuori programma, come accaduto venerdì sera: la prevista votazione della convenzione con la cooperativa assegnataria dell’area di edilizia economica e popolare è stata rimandata infatti su richiesta delle minoranze, che si lamentavano dello scarso tempo avuto per esaminarla. A quel punto proprio dal pubblico è arrivata la richiesta di intervenire, con una vivace ma civile protesta di alcuni soci della cooperativa che lamentavano le eccessive lungaggini nell’approvazione e in particolare l’atteggiamento della minoranza. Alla fine tutto è comunque rimasto sotto controllo.”
Il cronista è stato molto bravo a “minimizzare” la cosa e soprattutto l’impeto vomitato (la “civile protesta”) contro la maggioranza trattata alla stregua di chi compie un tradimento perché permetteva alla minoranza di reclamare che il regolamento comunale fosse rispettato circa i tempi del deposito degli atti. Il voto di rinvio è stato unanime e va dato atto al Sindaco di aver fatto rispettare la decisione del Consiglio nonostante l’estemporaneo intervento del vicesindaco assessore esterno che pretendeva, senza titolo a farlo per Statuto e regolamento, che si ritornasse sulla decisione appena presa.
La speranza – di chi è fiducioso che il buon senso alla fine prevalga anche a Brembio – e che chi ha assistito a quel Consiglio comunale, che tra l’altro ha ospitato due spot elettorali con un anno d’anticipo del sindaco e dell’assessore Russo, rispettivamente PD e Rifondazione, rifletta se non sia veramente il caso di interrompere un “regime” amministrativo che si protrae da quasi quarant’anni: meglio cambiare, no? come diceva insomma uno spot televisivo. Credetemi, per il bene reale del paese sarebbe veramente ora. E lo dice chi con tutta probabilità chiuderà qui la propria decennale esperienza comunale.
Un'ultima annotazione a chiusura di questo post. Le due minoranze congiunte sono state costrette a far rettificare oltretutto il verbale del Consiglio relativamente a quel punto. Oltre a non contenere, come si è detto, nulla di quanto sopra come previsto dal regolamento, veniva riportata la richiesta fatta dal consigliere Botti a nome di entrambi i gruppi consiliari di minoranza non come tale ma come una sua estemporanea richiesta personale in contrasto non solo con l’intervento, ma anche con la annotazione di mano del verbalizzante. Altro spazio per illazioni e uccellini sussurranti suggerimenti [dato per scontato, e su questo non vi è dubbio alcuno, il fatto che chi ha redatto materialmente il documento non abbia possibilità di iniziative personali].
La rettifica richiesta dal sottoscritto a nome dei due gruppi di minoranza alla delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 4 luglio 2008 è la seguente: “Il consigliere Giuseppe Botti a nome di tutta la minoranza consiliare rappresenta che la documentazione relativa al punto dell’ordine del giorno non è stata depositata nei termini previsti dal regolamento, pertanto chiede il rinvio del punto in oggetto”. Piaccia o non piaccia a qualcuno, questo in sintesi l’intervento del capogruppo di “Insieme per Brembio” anche a nome del gruppo “Brembio per le libertà per la pace”.
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