martedì 29 luglio 2008

Fuoco di paglia svedese

Personaggi come il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, non fanno bene all’Europa e a alle sue popolazioni. Gli “ultras” nella politica come nel calcio non aiutano ma sfasciano. Anche se Thomas Hammarberg sarà sicuramente, come recitava l’Antonio di Shakespeare, “un uomo d’onore”. E proprio, al contrario delle sue preoccupazioni, prese di posizione iperboliche come le sue, ingiustificate nei fatti e non certo giustificate da frettolose visite “guidate” in loco, sono potenziali irresponsabili “bombe” per provocare ulteriore xenofobia nel nostro paese. Il male dell’Italia è che, di norma, chi non è al timone rema contro. E chi rema contro trova facilmente all’estero allodole pronte a specchiarsi nelle fole che gli vengono raccontate, per darsi un passaggio sui media televisivi e della carta stampata – cosa che non guasta mai e giustifica il proprio ruolo.
Lo svedese Thomas Hammarberg non è il primo e non sarà l’ultimo “trombone” pronto a soffiare contro il tentativo di porre un argine alla questione dell’immigrazione selvaggia in Italia, paese di cui per altro forse non gli interessa granché, intento com’è stato in tutta la sua vita a ricercare sedie di prestigio nelle associazioni per i diritti umani ed in organismi internazionali. Perché risolvere la questione nel nostro paese significa ridistribuire più equamente il problema sul resto dell’Europa benestante e “benpensante”, e molto spesso pronta a difendere sì “i diritti umani”, ma in casa d’altri. Un po’ come la “morale” del gioco che si faceva nei festini della gioventù d’un tempo, quello del ballo della scopa: cercare di non farsi rifilare la scopa. La scopa ora ce l’ha l’Italia, e, dunque, pizza e mandolino ‘sta scopa se la tengano. Grazie.
E poiché non si pensi che la mia indignazione non sia meno meritevole d’attenzione dei vaffanculo di Beppe Grillo, questa in sintesi è una minima biografia del guru dei “diritti umani”. Gente mi sto scagliando contro un big.
Thomas Hammarberg è nato nel 1942 a Örnsköldsvik, Svezia, laureato in economia a Stoccolma. Un uomo che si è “costruito” sui problemi umanitari. È stato: segretario generale del Centro internazionale Olof Palme (2002-2005); ambasciatore e consigliere speciale del governo svedese per gli affari umanitari (1994-2002); rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Cambogia; rappresentante svedese in seno al gruppo di lavoro per i rifugiati nell’ambito del processo multilaterale di pace in Medio Oriente - coordinatore speciale per i programmi per i bambini per la gioventù; rappresentante personale del Primo ministro svedese per la preparazione della sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sui bambini del 2001; membro e vice-presidente del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (1992-97, 1994-97); membro del comitato tecnico consultivo per lo Studio delle Nazioni Unite sugli effetti sui bambini del conflitto armato (1994-96); rappresentante della Svezia durante le riunioni in ambito UNICEF, UNESCO e OIL.
In precedenza ancora ha lavorato come insegnante e giornalista in Svezia (1969-79). È stato presidente del Comitato Esecutivo Internazionale di Amnesty International (1976-79) e segretario generale (1980-86), nonché segretario generale svedese di Save the Children (1986-92), e consigliere speciale svedese Agenzia di Sviluppo, SIDA (1993-94). E potrei continuare ricordando partecipazioni accademiche e scritti o dettagliando meglio le sedie occupate.
L’indignazione mi coglie rabbiosa quando leggo di Soloni e libri stampati che pontificano da ben pagate sedie su cosa sarebbe meglio per risolvere i problemi da parte di chi sta cercando col fare di fare appunto qualcosa per rendere meno pesante una situazione da orlo dell’abisso che la gente comune, le galline di Renzo per capirci, vive quotidianamente. È nella mia natura, non so che farci.

A conclusione di questo sproloquio una AdnKronos dell’ultima ora:

SICUREZZA: PORTAVOCE HAMMARBERG A MARONI, MALINTESO SU 'RAID'
MONTANARI A ECONEWS, NESSUN INSULTO A POLIZIA ITALIANA

Roma, 29 lug. (Adnkronos) - "Credo che ci sia un malinteso sulla parola raid". Così il portavoce del Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg, Stefano Montanari, dai microfoni dell'Agenzia radiofonica Econews si indirizza al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sui presunti 'insulti' alla polizia italiana, spiegando poi che "il commissario non afferma che la polizia abbia compiuto dei raid con delle molotov o contro i rom, il rapporto fa riferimento a una serie di episodi di sgombero forzato di alcuni campi rom per cui il commissario è abbastanza preoccupato. Non c'è nessun insulto verso la polizia da parte del commissario".

Ed ancora per suggerire altra riflessione un articolo del maggio scorso, tratto da un sito di San Marino dove la cosa è presa con grandissima serietà:

[San Marino] - Quando è salito sul Titano ai primi di gennaio 2008, non aveva risparmiato critiche alla Repubblica di San Marino il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, che ha il compito di promuovere la sensibilizzazione ed il rispetto dei diritti umani nei quarantasette Paesi membri dell'Organizzazione.
Hammarberg, in particolare, aveva raccomandato la introduzione della figura del difensore civico.
Eppure ancora del difensore civico nemmeno l’ombra, nonostante le promesse governative.
Si leggeva nel programma del precedente governo (Partito dei Socialisti e dei Democratici, Alleanza Popolare e Sinistra Unita): “allo scopo di rafforzare la tutela della moralità nei comportamenti degli amministratori pubblici sarà valutata la possibilità di istituire la figura del Difensore Civico”.
Si legge nel programma del governo attuale (Psd, Ap, Su e Democratici di Centro): “allo scopo di rafforzare la tutela della moralità nei comportamenti degli amministratori pubblici sarà valutata la possibilità di istituire la figura del Difensore Civico.”
Eppure l’invito di Hammarberg è caduto nel vuoto. Così che il Commissario si è visto costretto a redarguire la Repubblica di San Marino ufficialmente nella sua relazione, con grande disonore per un paese che ama – giustamente – presentarsi come la più antica democrazia europea.
Nella relazione l’argomento viene concluso in questo modo: “le autorità sammarinesi hanno garantito che si sta prendendo in considerazione tale questione. Il Commissario accoglie con favore tale notizia, auspicando l’introduzione di una figura di vero Difensore Civico che abbia le competenze e l’autorità di promuovere e tutelare i diritti umani e che agisca in maniera indipendente dalle altre autorità”. (…)

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