giovedì 31 luglio 2008

Il vecchio picconatore e il comunismo

Riporto qui dalle rassegne stampa odierne la lettera di Francesco Cossiga pubblicata da Il Riformista, un gustoso testo, che definirei letterario, del presidente emerito sempre fedele alla sua sottile socratica ironia serenamente polemica sulla quotidianità, che il giornale coglie e non manca di sottolineare nel sottotitolo: "Caro Ferrero, tanti auguri per l`incarico. Non possiamo stare senza comunisti". Ecco il testo:

Caro Ferrero, mi congratulo con te per la tua elezione a segretario di Rifondazione Comunista e ti auguro, e mi auguro!, che tu riesca nel disegno tuo e di altri tuoi compagni di ricostituire una sinistra che renda attuale la tradizione, le idealità, l'esperienza e la passione politiche del Partito comunista italiano in fedeltà all'ideologia marxista-leninista.
Vi sarà certamente chi, ma sicuramente non tu, si meraviglierà per questa mia lettera e soprattutto per questi miei auguri, che io non solo formulo a te, ché potrebbe anche essere un semplice atto di cortesia, ma come cittadino della comune Repubblica e come democratico, io formulo a me stesso.
Come più volte ho detto e scritto, io credo che non vi sia e non si possa "fare politica", e quindi governare democraticamente uno Stato che è stato pensato e vuole essere democratico, senza partiti e senza un chiaro riferimento culturale a quelle che in Europa sono state e sono le grandi culture politiche: quella conservatrice democratica, penso al partito conservatore di Winston Churchill, e al conservatorismo antifascista e "resistenziale" di Charles De Gaulle, quella liberale, quella cristiano-democratica, quella socialdemocratica e laburista, e infine quella comunista, e per quanto riguarda il nostro Paese, nella specificità del pensiero gramsciano e dell'iniziativa politica, il partito nuovo di Palmiro Togliatti e il partito nazionale e europeo di Enrico Berlinguer, forza determinante della Resistenza, della costruzione dello Stato democratico e della sua difesa da tentazioni golpiste, anche isolando le sue sparute frange estremiste velleitariamente "rivoluzionarie", e combattendo duramente la sovversione di sinistra e l'eversione di destra.
In una stagione politica e di pensiero, o meglio, salvo qualche eccezione, di "non pensiero": tra un Partito democratico - per il quale io ho peraltro votato pur non comprendendo in realtà per che cosa mai votassi - strano coacervo di "profughi democristiani", di cattolici integralisti, di socialisti allo sbando e di "comunisti non comunisti", che si rifanno al pensiero kennedyano-clintoniano-obamaniano - e il Popolo delle Libertà, in cui convivono ex democristiani, socialisti, liberali e "missini convertiti", io credo che ci sia bisogno di un partito che si rifaccia al comunismo di Togliatti e Berlinguer e anche di un partito "nuovo" di carattere cattolico e liberale riformista.
Ho stima per Nichi Vendola, un cattolico progressista che si richiama a quel "populismo sociale pugliese" che accomunava Di Vittorio e Tatarella. Da anni sono amico di Fausto Bertinotti che stimo, ma non ho mai compreso la sua "deriva" ambientalista e pacifista e di rifiuto teorico della violenza, come se con il pacifismo e senza violenza ci sarebbe mai potuta essere la Rivoluzione americana, la Rivoluzione francese e la Rivoluzione d`Ottobre, la Guerra Patriottica da Ovest ad Est e la Resistenza contro il nazi-fascismo, perfino da parte di militari, laici e sacerdoti cattolici e protestanti tedeschi! Ho deplorato che un iniquo sistema elettorale abbia tenuto fuori del Parlamento la così detta "sinistra radicale" e ho considerato ciò anche pericoloso, in quanto solo una sinistra comunista può essere punto di riferimento istituzionale e "metabolizzare" in senso democratico il "movimentismo" che esiste, volgendolo alla "politica" e distogliendolo da un`utopica "violenza rivoluzionaria", e rifare del sindacato, oggi quasi solo lobby impiegatizia e di pensionati, oltre che di così detti quadri, un soggetto politicoculturale che tuteli i lavoratori ma faccia anche avanzare la democrazia nel nostro Paese. E spero che tu riesca a costituire un polo unico di comunisti democratici.
Spero parimenti e mi auguro che l'amico Massimo D'Alema riesca a portare il Partito democratico, compresa la sua componente della ex sinistra sociale e i cattolici democratici di derivazione sia comunista cattolica che "dossettiana" nel movimento socialdemocratico e quindi nell'Internazionale Socialista e nel Partito socialista europeo: l'era della Democrazia cristiana di De Gasperi, di Moro, di Fanfani e di Andreotti è definitivamente tramontata con la fine della Guerra Fredda e con il Concilio Vaticano II. Questo io affermo e auguro a te e ai tuoi compagni, da cattolico-liberale e quindi "liberal-riformista".

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