Diciamo tutta la verità, per favore. Molte ONG prosperano sulle disgrazie umanitarie e sulla violazione dei diritti umani: anche questo è un dato di fatto da portare nella discussione seguita al polverone sollevato dallo svedese Hammarberg con il suo “memorandum”. E, dunque, non possono essere giudicate parti neutre, testimoni neutri nelle vicende: esagerare situazioni e vicende aiuta, è buona pubblicità per la propria opera, per gli aiuti umanitari che si gestiscono, per incrementare la quantità di denaro che si gestisce. Non viviamo nell’utopia d’un mondo ideale dove il disinteresse sia il motore unico di tutto. Purtroppo. Le cronache più e più volte hanno dimostrato quanto non sia tutto oro ciò che luccica nel soccorso ai diseredati del mondo. E, dunque, sono fuori luogo osservazioni come quella della serissima agenzia missionaria MISNA, quando in un lancio accredita la documentazione raccolta frettolosamente, in gran parte da associazioni sicuramente non terze, nell’appendice del documento sulla base del fatto che “il Consiglio d’Europa, esterno alle istituzioni dell’Unione Europea, non soffre di compromessi o condizionamenti politici possibili in altre sedi istituzionali”.
Che senso ha una affermazione di tal genere? Nessuno. Il non essere una sede istituzionale “politica” non garantisce la verginità intellettuale. Anzi, è una situazione “fuori controllo”, e proprio per questo da prendere estremamente con le pinze, perché sulla normalità delle situazioni commissariati come quello di Hammarberg non hanno alcuna ragione d’esistere. E, dunque, alzare i toni nei rapporti giustifica ruolo e busta paga di molte persone. Non vi sono grilli parlanti disinteressati, diciamolo chiaro e una volta per tutte.
Perché lo stesso commissario del resto ha violato i diritti umani nel suo “memorandum”, quelli di tutto un popolo che fa della solidarietà da sempre una delle sue azioni quotidiane. Le parole gratuite di Hammarberg sono una offesa verso tutta la nostra popolazione e le nostre forze di polizia che da sempre hanno dimostrato grande senso umanitario verso gli immigrati, checché ne dica una piccola scriteriata minoranza di agit-prop nostrani, che creano la loro visibilità sul proprio sfascismo.
Signor Hammarberg, né la sua storia personale né il ruolo che oggi riveste può permetterle di criminalizzare una nazione che fa della solidarietà e dell’aiuto verso i diseredati una filosofia di vita, e che riceve spesso in cambio solo bastonate e paga per le sue aperture oggi con una crescente insicurezza che ha stravolto la vita della sua gente non solo nelle grandi città, ma anche nelle piccole comunità rurali dove la porta aperta (nel senso fisico) era una tradizione oggi sostituita da inferriate a tutte le finestre per la paura di ritrovarsi in casa malintenzionati, esperienza vissuta purtroppo da tanti. Oggi non sinti o rom o clandestini meritano l’apertura dei giornali, ma la gente comune che vive quotidianamente e fa fatica a sbarcare il lunario e che si trova esposta ad una crescente molestia. Certo esistono sinti e rom e immigrati clandestini, esistono i loro problemi che devono essere tenuti in considerazione da chi governa, e trovate soluzioni. Ed è quello che un governo finalmente sta cercando di fare. Ma non bisogna mai dimenticare che esiste anche Abele. E piaccia o non piaccia è Abele che deve essere salvaguardato.
Che senso ha una affermazione di tal genere? Nessuno. Il non essere una sede istituzionale “politica” non garantisce la verginità intellettuale. Anzi, è una situazione “fuori controllo”, e proprio per questo da prendere estremamente con le pinze, perché sulla normalità delle situazioni commissariati come quello di Hammarberg non hanno alcuna ragione d’esistere. E, dunque, alzare i toni nei rapporti giustifica ruolo e busta paga di molte persone. Non vi sono grilli parlanti disinteressati, diciamolo chiaro e una volta per tutte.
Perché lo stesso commissario del resto ha violato i diritti umani nel suo “memorandum”, quelli di tutto un popolo che fa della solidarietà da sempre una delle sue azioni quotidiane. Le parole gratuite di Hammarberg sono una offesa verso tutta la nostra popolazione e le nostre forze di polizia che da sempre hanno dimostrato grande senso umanitario verso gli immigrati, checché ne dica una piccola scriteriata minoranza di agit-prop nostrani, che creano la loro visibilità sul proprio sfascismo.
Signor Hammarberg, né la sua storia personale né il ruolo che oggi riveste può permetterle di criminalizzare una nazione che fa della solidarietà e dell’aiuto verso i diseredati una filosofia di vita, e che riceve spesso in cambio solo bastonate e paga per le sue aperture oggi con una crescente insicurezza che ha stravolto la vita della sua gente non solo nelle grandi città, ma anche nelle piccole comunità rurali dove la porta aperta (nel senso fisico) era una tradizione oggi sostituita da inferriate a tutte le finestre per la paura di ritrovarsi in casa malintenzionati, esperienza vissuta purtroppo da tanti. Oggi non sinti o rom o clandestini meritano l’apertura dei giornali, ma la gente comune che vive quotidianamente e fa fatica a sbarcare il lunario e che si trova esposta ad una crescente molestia. Certo esistono sinti e rom e immigrati clandestini, esistono i loro problemi che devono essere tenuti in considerazione da chi governa, e trovate soluzioni. Ed è quello che un governo finalmente sta cercando di fare. Ma non bisogna mai dimenticare che esiste anche Abele. E piaccia o non piaccia è Abele che deve essere salvaguardato.
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