giovedì 2 settembre 2010

Polenta e cuscus

Mauro Soldati, segretario provinciale del Pd del Lodigiano, intervenendo sul Cittadino con una lettera sulla polemica, innescata dal presidente della Provincia Pietro Foroni nei riguardi dell'Auchan di San Rocco al Porto contro il reparto dedicato allo «speciale Ramadan», dice cose di buon senso come: «Anziché fare polemiche sui giornali o annunciare lettere, il Presidente (o l'assessore all'agricoltura) dovrebbe semplicemente farsi un giro nei supermercati, verificare la situazione dei punti vendita e instaurare una collaborazione positiva, basata in particolare sulla segnalazione di quei prodotti che vengono trasformati e offerti lavorando materia prima proveniente dal lodigiano (latte, suini, carne, orticole), senza contrapporsi ad altri prodotti qui trasformati, ma con materia prima proveniente da altri territori. L'importante, infatti, è lavorare per garantire informazioni corrette al consumatore». Per capire, il presidente della Provincia era sbottato già nel fine settimana, «La grande distribuzione deve avere rispetto per questo territorio», dopo aver appreso, con stupore dicono le cronache, che il centro commerciale Auchan di San Rocco al Porto tra le sue corsie aveva inaugurato il reparto speciale «Sapori d'Oriente» con i prodotti dedicati al periodo del Ramadan. Non utilizzando, se non «di striscio» questa volta, però, per la crociata la religione, come certa Lega è solita fare a proprio uso e consumo, ma la difesa del marchio «Lodigiano Terra Buona»: «Si promuovono questi prodotti e si ignorano quelli lodigiani, inutile far finta di nulla, perché tutto questo ha anche un impatto culturale». E giustificando così la sua presa di posizione: «Mi hanno segnalato che l'Auchan ha allestito un reparto specializzato in occasione del Ramadan, prendo atto di questa scelta commerciale, non lancio anatemi anche se non la condivido, ma non posso ignorare che questo territorio ha una radice cattolico-cristiana. In ogni caso, dal momento che la catena ha deciso di promuovere prodotti che non sono lodigiani e nemmeno italiani o europei, chiedo la stessa attenzione per il nostro territorio e per le produzioni locali».
Naturalmente la catena francese si è difesa, dicono i giornali locali, spiegando che all'interno del suo supermercato si è sempre cercato di valorizzare le eccellenze delle diverse regioni, tra cui la Lombardia. Ma ciò che più conta è che col suo intervento sopra le righe il presidente della Provincia di Lodi ha fatto un autogol dando modo all'opposizione di esaltare l'operato delle giunte del centrosinistra uscito sconfitto dalle ultime elezioni. Scrive Soldati, che tra l'altro è consigliere provinciale: «L'ideazione e l'avvio del marchio "Lodigiano Terra Buona", ad opera dei produttori associati e delle giunte provinciali di centrosinistra e dell'assessore Santantonio, ora consigliere regionale del Pd, trova nei governi Prodi le innovazioni e le normative per favorire le presenze di prodotti tipici locali nella Grande Distribuzione. Anche nel nostro territorio i più grandi supermercati hanno predisposto specifici scaffali dedicati ai prodotti del Lodigiano, mentre in altri sono esposti insieme ai prodotti tipici di diverse Province, come nel caso dell'Auchan dove si può verificare la presenza del gorgonzola Croce, del Grana Tipico Lodigiano, della Raspadura, del lardo e dei salumi del Lodigiano, del vino di San Colombano, eccetera». E aggiunge: «Si può fare di più? Sicuramente sì. Ma perché il Presidente della Provincia, anziché proporre si inventa una polemica con i prodotti arabi, quando tutti i supermercati italiani hanno la stessa strategia commerciale nei confronti dei prodotti provenienti dall'Oriente? Siamo davvero arrivati al punto di voler far passare l'idea che vi sia una prevaricazione del cous cous sulla raspadura?», e, dopo aver indicato alcune proposte di valorizzazione dei prodotti lodigiani, osservando in conclusione che il momento non è dei più felici in quanto «la Lega e la Destra stanno offrendo in questi giorni uno spettacolo indecoroso con il "circo" di Gheddafi a cui vengono concesse iniziative umilianti, dando atto che la questione religiosa è stata toccata solo di sfuggita, Soldati chiude chiedendosene il motivo in tono ironico: «Questione di tempo in attesa di una discussione sull'origine cattolica cristiana della polenta?».
Ma Foroni persevera, rafforzando l'affermazione di Soldati «Non mi piace questo modo di amministrare, che utilizza la confusione e la polemica come unico strumento di iniziativa politica». Dice Foroni: «Alla luce delle incredibili dichiarazioni del colonnello Gheddafi sulla necessità di islamizzazione dell'Europa sono sempre più convinto della bontà e tempestività della mia presa di posizione sull'iniziativa dell'Auchan di San Rocco al Porto di promuovere uno "speciale Ramadan" legato al cibo. Gheddafi vada ad islamizzare casa sua, l'Europa è cristiana e tale rimarrà». Anche Foroni però dovrebbe essere più attento alle cose, tant'è che la sua ultima frase è smentita dalle parole di Angela Filote che a nome della Commissione europea ha affermato proprio in riferimento alle parole di Gheddafi: «Noi come d'abitudine non commentiamo le dichiarazioni dei leader politici, ma vogliamo ricordare che l'Ue non è uno spazio fondato sulla religione ma sui valori, e che vegliamo a che la libertà religiosa sia garantita nell'Unione in quanto fa parte dei diritti dell'uomo». Un'Europa laica, insomma, è la nostra. Ma tornando a Foroni, nella lettera del 2 settembre ribadisce i concetti espressi sull'importanza del cibo: «Il cibo ricopre un'importanza tale da inserirsi in una polemica che coinvolge la religione, specie per un paese come il nostro dove il cibo è cultura, storia, identità e, di converso, per una religione che certi cibi li rifiuta. Per questo la Gdo e l'Auchan in particolare devono rendersi conto che determinate politiche commerciali non possono che avere anche un grande impatto culturale e per questo continuo ad essere fortemente contrario con lo "Speciale Ramadan" indetto da Auchan». Un'assurdità, davvero, con tanto cinese, giapponese, indiano, messicano, brasiliano, africano, per non dire dei McDonald's, che si mangia in giro, dovunque. Scommettiamo che se sull'insegna fosse solo stato scritto «Sapori del Vicino Oriente» senza quella aggiunta «Speciale Ramadan», nessuno vi avrebbe fatto caso?
La Lega ad avviso di chi scrive non dovrebbe dimenticare di essere un «partito di scopo», che molto del suo consenso, cioè, lo deve alla difesa del Nord indirizzato su una strada ben precisa, che è quella, chiaramente intesa dal partito di Bossi prima con la secessione, poi con la devolution ed infine con la scommessa del federalismo. Il folclore ci può stare, come i riti celtici, il Borghezio antislamico che fa a botte in tv, o l'inguardabile Salvini, e quant'altro ormai fa parte della tradizione del Carroccio. Ma il folclore non è la «linea politica» principale e determinante su cui si raccoglie la gran parte del voto. Anche se a livello strettamente locale si può avere una simile percezione del motivo del successo.
A conclusione mi permetto di riportare integralmente una lettera firmata pubblicata dal quotidiano Il Cittadino assieme alla lettera del presidente della Provincia. È uno scritto pieno di buon senso che merita attenzione e riflessione.
«Approfitto di questo vostro spazio di dialogo, per sottolineare la tristezza che in questi giorni viviamo come lodigiani, assistendo al pietoso botta e risposta sul "caso Auchan–Ramadan". Io mi chiedo se con tutti i problemi seri che ci sono in Italia, legati anche agli stranieri tra integrazione onesta e gente che viene da altri paesi per fare il furbo e sfruttando la bontà del nostro assistenzialismo, mi domando se davvero si debbano sprecare tempo energie per questioni come la realizzazione di uno spazio di alimentari per l’oriente e il ramadan.
Gli ipermercati, come molte altre attività, gestiscono il commercio nel rispetto della legge come meglio credono. E da anni in Italia si vedono settori "specialità regionali" ecc… E non ci vedo nulla di male. Il mercato che vanno a coprire è internazionale, per cui, a maggior ragione, differenziano l’offerta.
Queste realtà devono inoltre rispondere al mercato: ci sono più clienti stranieri di prima? Rispondo anche (e sottolineo anche) alle loro esigenze. E se l’Auchan fa il suo mestiere a norma di legge e con onestà nessuno a casa degli altri va a dire come preparare la tavola. Valorizzare i prodotti lodigiani è importante e intelligente ma impedire di valorizzare anche altre tipicità è sbagliato.
Riguardo alle sbandierate radici cristiane: ci sono e sono da rispettare e importanti, perché non
vanno negate. Veniamo da lì, tutti più o meno. Anche il nostro calendario è scandito sul tempo cristiano. Ma non sbandieriamo il cristianesimo a parole: viviamolo, senza dirlo. E porterà frutto.
E occhio a restringere troppo il campo alle grandezze lodigiane… potremmo trovarci il piatto vuoto.
Spero che il dibattito politico e amministrativo si elevi ad argomenti più urgenti e interessanti.»

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