domenica 7 dicembre 2008

I timori iraniani di un attacco israeliano sono fondati?

Traduco qui un articolo apparso lo scorso 30 novembre sul quotidiano Haaretz, firmato dal corrispondente Yossi Melman, intitolato “Come Israele è riuscito ad ostacolare i piani nucleari dell’Iran”. Lo ripropongo perché ci racconta di alcune particolarità della lotta di intelligence in atto tra Israele, i paesi occidentali e l’Iran.
Il capo del Mossad Meir Dagan – scrive il giornalista di Haaretz - ha promesso di bloccare il programma nucleare dell’Iran, poco dopo essersi insediato nella sua carica più di sei anni fa. Ha promesso di farlo in una lettera inviata al dipartimento e ai capi unità del Mossad, e ai capi della Intelligence militare e ai servizi di sicurezza del Shin Bet.
Alti funzionari veterani del Mossad hanno cercato di impedirgli di farlo. Parla di ingerenza, di rinvio, d'interruzione, hanno detto - non promettere. Gli stessi alti funzionari hanno da prima attribuito l'ambizione e le pretese di Dagan alla sua inesperienza, ma poi hanno realizzato che la promessa è stata un prodotto di troppa sicurezza di sé.
Da quando Dagan è stato aggregato al Mossad, si è mosso come un toro in un negozio di porcellane. Egli ha chiuso dipartimenti, effettuato cambiamenti strutturali, si è alienato i veterani, ha insultato alti funzionari e fatto promesse che non mantiene - compresa la sua promessa di bloccare il programma nucleare dell’Iran, che continua progredire ad un ritmo costante. Le 3.800 centrifughe del complesso di arricchimento dell’uranio di Natanz stanno arricchendo uranio a basso livello. Altre 3.000 centrifughe sono sul punto di essere collaudate. L'Iran continua a costruire un reattore nucleare ad Arak progettato per produrre plutonio, e presto varcherà la soglia tecnologica che gli consentirà di assemblare una bomba.
Ma Dagan ha conseguito un certo numero di risultati. Ha insistito risolutamente sul fatto che l'Iran fosse un obiettivo prioritario di raccolta di informazioni e fosse posizionato al più alto ordine di priorità di intelligence “essenziale”.
Il fatto è che questo processo ha avuto inizio durante il periodo di Shabtai Shavit e acquisito slancio sotto Ephraim Halévy, ma Dagan è stato colui che ha focalizzato i riflettori dell’intelligence sulle ambizioni nucleari degli ayatollah, assegnando risorse sostanziali e riorganizzando i servizi, le unità e le filiali per farlo. Sotto Dagan, la cooperazione d’intelligence con altre nazioni è aumentato. Si potrebbe dire con cautela che una percentuale sostanziale del bilancio operativo dell’intelligence israeliana è dedicato a questo tema.
Le modifiche e accentuazioni di Dagan hanno iniziato a mostrare risultati. Diversi governi stranieri (Spagna, Belgio, Austria, Tanzania, Azerbaigian e altri) hanno impedito all'Iran di ricevere importanti attrezzature tecnologiche per il suo programma nucleare. I più audaci esempi di cooperazione internazionale includono la creazione di società fantoccio che hanno venduto apparecchiature difettose all’Iran, in modo da "avvelenare" il suo programma nucleare. Ci è stato offerto un assaggio di questo metodo quando è stato rivelato che alcuni uomini d'affari svizzeri che hanno svolto un ruolo di primo piano nella rete di contrabbando guidata dal dottor Abdul Khader Khan, il pakistano che ha venduto all'Iran i progetti delle centrifughe, erano effettivamente agenti della CIA.
Un altro vantaggio che le società fantoccio detengono è che possono anche vendere all'Iran dispositivi validi destinati a creare fiducia, e quindi fornire attrezzature munite di dispositivi di ascolto o cavalli di Troia. Questo è il motivo per cui Ali Ashtari, che ha fornito le apparecchiature per la Guardia rivoluzionaria iraniana (che è responsabile del programma nucleare), è stato impiccato la settimana scorsa. Un tribunale rivoluzionario di Teheran ha stabilito che era un agente Mossad.
Naturalmente, una maggiore attività di intelligence comporta rischi sottostanti che possono esporre agenti, collaboratori, dirigenti e ufficiali di collegamento. Le guardie rivoluzionarie dell’Iran, il Ministero dell’intelligence ed il procuratore generale hanno “smascherato” parecchie spie del Mossad nelle ultime settimane.
Oltre a Ashtari, altri tre agenti sono stati presumibilmente smascherati, "riservisti" della Basij, la milizia popolare subordinata alle Guardie rivoluzionarie. I mezzi di comunicazione iraniani hanno riferito che erano stati reclutati dal Mossad e avevano imparato a usare le armi, esplosivi e sofisticate apparecchiature di comunicazione a Herzliya e Cesarea. Prima di ciò, era stato riferito che un noto blogger iraniano-canadese che ha visitato Israele è stato pure arrestato per il sospetto di spionaggio per Israele.
L'Iran è in un periodo delicato. Si terranno elezioni presidenziali nel maggio 2009, e la posizione del Presidente Mahmoud Ahmadinejad, che non è particolarmente popolare tra gli iraniani, non è chiara. La caduta dei prezzi del petrolio stanno aggravando la crisi economica in Iran, e la campagna elettorale sta facendo crescere rivalità personali e organizzative.
Le leadership militari, politiche e religiose in Iran hanno paura che Israele attaccherà i suoi siti nucleari nel periodo di penombra prima che l'amministrazione Bush lasci l’incarico e che Barack Obama sia investito in gennaio. Molti di loro ritengono che Bush e Israele hanno già raggiunto un accordo su un tale attacco, anche se questo è improbabile. Obama ha chiarito che egli preferisce il dialogo con Teheran, prima di dirigersi sul percorso militare, e Israele non agirà contrariamente ai desideri dell’America, non certo su un tema talmente teso e delicato.
Tutto questo sta creando una psicosi in Iran. Si può tuttavia presumere che non c'è fumo senza fuoco, ed è certamente possibile che gli uomini catturati siano davvero agenti del Mossad. In ogni caso, ciò che sappiamo è solo la punta dell’iceberg degli sforzi israeliani e occidentali per bloccare il programma nucleare dell'Iran, così come degli sforzi dell'Iran per smascherare e neutralizzare loro.

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