giovedì 4 dicembre 2008

Senatori in esilio e poche altre curiosità della politica nostrana

Il presidente della commissione di Vigilanza Rai Riccardo Villari ha dichiarato oggi, a margine delle audizioni dei vertici di Viale Mazzini: "Se sarò espulso vorrà dire che mi sentirò un senatore del Pd in esilio". Al termine dell'audizione ha aggiornato la commissione a mercoledì prossimo quando si aprirà il dibattito sulle relazioni di Petruccioli e Cappon.
E pochi minuti è durata l'esposizione del senatore del Pd Riccardo Villari di fronte all'assemblea del gruppo Pd di palazzo Madama dove a sorpresa ha annunciato il ritiro dell'appello alla decisione del direttivo di escluderlo. Il senatore ha voluto comunque esporre le "ragioni di chi si sente amareggiato in quanto un fondatore di questo partito viene espulso senza che gliene siano state date le motivazioni". Villari ha detto all'assemblea: "Ritiro il mio appello perché non voglio mettere in imbarazzo il gruppo rispetto ad un provvedimento di espulsione che considero ingiusto anche perché preso nei confronti di un fondatore di questo partito".
Berlusconi si chiama fuori ancora una volta dalla vicenda, una vicenda che "non attiene al governo". Il premier alla presentazione del logo del G8 della Maddalena, ha ribadito l'estraneità del governo dal caso Villari, spiegando che "i gruppi parlamentari devono assumere le loro decisioni relazionandosi con il presidente della Vigilanza". Ma se c'erano ancora dei dubbi sulla vicenda, ha pensato Anna Finocchiaro a toglierli definitivamente, lasciando trasparire la volontà egemonica del partito di Veltroni, quella di sempre, nei riguardi delle altre minoranze. Parlava di Villari, ma in realtà confessava la volontà nascosta dietro il paravento della pacatezza e serenità veltroniana: "Riccardo Villari non è piu' senatore dell'opposizione. L'esclusione nei suoi confronti diventa definitiva". Sì, avete letto bene: l'opposizione è il Pd, what else? E dunque, per la Finocchiaro Villari "si ritrova nella condizione del soldato giapponese che resta nella giungla dopo la fine della guerra". Ci sarebbe da chiedersi al contrario dove che fine abbia fatto il Pd? Quella del Giappone, la resa? A chi?
E il senatore rimasto nella giungla a fare il Presidente della Vigilanza senza l'esercito in cui militava e che aveva contribuito a fondare, consapevole della necessità di proseguire lungo la sua strada, ha detto: "Immagino che questo sia un malessere momentaneo. Dobbiamo lavorare perché tutti ci siano nella commissione e diano il proprio contributo per dare una mano all'azienda Rai che è l'azienda culturale piu' importante del Paese".
Altro argomento. Il senatore del Pd Vincenzo Vita, commentando le parole del premier che ieri ha affermato che al prossimo G8 in Sardegna proporrà una "regolamentazione a livello internazionale" del Web, ha ribadito quello che per tutti dovrebbe essere un luogo comune: "Internet non ha bisogno di censure e tantomeno di regolamentazioni, perché per sua natura si autoregola".
Chiudo con il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga che ha dichiarato, sul tema caldo della giustizia calabrese: ''E ora il dipietrino Uolter Veltroni, pover'uomo, tra i procuratori di Catanzaro e di Salerno con chi si schierera'? Ma certo, contro Silvio Berlusconi e a favore di Barak Obama…''.

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