Stiamo tutti tranquilli, perché a tranquilizzarci sullo stato dell'arte nel processo preparatorio all'integrazione in un unico soggetto politico di Forza Italia ed Alleanza Nazionale è Ignazio La Russa: "Anche ieri sera a casa del Presidente Berlusconi parlavamo di Nord Italia, delle prossime elezioni nelle varie regioni, anche con esponenti della lega. Con gli amici che si occupano del processo organizzativo sta andando tutto molto, molto bene. Lavoriamo gomito a gomito. Naturalmente quando c'e' un processo di integrazione ci sono scogli organizzativi da superare". Occhio a dove si mettono i piedi. A camminare sugli scogli se c'è del limo si rischia di scivolare.
Ignazio La Russa era ospite della rubrica di Maurizio Belpietro "Panorama del giorno", in onda all'interno del programma "Mattino Cinque", su Canale 5, un ottimo palcoscenico per rassicurare. A 360 gradi: "È addirittura imbarazzante il successo che ha avuto questa iniziativa [i soldati nelle città, ndr]. Quando la proposi non venne accolta da tutti molto bene, non da parte dei cittadini che l'hanno sempre, io credo, apprezzata, ma ci fu una certa reazione figlia di una cultura di sinistra, che parlava ci militarizzazione del territorio, di cose terribili, poi, invece, si è visto come i risultati siano arrivati, come la percezione di sicurezza nelle non tantissime citta' dove sono schierati i soldati, soprattutto nei pattugliamenti, è aumentata". Ma non si è fermato qui, ha ribadito la sua idea della scorsa settimana di estendere l'inziativa "almeno a tutti i capoluoghi di provincia". Le province pur sempre servano a qualcosa: l'utilità dei capoluoghi è fuori discussione.
Antonio Di Pietro, il leader Idv, il prezzemolo nei media, a "Radio Anch'io" su Radio Rai Uno come eco che ritorna: "Italia dei valori non torna in Vigilanza perché è screditata dopo che è stato abbattutto il principio costituzionale e la prassi parlamentare per cui le opposizioni potevano scegliere" il presidente della commissione di garanzia. Quanto rumore per una "carega". Cè da chiedere a Villari, visto che ci siede sopra, se è d'oro o quali altri virtù arcane infonda a chi la possiede. Ma che ci azzecca poi principio costituzionale e prassi parlamentare? Non sono proprio le norme a garantire che chi siede in Parlamento è "senza vincolo di mandato"? E se poi fosse come "vota Antonio" dice, ci spiega perché in tali situazioni anche la maggioranza vota, e poiché vota perché non è libera di esprimere un voto suo? Fino a prova contraria il voto bulgaro non è mai stato prassi democratica in questo Paese. Ciò che la prassi democratica "norma", è che la presidenza di una commissione di controllo, ovunque, sia affidata ad un esponente della minoranza: non sta scritto che "deve essere scelto" dalla minoranza. Locuzione quest'ultima che implica un "centralismo democratico", un portare il cervello all'ammasso, un intervento di forzatura delle segreterie nell'attività parlamentare che non è ammissibile, anche se quotidiana.
Ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva detto: "Senza entrare nel merito di alcuna disputa politica, credo di poter dire che in questo momento e già da tempo, assai basso è il grado di attenzione che tutte le forze rappresentative del Paese dedicano al problema del Mezzogiorno e del rapporto tra il Sud e lo sviluppo nazionale", e molto altro ancora. Questa mattina gli hanno chiesto se le sue parole potessero costituire una nuova iniezione di fiducia per Napoli. "Spero che la si raccolga", è stata la risposta laconica. "Il presidente Napolitano conosce la condizione di Napoli: sarebbe assurdo aspettarsi che dicesse che tutto va bene", ha commentato i giudizi di Napolitano, sulle prospettive ma anche sui mali del capoluogo partenopeo, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino.
Dimenticavo, il ministro La Russa oggi ha detto anche che l'Italia non è dispobile ad aumentare il proprio contingente militare in Afghanistan. Una buona notizia, se non altro sul piano della spesa pubblica.
Non ho capito invece Di Pietro sempre questa mattina a "Radio Anch'io" sulle impronte: "In ufficio di presidenza, la maggioranza ha deciso che le impronte sono un'offesa alla privacy e quindi che non si può fare", riferendosi al nuovo sistema di votazione anti "pianisti" messo a punto dalla Camera e che dovrebbe entrare in funzione a febbraio. Il sistema "è costato 550 mila euro. Ed è già vergognoso e umiliante perché il voto dovrebbe essere un dovere dei parlamentari" che nel momento in cui "votano per due non fanno l'interesse pubblico ma rubano" alla luce del fatto che il meccanismo della diaria parlamentare legato proprio alla votazione da parte del deputato. Dove sta l'offesa alla privacy se l'uso è ristretto alle votazioni della Camera? Cosa c'è? La paura forse che guardino nel casellario giudiziario e facciano inquietanti scoperte?
Diciotto parlamentari di maggioranza e opposizione faranno i camerieri per una sera per raccogliere i fondi che verranno devoluti alle famiglie del Myanmar colpite dal ciclone. Hanno risposto all'appello di "Save the Children", l'organizzazione internazionale indipendente che si occupa della difesa e della promozione dei diritti dei bambini, i ministri Mara Carfagna e Raffaele Fitto, insieme a Livia Turco, Enzo Carra, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Giorgio Merlo, Ettore Rosato, Luciano Ciocchetti, Franco Narducci, Angela Napoli, Paola Concia, Massimo Romagnoli, Pierluigi Mantini, Nunzia De Girolamo, Paolo Cento e Marco Pugliese. Usciti da Montecitorio, questa sera i deputati si recheranno al teatro Capranica, dove è stata allestita una sala per la cena di beneficienza per la prima edizione di "Piatti vuoti". Una cena molto sobria: un piatto di zuppa, pane e una mela. Iniziativa lodevole che andrebbe ripetuta, un sorta di lavoro socialmente utile che tutti i parlamentari dovrebbero essere chiamati a fare. Alla fine potrebbero anche imparare a servire il popolo.
Chiudo questo post con Silvio Berlusconi che in conferenza stampa a Tirana ha detto: ''Se la sinistra insiste perché si cambi la norma [la norma sull'iva al 20% per le pay-tv, ndr], la prendo in parola. Sono assolutamente d'accordo, purché si rispettino le norme europee. Se la sinistra dovesse insistere a che l'Iva sulle televisioni sia al 5% [come prevede l'Unione europea] io personalmente non ho nulla in contrario. Bisogna sentire poi il ministro Tremonti. La mia è un'apertura totale alle richieste dell'opposizione. Vediamo se la sinistra, per una volta, sarà finalmente coerente con se stessa o perderà completamente la faccia di fronte agli italiani''.
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