martedì 24 giugno 2008

Bar Sport Italia

L’Italia, paese di poeti, santi, navigatori e… imbecilli. Dopo qualche giorno riprendo le mie annotazioni, e come non ripartire dalle vicende calcistiche che hanno “scosso” la “nazione”. Un passo indietro, però… Mancini. La squallida vicenda del completamento dell’album di figurine di Moratti, cui neppure la vittoria di due (per non dire tre) scudetti ha guarito dalla sua maniacale insoddisfazione, se il nostro territorio non fosse sovraffollato anche dalla quarta categoria, avrebbe dovuto incontrare la riprovazione dei più. E invece la servile accondiscendenza di molti pennivendoli, cui non pareva vero levarsi di torno quella sorta di Mozart della panchina personificata nel Mancio in apoteosi della propria mediocrità di pensiero – la parafrasi “mediocri di tutto il mondo unitevi” è quanto mai sempre la più gettonata –, ha già relegato nell’angolo delle non notizie uno dei tanti segni dei tempi che stanno scuotendo lo Stivale e rivoltandolo come fosse un calzino. L’«urlo» del Mancio: mi cacci? caccia la grana! è stato uno dei tanti banzai che risuonano nell’italico territorio in molti campi portati dai nuovi venti che soffiano di questi tempi, come nel Sessantotto, contro i baroni d’oggi.
Al “partito” del Mancio s’è unito ieri Donadoni, che ha equiparato le sue dimissioni alla corazzata Potëmkin di Fracchia: una boiata pazzasca. Sinceramente, perché Donadoni dovrebbe dare le dimissioni? Perché fa rima? (Ma allora anche Berlusconi, Veltroni e tutti gli altri eoni della politica e via discorrendo). Per far posto a Lippi? Ma chi è Lippi? Uno che ha avuto un culo pazzesco e poi l’intelligenza altrettanto pazzesca di passare la mano ad un altro – il primo ingenuo che passava – per gli europei di calcio dove lui ed il suo puzzolente toscano si sarebbero giocati faccia, gloria e cv. Sinceramente ripresentare Lippi è come è stato ripresentare Prodi. Il Medioevo che ritorna. Il risultato si è visto; e i danni pure. Eppure c’è una lobby disgustosamente in gran spolvero dappertutto, giornali, tv, Biscardi, cessi pubblici. Lippi muove l’interesse di interessi forti nel calcio? Tanti sponsor non richiesti gettano almeno l’ombra del sospetto sulla sua candidatura. E sulla Lega… che succede? Perché tutto questo? Certo, neanche a me è piaciuto il calcio messo in campo da Donadoni. Ma in fin dei conti la nostra nazionale è stata l’unica delle grandi, o pronosticate tali, escluse dalle semifinali, che è uscita a testa alta, senza fare figure da cabaret. Per vincere bisogna segnare, purtroppo lo scopo del gioco è quello. E con quel Toni baloni che vendi limoni in piazza Goldoni al numero tre era ben difficile aprire la porta. Si può recriminare su qualche scelta, ma del senno del poi è piena la fossa delle Marianne. Gli italiani hanno sopportato per tanto tempo ct come Vicini, perché non fare altrettanto con Donadoni, lasciandoli naturalmente tutto il tempo necessario perché la sua serietà contagi un ambiente che di serietà avrebbe bisogno a iosa?
Con la questione della nazionale – dove vale il postulato che tutti gli italiani sono migliori commissari tecnici di quello designato per grazia di Dio o furor di popolo – si sposa bene la vicenda giudiziaria, nel senso dei processi stoppati per lasciare spazio, tempo e risorse a processi che non lascino impuniti gli autori di aberranti reati. È incredibile come tutti si sentano poco appagati dal proprio tran tran lavorativo quotidiano, quello per cui sono pagati, al punto da preferire al proprio il mestiere degli altri e spesso e volentieri ad invadere competenze e “scompetenze” che sono di altri. Il buon senso dice che il legislatore fa le leggi, il governo governa in attuazione di quelle leggi, il giudice quelle leggi, che gli piacciano o no, le fa rispettare. Ma oggi l’Italia dovunque è un gran bar sport della politica che pullula di commissari tecnici in pectore; e, dunque, perché meravigliarsi delle continue esternazioni di questo o quello che grida solo per farsi notare e magari rimediare una birra da qualche fanatico che gli si fa sponsor?
E non sono cronache da bar sport della politica le cronache riportate dai giornali “seri”, manco fossero la “rosa”? Basta leggerle. Un esempio: «“Siamo contrari all'aggravante di clandestinità e alla norma che sospende i processi. Ritiratela da questo decreto. Non è questione di antiberlusconismo, il dialogo deve avere principi e regole condivisi” dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo dei Democratici. L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che non ha partecipato al voto, attacca “quelle lobby politico-eversive che sono l'Associazione nazionale magistrati e il Consiglio superiore della magistratura”. Rivendica l'approvazione del decreto Maurizio Gasparri: “Votiamo con orgoglio un provvedimento che dà più sicurezza gli italiani e più trasparenza alla giustizia” dice il capogruppo del Pdl.» (citazione tratta da un articolo d’apertura di Repubblica.it)

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