venerdì 20 giugno 2008

Fresco di stampa

Sergio Fumich
Dopo l’8 Settembre 1943 in Istria
GOVERNO POPOLARE E RAPPRESAGLIA NAZISTA

Il Litorale Libri, 56 pagine, formato 6" x 9". Acquistabile su Lulu.com.

Il libro propone con aggiunte e alcune modifiche il testo della conferenza tenuta presso l'Archivio storico di Lodi in occasione delle manifestazioni per la "Giornata del ricordo" 2008, organizzate dal Comune di Lodi e dall'Istituto Lodigiano per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea.
Sull’evento aveva scritto Matteo Brunello (Il Cittadino del 20 febbraio 2008): «La furia concitata di quei giorni, con l’esercito italiano in fuga, i bombardamenti tedeschi, l’ondata di violenza che culminò nelle foibe. Poche settimane raccontate attraverso articoli di stampa e documenti dell’epoca, per offrire uno spaccato storico di ciò che furono i primi “infoibamenti” in Istria. E a parte “l’assurda contabilità delle vittime”, su cui peraltro esistono versioni discordanti, un giudizio è per Sergio Fumich chiaro: “Non si può parlare di pulizia etnica”. Nonostante le autorevoli parole del Capo dello Stato Napolitano, per il relatore scelto da comune di Lodi e Istituto Lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea su quel periodo è necessaria maggiore obiettività: “Le foibe sono state una terribile tragedia della nostra storia. Ma è necessario raccontare quegli eventi senza esagerare quanto accaduto, altrimenti si rischia di non rendere onore ai morti”.
Intervenuto lunedì sera [18 febbraio 2008] all’Archivio storico, per celebrare la ricorrenza della Giornata del Ricordo, lo scrittore Fumich (originario di Trieste e residente ora nel Lodigiano) ha con grande scrupolo descritto gli episodi accaduti in terra istriana dopo quel tragico 8 settembre 1943. Quindi il terribile effetto domino di un vuoto di potere che è divenuto presto causa di barbari delitti: quella “confusione” indescrivibile con i soldati in festa per la gioia di tornare alle proprie case, le città sotto i bombardamenti tedeschi e le rappresaglie naziste, mentre i comitati partigiani si liberavano dei prigionieri gettandoli nelle cavità carsiche. Un quadro di grande drammaticità e complessità, che affonda le proprie radici nel periodo precedente: “Non si possono negare infatti le responsabilità del fascismo, non si può negare l’intolleranza nazionale, segnata talora da vero e proprio razzismo” che il regime inflisse a quei territori, ha evidenziato Fumich. Per poi seguire passo a passo gli eventi che insanguinarono quelle località, corredati da letture di brani tratti dal quotidiano di Trieste e alcuni testi sull’argomento. Un concentrato di aggrovigliati intrecci che continua ancora a far discutere a distanza di mezzo secolo e a dividere gli storici e i commentatori.»

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