lunedì 9 giugno 2008

La via federalista del Parlamento del Nord

Riunito a Vicenza domenica 2 marzo 2008, il Parlamento del Nord ha deliberato l’approvazione di una proposta programmatica, relativa alla promozione di un autentico ordinamento dello Stato di tipo federale, articolato in tre Euroregioni.
Riporto di seguito il testo della deliberazione.

RISOLUZIONE FEDERALISMO: EUROREGIONI E MACROREGIONI.

PRESO ATTO
che il processo di disgregazione e di dissoluzione dello Stato nazionale, come aveva preconizzato il professor Gianfranco Miglio, procede a ritmi sempre più rapidi ed è ormai giunto al capolinea, per effetto dell’erosione della propria prerogativa esclusiva — la sovranità — dal basso, vale a dire a causa delle crescenti istanze di autonomia delle politiche regionali, e dall’alto, vale a dire a causa della progressiva ingerenza delle politiche dell’Unione europea nell’ambito delle sfere di competenza delle singole statualità;
che l’euroregionalizzazione, intesa quale criterio di aggregazione e di organizzazione degli interessi e degli indirizzi politici regionali, s’è ormai affermata, oggi costituisce un dato di fatto e alimenta l’affermazione delle identità culturali territoriali;
che questi due soggetti istituzionali — regioni e Ue — trovano ormai ampi margini di dialogo politico senza la mediazione dello Stato centrale e anche una rappresentanza istituzionale nel Comitato delle Regioni d’Europa;
che i più recenti orientamenti politici dell’Ue sono finalizzati ad accordare progressivi margini di autonomia alle unità regionali interne ai singoli Stati ovvero a sviluppare la cooperazione interregionale, bilaterale e multilaterale, sia sul piano interno, sia sul piano internazionale, nei fatti archiviando il tradizionale ruolo di mediazione e di ingerenza dello Stato centrale (nella fattispecie, la cooperazione multilaterale risponde a criteri di omogeneità culturale, economica e sociale, com’è il caso delle Regioni del Nord);
che, sul piano interno, lo Stato ha abdicato alla propria sovranità in molte realtà regionali e in plurime circostanze (le così dette — e ormai quotidianamente all’ordine del giorno — ‘emergenze’: rifiuti, immigrazione ecc.);
che a partire dai primi anni Novanta — dallo studio della Fondazione Agnelli del 1992 e dall’elaborazione del progetto politico federale proposto dal professor Gianfranco Miglio — è sotto gli occhi di tutti la suddivisione del Paese in tre grandi unità regionali, omogenee e assai affini dal punto di vista economico, sociale e culturale, come recentemente riconosciuto, per esempio, dall’Osservatorio del Nord-Ovest (non certo tacciabile di ‘simpatie’ leghiste);
AUSPICA
la definitiva archiviazione del decentramento — per la verità piuttosto blando e, comunque, insoddisfacente — che ha caratterizzato e scandito la vita istituzionale del Paese nell’ultimo decennio, in favore di un autentico federalismo;
INDIVIDUA
nell’istituzione di una ‘camera’ delle regioni (il Senato federale della Repubblica), sul modello del Bundesrat tedesco, il momento decisivo del cammino verso il federalismo, cioè il grimaldello per far ‘saltare’ il sistema centralista:
-- i senatori saranno eletti da ogni Consiglio regionale al proprio interno (cinque senatori per le Regioni sino a un milione di abitanti, sette per quelle fino a tre milioni, nove per quelle fino a cinque milioni, dieci per quelle fino a sette milioni, dodici per quelle con più di dodici milioni di abitanti) e dal Consiglio delle autonomie locali tra i componenti dei Consigli dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane (un senatore per le Regioni sino a un milione di abitanti, due
per quelle con più di un milione di abitanti);
-- saranno altresì soppresse le Prefetture, simbolo dello Stato centralista di matrice napoleonica;
PROPONE
la suddivisione del territorio della Repubblica italiana in tre Euroregioni, che rappresentano la più funzionale articolazione territoriale sulla quale fondare il nuovo Stato federale. Le prerogative e le funzioni di ogni Consiglio euroregionale e di ogni Governo euroregionale, nei loro rapporti con il Governo federale della Repubblica e con l’Ue, sono demandate alla necessaria e radicale riforma costituzionale — che si configura, dunque, come un vero e proprio patto federale — connessa a questo progetto;
riforma che dovrà ispirarsi al riconoscimento e all’istituzionalizzazione della ‘diversità’ economica, sociale e culturale, alle quali lo Stato federale garantirà adeguata tutela ed espressione, delle euroregioni, a esse accordando una sovranità esclusiva, vale a dire la libertà, intesa come autonomia e autogoverno, in termini di potere legislativo, amministrativo, giudiziario. Le tre euroregioni, così federate, saranno rappresentate dal Senato federale.

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