lunedì 9 giugno 2008

Chicche su rifiuti e sicurezza

Rifiuti. L'ultimo collaudo per la discarica di Savignano Irpino, in provincia di Avellino è in programma per domani pomeriggio. Con la sua apertura il sito affiancherà la discarica di Serre, unica discarica attualmente operativa. Intanto a Chiaiano, i carotaggi eseguiti nei giorni scorsi portano i tecnici del commissariato ad escludere il rischio di infiltrazioni nella cava, individuata per contenere circa settecento mila tonnellate di rifiuti. Secondo quanto viene pubblicato dalle agenzie, gli accertamenti segnalano la presenza di uno strato di pietra lavica utile a garantire l'impermeabilità del terreno. L’annuncio ufficiale della sua apertura potrebbe arrivare già domani, durante il tavolo tecnico previsto in prefettura a cui parteciperanno anche degli esperti nominati dalle comunità locali.

Sicurezza. Una sorprendente realtà emerge dalla diciottesima indagine Demos-Coop sul Capitale sociale degli italiani, focalizzata questa volta sul senso di sicurezza o, meglio, di insicurezza, in particolare dai dati che riguardano le cosiddette “zone rosse” del Centro Italia, regioni, cioè, dove la tradizione di sinistra è più radicata. In questi territori la cittadinanza sembra soffrire in modo particolare del problema della sicurezza. Il livello di allarme, la preoccupazione di subire un furto in casa o del mezzo di trasporto, di essere vittima di un'aggressione, di un borseggio oppure d’una truffa al bancomat, segna quote generalmente più alte di quanto viene registrato dall’indagine nelle altre regioni. Non solo, ma elevata, seppure inferiore alla media nazionale, è anche la quota di cittadini che condivide l'organizzazione di ronde come strumento di controllo e difesa del territorio, quota che comunque raggiunge il 56%. Lo straniero qui non preoccupa in quanto sfida all'integrità della cultura, dell'identità nazionale e del sentimento religioso, ma ancor più che nelle regioni del Nord, i nuovi arrivati vengono considerati per prima cosa come minaccia alla sicurezza dei cittadini (48%); nonostante i legami sociali nel territorio che, anche grazie alla piccola dimensione urbana, sono ancora forti – sono zone dove il 61%, contro una media nazionale del 56%, conosce tutti o quasi i propri vicini. Altro che, dunque, aree “a misura d'uomo”, “isole felici” della propaganda. Anche in quelle zone c’è un forte e netto sentimento di insicurezza, nonostante le forti rassicurazioni della sinistra che il problema è una fantasia gonfiata e cavalcata ad arte.

Alcuni numeri dell’indagine. Quasi 9 italiani su 10 ritengono che la criminalità in Italia sia aumentata, negli ultimi anni. Il 53% lo pensa, in rapporto alla zona di residenza. Il 23% degli italiani si dice “frequentemente” preoccupato di subire un furto in casa, il 20% di essere scippato, il 20% teme di essere derubato dell'auto o del motorino, il 19% ha paura di essere raggirato attraverso bancomat o carta di credito, il 14% teme di cadere vittima di aggressioni o di essere rapinato.
Due italiani su tre ritengono che gli altri [gli estranei], se gli si presentasse l'occasione, approfitterebbero della propria buona fede. Quasi un italiano su due guarda con inquietudine gli immigrati. Oltre il 75% degli italiani chiede di sgomberare campi nomadi e quartieri illegalmente occupati da stranieri.
Oltre il 90% chiede di aumentare la presenza dei poliziotti sulle strade e nei quartieri; il 90% chiede l'aumento della videosorveglianza nei luoghi pubblici. Oltre un terzo degli italiani contro la criminalità dilagante vede di buon occhio il difendersi da soli. Sempre per motivi di sicurezza quasi metà degli italiani è d'accordo nel consentire alle autorità pubbliche di “monitorare le transazioni bancarie e gli acquisti con carta di credito”. Oltre un quarto è disposto a concedere alle autorità di leggere le e-mail e di intercettare le telefonate. Oltre il 60% degli italiani vede con favore le ronde, dovunque, non solo al Nord, ma soprattutto nel Mezzogiorno.
Sarà un sondaggio, un sondaggio estremamente inquietante. Ma la sensazione, con buona pace di chi si ostina sulla carta stampata a irridere la questione, è concreta e rilevabile dovunque. E non è un caso che, secondo un altro sondaggio, la fiducia nel governo Berlusconi dopo i primi provvedimenti sia aumentata e la fiducia nel ministro Maroni permanga stabilmente alta.

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