lunedì 9 giugno 2008

Cresce la fiducia nel premier e nel governo

Nonostante il sensibile remare contro mediatico, cresce la fiducia in Berlusconi premier; fiducia che passa, “molta/abbastanza”, dal 53% di maggio al 59% di giugno, un discreto +6 che premia i primi provvedimenti, ma soprattutto il nuovo approccio verso i problemi, il fare invece del parlare [a vuoto]. Scendono di -7 punti percentuali gli scettici, “poca/nessuna”, dal 46% al 39%. Ma sale anche la fiducia complessiva nel governo guidato da Berlusconi, “molta/abbastanza” dal 49% al 55%, anche qui + 6. La sfiducia, “poca/nessuna” scende dal 47% al 42%, un significativo -5. Il sondaggio è stato effettuato il 6-7 Giugno 2008 da IPR Marketing - Dipartimento Opinione per Repubblica.it e pubblicato oggi, con un campione di 1.000 cittadini residenti in Italia, disaggregati per sesso, età ed area di residenza.
Prima di fare una carrellata del consenso “ottenuto” dai singoli ministri, vediamo i dati relativi alla fiducia sull’operato dei raggruppamenti politici presenti in Parlamento: il Popolo della libertà è l’unica forza che aumenta, passando dal 46% al 50%, +4, in calo tutti gli altri di un punto, Lega Nord dal 31% al 30%, Partito Democratico dal 38% al 36%, Italia dei Valori dal 46% al 45%, con l’eccezione dell’Udc che passa dal 22% al 18%, un -4.
Tornando al governo Berlusconi, il sondaggio raccoglie due tipi di valutazioni sui ministri, la fiducia e la notorietà. Di seguito riporto il dato sulla fiducia, elencando i ministri dapprima sulla base di una variazione di consenso verificata dall’8 maggio all’8 giugno, e poi, l’elenco completo ordinato sulla base del valore percentuale attuale.
Renato Brunetta (funzione pubblica) +16; Maurizio Sacconi (welfare) +7; Giulio Tremonti (economia) +6; Sandro Bondi (beni culturali) +4; Ignazio La Russa (difesa), Claudio Scajola (attività produttive) +3; Umberto Bossi (riforma federale), Elio Vito (rapporti con il Parlamento) +2; Altero Matteoli (infrastrutture e trasporti) +1; Raffaele Fitto (affari regionali) -1; Maria Stella Gelmini (istruzione, università, ricerca) -3; Giorgia Meloni (politiche giovanili) -6.
Questo, dunque, l’intero elenco [in parentesi quadre la percentuale di notorietà]:
Giulio Tremonti [94%] (economia) 62%; Renato Brunetta [51%] (funzione pubblica), Franco Frattini [74%] (esteri) 61%; Roberto Maroni [85%] (interno), Maurizio Sacconi [29%] (welfare) 60%; Giorgia Meloni [63%] (politiche giovanili) 56%; Angelino Alfano [37%] (giustizia) 54%; Stefania Prestigiacomo [83%] (ambiente), Ignazio La Russa [88%] (difesa), Claudio Scajola [71%] (attività produttive) 50%; Sandro Bondi [67%] (beni culturali) 48%; Altero Matteoli [44%] (infrastrutture e trasporti) 46%; Umberto Bossi [94%] (riforma federale) 45%; Andrea Ronchi [46%] (politiche comunitarie), Elio Vito [40%] (rapporti con il Parlamento) 42%; Raffaele Fitto [32%] (affari regionali) 41%; Luca Zaia [19%] (politiche agricole), Gianfranco Rotondi [43%] (attuazione del programma) 40%; Roberto Calderoli [88%] (semplificazione legislativa) 39%; Mara Carfagna [69%] (pari opportunità) 38%; Maria Stella Gelmini [35%] (istruzione, università, ricerca) 36%.

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