mercoledì 4 giugno 2008

"Il matrimonio di Adone" di Ferruccio De Sanctis

Ferruccio De Sanctis, romano, studi classici, specializzato in informatica, ha pubblicato nel 1995 per Edizioni Tracce il romanzo “Il matrimonio di Adone”. Dalla quarta di copertina: «L’autore esprime tematiche filosofiche e psicologiche che con piena leggibilità, con uno stile scorrevole e comunicativo, mostrano al lettore i veri valori dell’esistenza. (…) Lo svolgersi della trama offre una storia allo stesso tempo drammatica e sentimentale, ricca di pathos ma a tratti anche di una lieve ironia. Il lettore ne esce arricchito, come dal confronto con un testo letterario che si ispira alle verità della vita per comunicarci le emozioni della letteratura di qualità».
Di seguito brevi stralci dall’introduzione.

Conobbi Adone in un freddo pomeriggio del mese di marzo del 1990 ed egli afferma che fu il destino. Fu un puro caso invece, secondo me, se quel venerdì entrai nella sua libreria in una antica piazzetta del centro storico.
Non ho quasi mai valide motivazioni per recarmi nella vecchia Roma. Abito e lavoro all’Eur, moderno quartiere decentrato e sotto tutti gli aspetti autosufficiente, pertanto, molto raramente, talvolta a distanza di anni, vado in centro.
Quello fu uno di quei giorni in cui, preso dal desiderio di allontanarmi dal quartiere e, dovendo scegliere dove andare, pensai di recarmi a passeggiare per i vecchi rioni.
Giunto all’interno delle antiche mura aureliane, mi addentrai verso il Pantheon, gironzolai per vecchie piazzette ed antichi vicoli quindi, poiché a me piacciono molto i libri, il loro odore, l’atmosfera delle biblioteche e delle librerie, senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a guardare la vetrina di una libreria delle occasioni.
Bene in mostra vidi “La consolazione della filosofia”. (…)
L’atmosfera delle librerie delle occasioni non è quella delle librerie che vendono il nuovo, tutte belle asettiche.
È come entrare in un negozio d’antiquariato; l’antichità si avverte nell’aria, si respira nell’odore delle antiche scansie di legno secco, della vecchia carta appassita. (…)

Non dico di più; se uno dei miei lettori vuole addentrarsi nella storia che il libro racconta può trovare una copia del romanzo presso Unilibro.

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