lunedì 28 giugno 2010

Cribbio!

Sembrerà un paradosso, ma l'affondo di Berlusconi contro le Regioni non è poi così da buttar via. Altrimenti mal si comprenderebbe tutto quanto è stato detto pochi mesi fa in campagna elettorale, ad esempio in Lombardia. Che il «randello sulla testa di Formigoni» roteato dal premier trovi sostenitori anche insospettati e insospettabili è quantomeno qualcosa di, diciamo, ambiguo.
Berlusconi dice: «Dovremo rassegnarci a diminuire le spese». L'impegno sottoscritto al G20 «impone» di dimezzare i deficit entro il 2013, stabilizzare o ridurre il rapporto debito/Pil entro il 2016. E, nonostante l'ottimismo di Bonaiuti riassunto in un «Non ci spaventa il dimezzamento del deficit, è alla nostra portata; è ampiamente raggiungibile, del resto in questi anni ci siamo comportati meglio di altri nel contenimento del rapporto con il prodotto interno lordo, abbiamo ricevuto negli ultimi mesi i complimenti delle maggiori istituzioni finanziarie, compreso il Fondo monetario e la Commissione europea», qualcosa di incisivo va fatto. «Rispetto a Francia, Gran Bretagna e Germania saremo costretti a fare sacrifici minori, partiamo da una situazione migliore», sempre il portavoce del premier. E le Regioni secondo il governo devono fare la loro parte. Scelte dolorose, come riconosce il premier alla conferenza stampa: «Chi ha la responsabilità delle Regioni difende lo status quo, perché molto spesso si tratta di abolire enti e quindi di persone che dovranno trovarsi un altro lavoro». Ma: «Non si può andare avanti così, a sprecare i soldi dei cittadini». E i cronisti annotano: un'esclamazione fatta con aria scandalizzata.

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