venerdì 25 giugno 2010

Il prezzo

L'Italia agli Europei 2008 uscì a testa alta dopo aver perso 4 a 2 ai rigori con la Spagna. Eppure questo non bastò per mantenere Donadoni al suo posto. C'è sempre gran desiderio nella dirigenza calcistica di figure di merda galattiche, e così nacque la pensata di Lippi, come scrisse a quel tempo Franco Ordine: "La mossa di Abete ha anche risvolti politici interni. Alla rielezione del 2009 si presenta con un Ct saldo in sella e un eventuale rivale (Matarrese) «azzoppato» oltre che dalla contestazione interna alla Lega di Milano (la serie B in rivolta) da un episodio verificatosi a Berna. Dopo lo 0 a 3 dall’Olanda, incrociando Materazzi, don Tonino si lasciò scappare un «che figura di m... avete fatto» che l’interista corresse al volo («avete? No, abbiamo fatto») trasmettendo al gruppo dello spogliatoio la collera per quel giudizio feroce".
Figure di merda contrattate a caro prezzo. Sempre Ordine: "Definito il costo dell’esonero del Ct triste y solitario, circa 550 mila euro la penale fissata sul contratto per la rescissione unilaterale dell’intesa biennale. Da negoziare, invece, il contratto per il Ct campione del mondo e il suo staff. E qui emergono le prime difficoltà. Lippi si dimise al ritorno dal trionfo di Berlino contando su uno stipendio annuo di 1 milione e 100 mila euro al netto delle trattenute fiscali, poco più di 2 milioni per il bilancio federale. Due anni dopo, con la stella sul petto e la casacca di salvatore della patria, chiede un sostanzioso ritocco: 2 milioni netti l’anno, oltre che l’assunzione di uno staff numeroso che parte dal vice Pezzotti e dall’assistente Peruzzi e si espande fino al medico Castellacci. Sul punto Abete intende resistere per due motivi: 1) per riaffermare il primato della federcalcio nella trattativa e nel rapporto; 2) per far pesare a Lippi la scelta di abbandonare il club Italia senza un giustificato motivo. Chi conosce il temperamento mite di Abete e il carattere impulsivo di Lippi ipotizza un accordo economico, e sull’allestimento dello staff, entro una settimana (1,5 milioni la cifra intorno alla quale può maturare la firma)."
La figuraccia di ieri è stata decisa allora in «tre giorni per chiudere la parentesi Donadoni, una settimana per riaprire l’era Lippi, parte seconda». È evidente che Giancarlo Abete, il cui messaggio alla nazionale è già sui libri di storia («Un grosso in bocca al lupo a tutti; abbiamo una grande storia da difendere e cercheremo di farlo con orgoglio. C'è consapevolezza della forza del gruppo ma anche di quella dei nostri avversari»), non solo dovrebbe dimettersi ma proprio sparire dal calcio italiano. Non prima però di aver fatto fede alle sue parole di giorni fa: «Il dibattito che si è aperto sui premi degli azzurri mi sembra un dibattito più di politica in senso stretto che non di politica sportiva. Noi siamo in linea con la politica che fa il Coni: il presidente Petrucci ha ricordato di essere attenti ai costi e su questa linea vogliamo andare avanti. Tutte le risorse che arriveranno ai giocatori arriveranno dai risultati sul campo». Non un euro, dunque.

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