Sinistra Critica e Attac, a fianco dei migranti e dei lavoratori per i diritti di cittadinanza, per la dignità e la tutela del lavoro e contro ogni razzismo, denunciano su «Il Pane e le Rose» la situazione dei CIE, i centri di identificazione ed espulsione, «centri di detenzione» che «costituiscono una drammatica lesione dei diritti e della dignità dei migranti e sono indegni di un paese civile e di uno stato di diritto». «Detenzione amministrativa fino a 6 mesi, condizioni di costante e terribile sovraffollamento, soventi abusi da parte delle guardie o atti di autolesionismo», questo il vulnus evidenziato. Ma Sinistra Critica e Attac puntato il dito anche su un altro aspetto di queste «istituzioni razziste», lo sperpero di denaro pubblico da esse costituito: «circa 50/60 euro al giorno per detenuto è la spesa che lo Stato deve sostenere sotto forma di rimborso ai gestori privati di queste "prigioni etniche", senza considerare le spese per polizia e carabinieri addetti alla sorveglianza». «Pensiamo - dicono - che sarebbe certamente più degno e intelligente che il governo usasse queste risorse per estendere gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici e per evitare la chiusura delle aziende in crisi. Anche perché - aggiungono - molti lavoratori migranti, proprio per la perdita del posto di lavoro rischiano di finire rinchiusi nei CIE».
Motivo dell'intervento è la notizia della progettata costruzione di un CIE a Verona, che sarà uno dei più grandi d'Italia. In proposito Sinistra Critica e Attac si pongono la domanda: «Da chi sarà gestito? Qualche pia opera cattolica o qualche cooperativa rossa?». E aggiungono: «Certo è che chiunque si apprestasse a gestirlo sarebbe complice di quel razzismo istituzionale portato avanti dal governo Berlusconi così come dal sindaco Tosi (non a caso condannato per propaganda razzista) che legittima, di fatto, la violenza xenofoba e lo sfruttamento selvaggio della forza lavoro migrante».
Sinistra critica e Attac ricordano come tali «centri di detenzione» siano stati concepiti dalla legge Turco Napolitano. E rivolgono una pesante critica al PD: «Riteniamo ipocrita la presa di posizione espressa dal Partito Democratico che nelle amministrazioni locali, in diverse città (Parma o Padova, ad esempio) in nome della sicurezza, applica politiche repressive e razziste. Ed infatti - riferendosi a Verona - la contrarietà del PD si è espressa a partire dal "disagio che il CIE arrecherebbe ai cittadini", dai "problemi di sicurezza" e non dal vulnus democratico che esso effettivamente costituisce».
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