Mi sento di ringraziare quanti ieri direttamente o indirettamente mi hanno espresso la loro solidarietà per l'ingiustificata «caccia» attuata nei miei riguardi attraverso la stampa. Ritengo comunque, che al di là degli scambi dialettici tra cittadino e rappresentanza politica, la vicenda non vada enfatizzata. Il nostro, è notorio, sta vivendo un difficile momento sul piano lavorativo, una sorta di mobbing politico, rispetto al quale, come vittima, ha tutta la mia solidarietà. Mi è noto che sia sul procinto di cambiare datore di lavoro, pur rimanendo sempre nel pubblico. Gli auguro di cuore di ritrovare nella nuova collocazione tutta la serenità necessaria di cui ciascuno di noi ha diritto sul piano personale.
Nei giorni scorsi ho inviato una replica al quotidiano Il Cittadino che, avendo promesso a chi legge queste note di pubblicare pure nel mio blog, faccio seguire a queste poche parole. Ecco il testo:
Nei giorni scorsi ho inviato una replica al quotidiano Il Cittadino che, avendo promesso a chi legge queste note di pubblicare pure nel mio blog, faccio seguire a queste poche parole. Ecco il testo:
«Mi scuso se sono costretto ad intervenire ancora, ma da ex giornalista collaboratore del Cittadino ho rispetto per i lettori del giornale e, dunque, ritengo doverose alcune precisazioni in merito allo sfogo del sindaco di Brembio. Non intendo intervenire sulle ragioni che pone a giustificazione del suo sfogo, non solo perché interessano poco i lodigiani, ma anche perché come ben sanno i brembiesi sono esagerazioni dettate da malcelata intolleranza verso le voci fuori dal coro. Solo per inciso la sua lettera, questa sì, sfiora e calunnia e diffamazione e contiene qualcosa che si potrebbe identificare con la parola «minaccia». Intervengo, dunque, soltanto per precisare alcuni punti della mia biografia che il sindaco mostra di non conoscere nonostante io sia stato capogruppo di minoranza in comune negli ultimi due mandati - o forse più semplicemente mi confonde con altra persona. Perché trovo difficile riconoscermi in quel «cose queste che nella mente del Fumich giustificano la costante sconfitta elettorale che da ormai trent'anni (io ancora non ero in politica e già lui perdeva) caratterizzano le sue performance politiche brembiesi».
Come ben sa, direttore, negli anni settanta ero stato iscritto al Pci e fino al 1978 sono stato vicesegretario di sezione a Brembio. Poi, uscito dal partito a motivo di forti divergenze sul progetto di localizzare la discarica comprensoriale a Brembio, sono stato accolto da don Mario Ferrari tra i cronisti del suo giornale e sostanzialmente ho smesso la politica attiva fino a quando nel 1999 l'allora minoranza non mi ha tirato dentro in una lista civica che si chiamava «Brembio democratica». Guardi un po' l'ironia delle denominazioni. Aggiungo ancora, come curiosità, che nel lasso di tempo per così dire sabbatico, nel periodo di Cappelletti sindaco, ho anche gestito la redazione della «Gazzetta», il periodico comunale. Dopo i due mandati consecutivi in cui ho retto le sorti della minoranza, o di parte della minoranza per essere più precisi, e siamo alle elezioni del 2009, ho rinunciato a ripropormi in lista come consigliere, ritenendo che dieci anni in comune fossero un tempo giusto per dare spazio al rinnovamento, anche se l'esito finale non ha soddisfatto le aspettative.
Ritengo che non occorra aggiungere altro se non invitare quanti leggono questa lettera di visitare il sito http://www.fattieparole.info/, che non è il mio sito personale, o il mio blog o il mio sito personale facilmente rintracciabili quest'ultimi attraverso Google, per verificare la bontà o meno delle affermazioni del sindaco Sozzi.»
Come ben sa, direttore, negli anni settanta ero stato iscritto al Pci e fino al 1978 sono stato vicesegretario di sezione a Brembio. Poi, uscito dal partito a motivo di forti divergenze sul progetto di localizzare la discarica comprensoriale a Brembio, sono stato accolto da don Mario Ferrari tra i cronisti del suo giornale e sostanzialmente ho smesso la politica attiva fino a quando nel 1999 l'allora minoranza non mi ha tirato dentro in una lista civica che si chiamava «Brembio democratica». Guardi un po' l'ironia delle denominazioni. Aggiungo ancora, come curiosità, che nel lasso di tempo per così dire sabbatico, nel periodo di Cappelletti sindaco, ho anche gestito la redazione della «Gazzetta», il periodico comunale. Dopo i due mandati consecutivi in cui ho retto le sorti della minoranza, o di parte della minoranza per essere più precisi, e siamo alle elezioni del 2009, ho rinunciato a ripropormi in lista come consigliere, ritenendo che dieci anni in comune fossero un tempo giusto per dare spazio al rinnovamento, anche se l'esito finale non ha soddisfatto le aspettative.
Ritengo che non occorra aggiungere altro se non invitare quanti leggono questa lettera di visitare il sito http://www.fattieparole.info/, che non è il mio sito personale, o il mio blog o il mio sito personale facilmente rintracciabili quest'ultimi attraverso Google, per verificare la bontà o meno delle affermazioni del sindaco Sozzi.»
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