Aldo Brancher ha, dunque, fatto ieri il «grande sacrificio»: in serata tramite i suoi legali ha fatto sapere di aver rinunciato al legittimo impedimento e di essere pronto a presentarsi in udienza il 5 luglio. Che eroe! Alla prima udienza del processo - che lo vede imputato per appropriazione indebita insieme alla moglie Luana Maniezzo e riciclaggio, per un totale di circa 1 milione di euro ricevuti tra il 2001 e il 2005 da Giampiero Fiorani - il 19 aprile era impegnato alla fiera di Hannover. Il 5 maggio, seconda udienza, trattenuto da una Commissione sul federalismo. I primi di giugno, terza udienza, impossibilitato ad essere presente per un viaggio in Cina. Lui, che come ricordano i giornali, nel 2008, quando venne rinviato a giudizio nell'ambito di un'inchiesta stralcio sulla scalata Antonveneta e «furbetti del quartierino», si dichiarò «quasi contento perché sono 4 anni che va avanti questa storia e almeno adesso spero che si possa chiarire».
Silvio, il Cavaliere, ha insomma risolto con la sua «moral suasion» via etere negli spazi di tempo libero tra una riunione e l'altra del G8 la «piccola questione interna», venuta a turbare i suoi amplissimi sorrisi (a Obama) e l'atmosfera gioiosa creata delle sue barzellette raccontate agli altri grandi del pianeta. Il 5 luglio, quindi, Aldo Brancher sarà presente all'udienza, dove è prevista l'audizione di alcuni testimoni, tra cui Fiorani e, forse, alcuni militari della Guardia di Finanza che parteciparono alle indagini. Potrà così «chiarire» il motivo e l'origine di tutti i soldi ricevuti in contanti da Fiorani. Come ha ricordato Paolo Colonnello su La Stampa, «i primi 420 mila (appropriazione indebita) insieme alla moglie Luana tra il dicembre e il novembre del 2003 grazie a delle plusvalenze su azioni Tim e Autostrade che secondo le accuse vennero manovrate dai vertici della banca per favorire la coppia. Altri 600 mila euro (ricettazione) suddivisi in versamenti distinti: i primi 100 mila consegnati in contanti da un collaboratore di Fiorani, Donato Patrini, presso l'autogril di San Donato milanese nel 2001; 100 mila euro in contanti consegnati nel 2004 a Lodi nell'ufficio di Fiorani; altri 100 mila ricevuti a roma nel gennaio del 2005 dopo la bocciatura del Decreto sul Risparmio presso l'ufficio di Brancher, al ministero del Welfare; e infine altri 200 mila euro consegnati ancora nell'ufficio di Fiorani a Lodi, nel marzo dello stesso anno».
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