La rivista Nature Geoscience fornisce un ritratto del pianeta Marte com'era 3,5 miliardi di anni fa. Autore dell'articolo è un italiano, Gaetano Di Achille, che ha lasciato l'Italia per lavorare all'Università del Colorado, nel Laboratorio di Fisica spaziale e dell'atmosfera dove ha avuto modo di cooperare con il geologo planetario Brian Hynek.
L'articolo descrive Marte, quando aveva appena un miliardo di anni, come un pianeta blu, ricco di acqua: probabilmente un grande oceano nell'emisfero nord lo occupava per un terzo e la terraferma era piena di laghi e i fiumi erano almeno 40.000.
La nuova descrizione del panorama marziano è il risultato della prima ricerca che riunisce i dati osservati dal 2001 ad oggi dai satelliti di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) in orbita attorno a Marte.
Secondo Di Achille l'oceano che copriva il 36% del pianeta, era profondo circa 550 metri e conteneva circa 124 milioni di chilometri cubi di acqua. Non solo, ma analizzando le valli scavate dai fiumi marziani e i depositi nei delta di 52 di essi, si è trovata la conferma che il ciclo dell'acqua su Marte era molto simile a quello della Terra, con piogge, acqua che scorreva sulla superficie, si accumulava in laghi e in un oceano, formava ghiacciai ed evaporava.
Ma che fine ha fatto tutta quell'acqua? Il ricercatore, che scaduto il periodo di lavoro in Usa, in autunno si trasferirà in Olanda, nel Centro di ricerche dell'Esa, ricorda che, secondo una delle ipotesi più accreditate, circa 3,5 miliardi di anni fa Marte perse il campo magnetico che lo proteggeva dal vento solare; esposta alla miriade di particelle provenienti dal Sole, l'acqua rimase senza difese, le sue molecole cominciarono a dissociarsi, disperdendosi nell'atmosfera. Parte di quell'acqua è ancora presente, sotto forma di ghiaccio, nel terreno e nelle calotte polari di Marte.
Condizioni ambientali, quelle descritte, dunque, favorevoli alla presenza di forme di vita. Chissà anche intelligenti. E chissà, forse le nostre stesse origini sono marziane. Ma qui passiamo il confine tra scienza e fantasia. E passato il confine possiamo fare le ipotesi più strampalate, come può essere quella che a rendere così Marte sia stata la privatizzazione dell'acqua a favore di multinazionali che l'hanno imbottigliata ed esportata altrove con conseguenze facilmente immaginabili per la popolazione marziana. E tutto perché la comunità marziana si era dimenticata di inserire il diritto all'acqua tra i diritti fondamentali. Qui sulla Terra, oggi, cerchiamo di non ripetere lo stesso errore. Qui, in questo paese di poeti, santi, marinai e... predoni.
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