venerdì 13 agosto 2010

Aforismi d'opposizione

Pippo (Giuseppe) Civati è un consigliere regionale della Lombardia del Pd. Ha detto intervistato martedì scorso dal Riformista: «Se continuiamo a parlare su noi stessi, quell'altro [cioè Berlusconi] continua a prendere voti. Ci sono troppi primi della classe. Evitiamo di imitare chi nel centrodestra, durante la caduta del governo Prodi, si mangiava la mortadella in Parlamento». E ancora: «C'è un'azione politica da portare avanti. Serve un Bersani di lotta... e poi di governo». Su Vendola: «Pone delle questioni importanti, indica delle priorità. Se queste sono necessarie perché le dobbiamo rifiutare?». Meglio Vendola o Casini: «Noi con Vendola e Di Pietro siamo già alleati. Se Casini vorrà fare matrimoni, ci dica chi sarà la sposa».
Debora Serracchiani oggi intervistata dal Riformista: «Credo che Bersani stia lavorando bene, in modo molto convincente. Sta soprattutto evitando la "grande ammucchiata", facendo ragionare tutte le opposizioni, con cui spesso la collaborazione è stata difficile. Credo che Bersani vada verso la giusta strada di un'opposizione europea che si pone obiettivi programmatici». Felice di apprenderlo. E ancora, scontato: «Non vedo nessun esponente dell'attuale esecutivo a capo di un futuro governo tecnico». Sogna Mario Monti, infatti. Anche: «Nessuno che ora si autocandida fa il bene del paese: alcuni dovrebbero essere più cauti e prudenti».
Antonio Di Pietro citato oggi dal Messaggero: «Una volta votata la sfiducia a Berlusconi bisogna che il capo dello Stato valuti se ci sono le condizioni per fare un governo tecnico che in novanta giorni faccia una nuova legge elettorale e una nuova legge sul pluralismo dell'informazione. Io ci credo poco. Anche per questo sono disposto ad andare a votare subito». Sempre Di Pietro martedì scorso intervistato da QN: «Il Pd si tolga dalla testa l'idea di pensare a governi tecnici e alleanze improbabili. Sarebbe cecità strategica. Se anche mettessero in piedi un governo tecnico che portasse avanti la legislatura otterremmo il solo risultato di ridare un po' di fiato agli epigoni della Balena bianca della Prima Repubblica e regalare a Berlusconi una nuova vittoria. È la premessa che è errata. Fini non è un alleato potenziale. Fini per definizione non si potrà mai alleare alla sinistra. Vuole solo logorare Berlusconi, mettere in crisi la sua leadership per prendere il suo posto. Lui non glielo permetterà e, dato che non ci sono i numeri, si andrà alle elezioni. E noi invece di cincischiare dovremmo cogliere al volo le contraddizioni insite nelle destre e presentarci davanti agli elettori».
Rosy Bindi, citata oggi dal Messaggero: «Dobbiamo riuscire a creare un fronte delle opposizioni compatto, che ponga fine al berlusconismo e ridia all'Italia quel progetto di rilancio di cui ha bisogno». Cioè, morte a Berlusconi e per il resto fuffa. E sulla candidatura di Vendola al posto di Bersani: non sarebbe in grado di «fare una sintesi delle diverse componenti del centrosinistra».
Andrea Orlando, riportato dal Corriere della Sera martedì scorso: «La portata dello scontro attuale tra Pdl e finiani dimostra che non si tratta solo di una crisi interna a una coalizione, ma dell'incapacità della destra di tenere insieme l'animo populista berlusconiano con quello più europeo rappresentato da altri. È un modello che vacilla, e bisogna ragionare su come uscire da un semiregime». E ancora: «È necessario che si accorcino le distanze tra tutti coloro che vogliono mandare a casa Berlusconi». Su Fini: «Preferirei vedere nel cofondatore del Pdl un avversario con il quale si condivide l'idea di democrazia, piuttosto che un alleato». Sulle alleanze: «Non si può più ripetere l'esperienza dell'Unione. Ognuno deve indicare un programma di governo credibile, senza porre veti; e mi sembra che già su questo la sinistra radicale si chiami fuori».
Mi fermo.

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