Segnalare qualche articolo è, più che una moda, quasi una necessità per prendere quotidiana coscienza di non stare sognando. Cioè per confermare a se stessi che quel mondo che lo tsunami informativo fa irrompere in casa è, purtroppo, la realtà, di squallore e degenerazione politica, con cui dobbiamo fare i conti. Una necessità vitale, ormai, quella di capire a chi, ad ogni livello, da quello comunale a quello governativo, abbiamo dato la nostra delega in bianco a governare. Così anche oggi ne segnalo qualcuno, cominciando con questo de Il Tempo: Ecco tutti i segreti del bilancio di An. Dal telefono ai manifesti: i conti salati, http://bit.ly/cKN1l9.
Su Repubblica due interviste: la prima, http://bit.ly/dmbS3a, a Benedetto Della Vedova, finiano vegetariano, «Assalto da stalinisti, la richiesta di dimissioni per noi è irricevibile», per Benedetto insomma Fini ha fornito spiegazioni sufficienti sulla casa; sul fronte opposto quella a Stefania Prestigiacomo: «Noi pronti alle elezioni, sulla legalità Gianfranco fa campagne strumentali», per il ministro è giusto rompere con i finiani: volevano logorarci - leggi l'articolo.
La Stampa intervista Maurizio Gasparri: «Difficile fare un accordo partendo dalle coppie gay», per il ministro i margini per trattare ci sono, ma bisogna mettere da parte posizioni che sono sempre state minoritarie nel Pdl - leggi l'articolo. Mentre Il Giornale, con un'intervista a Alfredo Mantovano insiste sull'affair Fini: «Fini non ha chiarito nulla. Tra noi c'è grande disagio». Per Mantovano molti particolari restano ancora oscuri e non si può vendere a una società off shore e parlare di legalità - leggi l'articolo.
Il Manifesto intervista il senatore Andrea Augello: «Tulliani spieghi. Se fini sapeva, si dimetterà». Da leggere e per leggere l'articolo cliccare qui.
La Padania intervista il leghista Roberto Cota: «O la palude o il voto». Cota: solo due i leader - leggi l'articolo. Infine, su Il Riformista l'intervista a Donato Lamorte: «L'off-shore? Non so non parlo inglese» - leggi l'articolo.
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