Il mondo della politica è in fibrillazione. Ormai fa tendenza agitare il babau del voto anticipato. Tutti, anche chi come Penati dal voto è rimasto scottato personalmente due volte. Battute a parte, due giorni fa in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera aveva delineato con precisione quanto fosse nelle intenzioni della maggioranza per verificare la possibilità di proseguire la legislatura, preferibilmente fino alla sua scadenza nel 2013, e la precisa prassi che sarebbe stata seguita per arrivare in settembre ad una decisione.
Aveva detto Cicchitto rispondendo al giornalista: «Si è scelto di procedere a una verifica non nel senso tradizionale del termine. Mi spiego: definiti i contenuti e gli strumenti legislativi per realizzarli, la discussione avverrà prima a livello di governo, un livello nel quale sono rappresentate tutte le forze in campo, compresi autorevoli rappresentanti finiani. Il chiarimento avverrà senza avere atteggiamenti pregiudiziali. Voglio dire: né cercheremo un'intesa a tutti i costi, né avanzeremo proposte provocatorie fatte apposta per rompere. Verificheremo se c'è in Parlamento la maggioranza uscita vincitrice nelle elezioni del 2008. Nel Paese sappiamo che c'è. E quindi se sarà possibile, proseguiremo questa esperienza per altri tre anni, altrimenti accerteremo che non c'è più la maggioranza e, in questo caso, sulla base di una scelta, anch'essa corretta istituzionalmente, si dovrà tornare a votare».
Anche su chi dovrebbe guidare la verifica, Cicchitto è stato molto chiaro: «Evidentemente il presidente del Consiglio. Bisognerà evitare su questo terreno le continue trattative avvenute intorno alla legge sulle intercettazioni. Vogliamo, cioè, evitare uno stillicidio di polemiche e di negoziati estenuanti. siamo ad un punto decisivo. Le scelte devono avere un alto profilo programmatico e riscuotere il consenso. Insomma, la sede del governo è la più idonea a questo scopo. Ovviamente se fallisce questa verifica si va diritti alle elezioni anticipate».
Nella stessa intervista il capogruppo Pdl aveva anche dato indicazioni sulle scelte dei temi a fondamento della verifica: «Dal punto di vista politico si va verso una concentrazione delle scelte, evitando uno sparpagliamento in molteplici direzioni dei quattro argomenti che sono giustizia, federalismo e riforme istituzionali, fisco e e Mezzogiorno. Nel caso del riassetto istituzionale si vuole rendere più efficiente il sistema, mentre le altre materie interessano milioni di cittadini».
Un percorso, dunque, non lasciato al caso e alle emozioni del momento.
Due giorni prima lo stesso Cicchitto aveva dato sul Giornale una risposta pesante al segretario democrat Bersani e la ventilata idea di un governo ponte a guida Tremonti: «È il logoro ragionamento di Bersani, che ha una paura folle delle elezioni e dunque è pronto a qualsiasi manovra di palazzo per mandare via Berlusconi. Per far questo dal '94 la sinistra cambia in continuazione i giudizi: la Lega è la quintessenza del razzismo e in altri momenti costola della sinistra... Solitamente il Pd descrive Tremonti come una sorta di oppressore del sud, ma adesso da Bersani viene considerato un potenziale "buono". Per eliminare Berlusconi, Bersani propone un assemblaggio delle forze più varie, da Di Pietro a Fini. Un grottesco golpe di palazzo».
Quanto a polemiche siamo solo agli inizi; ci aspetta un lungo agosto di chiacchiere e vudù.
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