martedì 31 agosto 2010

Profezie come terapia

Francesco Piccolo su l'Unità del 23 agosto titola la sua scrittura di «terapia» con una profezia apocalittica: «Il patto con Bossi lo distruggerà». Quel «lo» è riferito a Berlusconi. Ormai non occorre più nominarlo, tanto tutti sanno che il pensiero unico del Pd e dintorni è la distruzione del mostro politico di Arcore, di Berlusconi.
Nell'incipit pone una domanda a dir poco inquietante: «Ma Berlusconi è a favore del federalismo?», una domanda retorica ovviamente perché il nostro sa già la risposta: «Né sì né no». E spiega: «L'unico governante nella storia di questo paese che potrebbe attuarlo, ne è del tutto disinteressato». Ohibò, che ci racconta! Dice Piccolo: «Lo ha semplicemente barattato in cambio delle leggi che gli servivano». E ti pareva! «In questo consiste il patto di sangue con Bossi», ma non basta perché sa che sulle bacheche dei paesi, quando l'incaricato non è in ferie, i militanti leggono l'Unità: «Soltanto Berlusconi poteva fare un accordo così spietato e ignorante delle conseguenze: perché nessun altro sarebbe completamente disinteressato alla cosa pubblica». E già. I cenni d'assenso si trasmettono nell'etere dall'ombra delle bacheche dove ferve il dibattito politico sul campionato che sta per partire.
E Piccolo, per far capire meglio l'idiozia del Berlusca, mette i giusti puntini sulle «i» in modo che anche il più tonto dei militanti abbia ben chiara la questione. Dice: «Ma il federalismo - almeno quello imposto dalla Lega - nessuno lo vuole». Grasse risate. «Non lo vuole la sinistra, non lo vuole Casini (uno dei motivi principali per cui si è sfilato), non lo vuole Fini (il motivo principale per cui è andato allo scontro)». D'accordo, ma il Pd? Si sarà chiesto il militante inesperto nell'arte del mimetismo: chi è il Pd? La sinistra, Casini, Fini? Chi? Non pervenuto; com'era ovvio le porte non si chiudono mai, anche se la giusta critica non si lesina mai: «La Lega è al governo da molti anni, è sempre stata vicinissima al conseguimento del risultato, e di nuovo è costretta a chiedere un altro voto per cercare di avere il bottino pieno. Ogni volta, però, gli alleati sono di meno». Perbacco. C'è davvero il rischio che la Lega resti sola, il solo partito al governo. No? Ho capito male?
«Il federalismo è una cosa seria, di cui si dovrebbe discutere a fondo, capirne le ragioni, i vantaggi e gli svantaggi. Ma non succede». Forse perché le cose serie, le si fanno, non le si discutono all'infinito con lo scopo di non farle dicendo di volerle fare. E poi Piccolo informa il lettore che è proprio sul federalismo-contro «che si sta compattando nei fatti un fronte unico». Tutti contro Berlusconi o tutti contro il federalismo? Ora c'è anche la possibilità di scegliere lo slogan per la maglietta. Scherza, scherza, pennivendolo da quattro soldi: «il motivo per cui Berlusconi ha preso così saldamente il potere in Italia (senza la Lega non ce l'avrebbe fatta) è il motivo per cui potrebbe perderlo per sempre (non può più scrollarsi di dosso la Lega)». Uno scenario decisamente pulp. Ed ecco il tocco apocalittico che piacerà sicuramente, Piccolo lo sa, al militante in piazza che all'ombra d'un pino si legge in bacheca il quotidiano fondato da Gramsci (sempre che l'incaricato del cambio quotidiano non sia in ferie): «Berlusconi si sta autodistruggendo con le stesse armi con le quali aveva fondato la supremazia politica di questi anni: il patto con Bossi». Una volta la scena poteva essere sfumata sulle note di "Bandiera rossa", ma oggi? Che tristezza, manco un "Per fortuna che Pierluigi c'è".

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