
Ora che la sinistra ritorna extraparlamentare, ed il Pd ritorna ad essere nient’altro che il vecchio Ds, tutt’al più spruzzato di un po’ di bianco – come del resto a livello locale appare più che evidente – sarà difficile al centralismo “romano” per molto tempo riallungare le mani sul Paese. Anche perché queste elezioni hanno salutato la presenza al Sud di un’altra forza federalista premiata dall’aver fatto la scelta giusta nelle alleanze, che potrebbe contribuire in modo importante, governando la Lombardia del Sud, la Sicilia, a trasformare l’Italia in senso federale, il solo modo utile per risolvere i problemi che strozzano lo sviluppo economico della Penisola.
Sembra, dunque, venuto il momento di porre mano, dopo aver alleviato i problemi economici prioritari che attanagliano le famiglie e i cittadini più deboli, alla riforma federalista dello Stato italiano, rendendolo una struttura più agile e funzionale, in linea con quell’idea dell’Europa delle Regioni che unica può portare all’unificazione reale del nostro continente. Il grande successo della Lega Nord segna inequivocabilmente questo necessario punto di svolta ed è quanto si aspettano i cittadini che hanno portato alla vittoria oggi la compagine guidata da Silvio Berlusconi. Tanto più che, ragionevolmente, questa volta si può confidare che il programma vincente non sarà carta straccia il giorno dopo l’insediamento del governo.
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