Sarebbe un atto di giustizia storica ricollocare nel sito originario il monumento esiliato nel Parco di Miramare
L’Arciduca Ferdinando Massimiliano Giuseppe d’Asburgo è universalmente noto per essere stato l’infelice imperatore del Messico e per aver fatto costruire nei pressi di Trieste il Castello di Miramare, con la sua architettura romantica uno dei più singolari e completi esempi di residenza principesca del pieno Ottocento.
L’Arciduca Massimiliano nacque a Schönbrunn il 6 luglio 1832, di due anni più giovane del fratello Francesco Giuseppe I. Il primo ottobre 1854, a Trieste, con il grado di contrammiraglio assunse il comando della marina da guerra austriaca. Il 28 febbraio 1857 fu nominato governatore generale del regno Lombardo-Veneto e si trasferì a Milano. Le sue tendenze liberali gli valsero le simpatie di molti lombardi ma lo misero più volte in urto con il governo austriaco e con lo stesso fratello Imperatore. Costretto ad abbandonare la carica il 20 aprile 1859, nove giorni prima dell’inizio della seconda guerra espansionista sabauda, si ritirò a Miramare, dove alloggiò con la moglie Charlotte, figlia di Leopoldo I Re dei Belgi, nel “castelletto”, un villino costruito subito dopo l’acquisto del promontorio di Grignano, dove sorgerà il castello “Miramar”.
Dopo l’accettazione della corona del Messico e la conseguente rinuncia ai suoi diritti quale principe di casa d’Austria, il 14 aprile 1864 Massimiliano e Carlotta, alla presenza delle autorità di Trieste e di numeroso pubblico, si imbarcarono sulla fregata “Novara” che costeggiò la rada di Trieste per un ultimo saluto prima di prendere la via del Messico e della sua tragica fine sotto le pallottole di un plotone d’esecuzione alle 7 del 19 giugno 1867 al “Cerro de las Campanas”. La salma ritornò in patria: sbarcata a Trieste il 17 gennaio 1868 proseguì per Vienna dove trovò definitivo riposo nella cripta della chiesa dei cappuccini.
Nel parco del Castello di Miramare, nel cosiddetto “piazzale Massimiliano” nei pressi del cancello di Grignano, è collocato il monumento dell’Arciduca Massimiliano, opera dello scultore Giovanni Schilling di Dresda. Il monumento un tempo era collocato nell’attuale piazza Venezia, come si vede nella cartolina sotto riportata.
In un tempo qual è il nostro, in cui l’Unione europea restituisce finalmente con la caduta delle barriere confinarie alla città di Trieste il libero transito verso il suo entroterra e si parla di una futura euroregione che in buona sostanza le restituisca il ruolo avuto a partire dal 1719 con la proclamazione del Portofranco, penso che non vi siano ragioni sensate che impediscano di perorare la causa di una ricollocazione del monumento nel suo sito originario. Un ripristino completo delle tracce dell’appartenenza di Trieste per secoli alla casa degli Asburgo sarebbe una ripacificazione con la vera storia della città che fu “italiana” nella fantasia di tanti solo a partire dal 1861 con la nascita dell’irredentismo giuliano.
Nessun commento:
Posta un commento