martedì 29 aprile 2008

Walter santo subito

Una splendida serata romana, quella di ieri, per Roma innanzitutto, ma anche per l’Italia tutta. La conclusione degna di uno strano derby, tra vecchio-vecchio e vecchio-nuovo, che ha celebrato il crollo finale di un sistema di potere nazionale e romano che ha provato a consolidarsi dopo tangentopoli contando da una parte sul residuo “controllo sociale” di sindacati subalterni e puntando dall’altra sulla nuova alleanza con gli interessi forti.
I primi ad intuire l’evento epocale sono stati dopo le 17 i tassisti romani con un carosello di giubilo di fronte al comitato per Gianni Alemanno sindaco. Decine di auto pubbliche hanno transitato per via Salandra sventolando bandiere del Pdl e suonando clacson, hanno subito battuto le agenzie. Manca una quindicina di minuti alle 18, quando dalle finestre del comitato del candidato sindaco di Roma del Pdl i suoi sostenitori cantano in coro “Alemanno sindaco di Roma, Alemanno sindaco di Roma”. Alemanno saluta la folla assiepata all'esterno della sede di via Salandra, dove è ormai festa per l'arrivo dei dati degli scrutini.
Non sono ancora le 18, Storace esterna: “Nonostante il fango e la violenza verbale gettati negli ultimi giorni da Rutelli, l'estrema sinistra e soprattutto i romani lo hanno lasciato solo”. Una constatazione che segna lo iato profondo a sinistra dopo l’operazione cannibalista di Veltroni alle politiche. E Fini: “A Roma una pagina storica per An, la vittoria più bella per il centrodestra”. Ma anche una pagina che segna il definitivo declino di una concezione dell’elettorato fondata su ideologismi morti e sepolti con la prima repubblica. L’antifascismo rimane un valore, ma la lezione dura, uscita dalle urne sulla pelle di Rutelli, è che non può più essere usato a sproposito.
Le 18. Domenico Gramazio annuncia che Gianni Alemanno festeggerà la vittoria alle 19.30 a Piazza del Campidoglio e invita i militanti a portare bandiere tricolori. Francesco Rutelli giunge alla sede del suo comitato elettorale. Il suo staff lo accoglie con un battimani, nonostante la sconfitta elettorale che a quattro quinti dello scrutinio si profila con sicurezza. Rutelli non trova di meglio che esordire con "Non applaudite". Più o meno negli stessi minuti Gianni Alemanno nel suo comitato elettorale dichiara: "Questa lunga battaglia si è conclusa con la nostra vittoria. I veleni sono dietro le spalle, la mia intenzione è di essere il sindaco di tutti i romani. Ringrazio chi mi ha votato e chi no. Non ha vinto una parte ma ha vinto Roma. Dedico questa vittoria a Tony Augello e a Fini. È un risultato che va al di là degli schieramenti tradizionali e che apre una fase nuova che archivia almeno gli ultimi venti anni di contrapposizioni".
Si comincia a fare i conti. Alemanno avrebbe preso quasi 100mila voti in più di Rutelli, con una perdita di Rutelli di circa ottantamila rispetto a due settimane fa. Una catastrofe elettorale enorme. Rutelli chiama Alemanno per telefono. “Gli ho fatto gli auguri” dice, poi commenta il voto: “Grande amarezza ma ho fatto il mio dovere. So che abbiamo tante energie e ho fiducia che il centrosinistra saprà guardare al futuro”. Ed ecco quasi in contemporanea la beffa: il candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti, secondo i dati comunicati dal Viminale, è il nuovo presidente della Provincia di Roma con il 51,515% dei voti. Fini intanto ringrazia i tassisti: “Siete stati bravissimi”.
Un quarto d’ora alle 19, più o meno. Rutelli se ne fa una ragione: “Motivo della sconfitta è dipeso dalla ventata di destra riassunto nel tema della sicurezza. Ci sono state molte strumentalizzazioni anche pesanti ma bisogna riflettere sui limiti della sinistra" per quanto riguarda "queste vicende". E ringrazia quanti lo hanno votato. Se Di Pietro esterna: “Ora ricominciamo dalla opposizione dura e pura dell'Italia dei valori”. Mamma che paura! Bocche cucite invece al Loft di piazza Sant'Anastasia, sede del quartier generale del Pd. Nessuno vuole commentare il risultato elettorale. Il segretario del Pd è riunito con alcuni pesi massimi, per dire, del partito tra cui Beppe Fioroni, Dario Franceschini. Mentre hanno lasciato da pochi minuti la nave, pardon, il Loft, Piero Fassino, Antonello Soro e Gianclaudio Bressa. Si apprende che la prima cosa che Gianni Alemanno farà da sindaco sarà di andare a trovare il vedovo della signora Reggiani, uccisa da un romeno alla stazione Tor di Quinto.
Ore 19. Rutelli: “Nella mia vita pubblica ho avuto molte soddisfazioni e successi. Oggi una sconfitta e una amarezza grandi”. Veltroni: “Quella di Roma, dove in Comune si è affermata la destra, è una sconfitta molto grave, molto pesante, che io non posso non sentire con particolare acutezza e amarezza personale e politica. Voglio ringraziare Francesco Rutelli per il suo lavoro generoso e per il suo impegno e amore per la città”. La continuità Veltrelli non ha funzionato, per niente. Ed ancora il grillesco Topo Gigio: “La sconfitta di Roma richiederà fin dalle prossime ore una analisi seria e approfondita a cui tutti parteciperemo ragionando anche sulla differenza tra i dati politici e quelli amministrativi della capitale”. Con tutto quanto ciò può significare. Ma intanto si ribadisce (Veltroni): “Credo che nell'insuccesso al Comune abbia pesato anche il vento politico che spira nel Paese, in particolare sul tema della sicurezza”.
Manca poco alle 19,30. Isabella Rauti, moglie di Alemanno, commenta: “È veramente un risultato straordinario, che va al di sopra delle aspettative di vittoria”. Si fa sentire anche Berlusconi in volo per Roma: “Sono l'uomo più felice d'Italia. Nessun Paese democratico in Europa ha nove punti di vantaggio. Ed ora Roma... È una vittoria bellissima, per noi tutti è una grande rivincita”. Intanto ci sono già alcune centinaia di persone in piazza del Campidoglio per la festa per il neosindaco Gianni Alemanno. Una bandiera tricolore sulla statua di Marc'Aurelio, tante le bandiere italiane, di An, del Pdl e slogan “È rabbia - È amore - È Roma tricolore”. E cori: “Roma libera, Roma libera” e ancora “Veltroni dacce le chiavi”, “Alemanno sindaco de Roma”, “Chi non salta comunista è”. Gianni Alemanno, parlando con i giornalisti ancora nel suo comitato elettorale: “Il mio primo provvedimento da sindaco sarà convocare il comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza”.
Le 20: Alemanno entra in Campidoglio, accolto da cori e slogan di sostenitori e militanti sotto i riflettori delle telecamere. È terminato lo spoglio per il sindaco di Roma: Gianni Alemanno viene eletto sindaco col 53,7%, contro il 46,3 di Francesco Rutelli. Breve discorso davanti ai suoi sostenitori in festa. Massiccia accanto a lui la presenza dei tassisti, con un enorme striscione della Rappresentanza dei tassisti che ha come leader Loreno Bittarelli. E affacciato dal balcone del comune capitolino sventolando una bandiera tricolore: “Oggi abbiamo compiuto un vero miracolo politico. Non è la vittoria contro qualcuno ma è una vittoria per Roma e questa vittoria la voglio dedicare a una persona che per tanto tempo è stata all'opposizione, Tony Augello". Si stappa una bottiglia di spumante per festeggiare l’elezione mentre cori che cantano l'inno d'Italia continuano a diffondersi per tutta la piazza. E si invia un telegramma al Papa: “Nel momento in cui vengo eletto sindaco di Roma dal suffragio degli elettori rivolgo il mio deferente saluto a Lei, Santità, Vescovo di questa città, assicurando piena collaborazione con la comunità cattolica per il bene di tutti i cittadini romani”.
I primi commenti sono di Calderoli: “Sono veramente felice per Gianni. Ho lavorato molto in passato con lui e posso dire che è instancabile, non molla mai l'osso, usa sempre la testa. È una grande giornata per tutti”, e della Mussolini: “Quella di Gianni Alemanno è una vittoria straordinaria, più importante dal punto di vista politico e sociale che la vittoria delle nazionali”. E Intanto i cori e gli slogan si sprecano: “Rutelli, Rutelli, la senti questa voce: vaffa...”, “Rutelli in bicicletta, Rutelli in carrozzella”, “Rutelli in Romania”.
Si fa sentire anche il presidente Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, che, rientrato oggi da Israele, così commenta l'elezione a sindaco della capitale di Gianni Alemanno, con il quale nelle due settimane passate c'erano stati scambi di battute sull'eventuale apparentamento con la Destra di Storace: “Ho parlato con Alemanno e gli ho fatto gli auguri: da parte sua ho avuto rassicurazioni che sui temi cari alla Comunità Ebraica manterrà quanto detto in campagna elettorale e che, anzi, avremo delle piacevoli sorprese”.
E mentre Alemanno informa “Ho sentito Berlusconi al telefono. Mi ha abbracciato fraternamente, mi ha fatto le congratulazioni e mi ha detto di essere contento quasi quanto me”, il Comitato di gestione nazionale del Prc esterna: “Nonostante l'impegno di tutta la sinistra a fianco di Rutelli, per la prima volta nella storia della Repubblica a Roma viene eletto un sindaco di estrema destra. Tutte le forze democratiche sono chiamate a riflettere per comprendere cosa si è rotto nel corpo e nei sentimenti più profondi della città. Veltroni e il Pd avviino una riflessione di fondo sul fallimento politico generale di una strategia che ha favorito lo sfondamento della destra nelle istituzioni e nella società”.
Ancora Alemanno: “Sono molto sereno, non ho sentimenti di revanscismo. Ci tengo a dire che sarò il sindaco di tutti i romani e che tutto ciò fatto dalle amministrazioni precedenti sarà da me salvaguardato, non ho intenzione di cancellare quanto di buono è stato fatto. Un unico gruppo di potere ha gestito la città per 15 anni. Abbiamo sentito la voglia di cambiamento e noi l'abbiamo intercettata. Abbiamo intercettato anche elettori del centrosinistra e, dunque, questa è una vittoria molto più ampia”. Negli stessi minuti le agenzie raccontano una nota di colore: i cittadini che si avviano lungo la scalinata che porta alla piazza del Campidoglio vengono accolti da uno striscione realizzato dai sostenitori di Gianni Alemanno, “Veltroni: con le primarie ha fatto cadere il governo Prodi. Con le elezioni politiche ha cacciato i comunisti dal Parlamento. Candidando Rutelli ha perso Roma. Walter santo subito!”.
Sono le 22. Di Pietro puntualizza la sua idea: “Più che una sconfitta del centrosinistra è una vittoria della destra, lo dico con senso di rispetto verso gli elettori romani”. E Berlusconi (dicono che abbia detto): “Walter Veltroni ha mancato anche l'ultima promessa, non gliene è andata bene una a questo poveraccio”. E la Binetti si consola: “È sicuro che la presenza di Francesco Rutelli all'interno del Pd in questo momento darà un contributo più completo, con una dedizione ovviamente più generosa, suddivisa e distribuita su vari fronti. Non potrà che essere una grande risorsa per il Pd". Contenta lei…
Ore 22.37. Una standing ovation dei deputati del Pdl riuniti da Silvio Berlusconi accompagna l'ingresso di Gianni Alemanno, neosindaco della capitale al Teatro Capranica di Roma. “Il veltronismo è caduto come un castello di carta” dice Alemanno. “Non esisterà più quel contraltare costante fra il presidente del Consiglio e il sindaco”. Vi sarà invece “una piena sintonia. Per Roma e l'Italia inizia una nuova splendida stagione”. E Berlusconi: “A Roma abbiamo ottenuto un risultato fantastico. Gli italiani hanno capito che siamo meglio della sinistra anche nelle realtà locali. È una giornata importante. Possiamo lavorare bene, Roma torna ad avere il ruolo di capitale, più pulita, più sicura. Il governo era già forte, ora possiamo consolidare il rapporto con la capitale. La promessa è stata mantenuta, ora Rutelli può tornare ad andare in motorino e Veltroni può andare in Africa”.

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