martedì 22 aprile 2008

"La notte e la luna" di Paola Papalini

“La notte e la luna” è una raccolta di poesie di Paola Papalini, pubblicata nel 1997 da Antonio Stango Editore. Ha scritto Antonio Stango nella prefazione: “È quasi un racconto autobiografico il susseguirsi delle poesie che Paola Papalini ha raccolto, per la prima volta, in volume. Intensa, la narrazione ci schiude una personalità poetica che cerca un’«Essenza di vita», che ripercorre pagine di diario anche dolorose, che ha «gridato di essere donna» e che si immerge talvolta in una notturna atmosfera panica…”. E più avanti ancora: “Il ritmo è ora la breve prosa poetica, ora quello di certi frammenti classici; altre volte richiama positivamente, come una citazione, i testi di alcune fra le migliori canzoni degli anni Settanta – quelli, ad esempio, di Mogol. Lo stile, che a tratti accoglie suggestioni baudelairiane e rimbaudiane, è già riconoscibile, e propone in ciascuno dei capitoli un’autrice che riesce a comunicare, attraverso la propria esperienza, una coinvolgente interiorità”.
Paola Papalini, nata a Roma nel 1954, è stata segretaria del compianto Aldo Fabrizi e collaboratrice di Ludovico Fulci della Rai romana come autrice di testi.
Ecco, di seguito, due liriche tratte dal libro:

Le foglie muovendosi

Le foglie muovendosi fanno il
rumore dell’acqua, il legno cigola,
l’aria si oscura,
la pioggia dovrebbe cadere e bagnare
le foglie del bosco, e poi venire la sera
che conserva nel suo tempo i segreti,
la porta si apre cigolando ed entra
a farmi compagnia una folata di vento,
le poltrone vuote aspettano
e pian piano ogni posto è occupato.


L’ansia dell’eternità ci affanna

L’ansia dell’eternità ci affanna
e ci fa lasciare al tempo mille gioie discinte e fugaci,
le foglie all’imbrunire gemono
ed il loro canto s’alza nell’aria rosa del tiepido tramonto.
ed ogni giorno voler andare
e perdersi nel tramonto del tempo
e poi ogni volta attendere la notte
e rivedere il giorno.
Se le mie mani potessero ora
fra le tue lasciar sbocciare una bianca margherita
t’amerei di più.
E le foglie questa notte danzeranno ancora
alla luce della luna,
sulla neve vergine si disegnerà la sua ombra
ed ancora una volta
noi non ci saremo.
Una lacrima s’impiglia fra le stelle,
tra mille notti tornerà il vento.

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