martedì 15 aprile 2008

Maggioranza assoluta

Silvio Berlusconi ha ottenuto la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato. Le regioni italiane hanno assegnato al Senato alla coalizione guidata dal Cavaliere 171 seggi: 144 al Pdl; 25 alla Lega Nord; 2 al Mpa. L'opposizione risulta così formata: il Pd ha 116 seggi; l'Idv 14; l'Udc 3; la Svp 2; la Lista Svp-Insieme per le autonomie 2; la lista Vallee d'Aoste 1. Restano da assegnare i 6 senatori delle circoscrizioni estere. Il dato evidente che si nota, è che la Lega è decisiva a Palazzo Madama.
Le circoscrizioni italiane per la Camera dei deputati hanno assegnato 340 seggi alla maggioranza: Pdl 272; Lega Nord 60; Mpa 8. L'opposizione è così formata: il Pd ha 211 deputati; Idv 28; L'Udc 36; la Svp 2; la lista valdostana Aut-Lib-Democratie 1. Manca ancora l’assegnazione dei 12 deputati delle circoscrizioni estere.
La Lega, dunque, appare determinante nello schieramento. Già un primo risultato conseguente è l’affermazione, oggi, del leader del Pdl, Silvio Berlusconi, intervenendo a Radio Anch'io: “Il federalismo è un fatto di modernità e di sussidiarietà: è un grande principio di democrazia e di libertà”.
Berlusconi stamane, intervenendo ad Unomattina, ha inoltre assicurato che le più urgenti misure promesse in campagna elettorale saranno prese nel primo Consiglio dei ministri: “Il disegno di legge [per l'abolizione dell'Ici] è pronto e sarà nel nostro primo Consiglio dei ministri insieme alla detassazione del lavoro straordinario e del premio di produttività, oltre al bonus di 1000 euro per i nuovi nati”.
Al risultato generale va aggiunto il trionfo in Sicilia di Raffaele Lombardo che ha strapazzato le ambizioni del centrosinistra di governare l’isola impersonate in Anna Finocchiaro.
L’altro aspetto epocale è rappresentato dai desaparecidos di Bertinotti. La sinistra anticapitalista è stata messa ai margini della politica, fuori dalle istituzioni. È ancora una volta sinistra extraparlamentare. E questo è il principale risultato, eclatante tanto da passare alla storia di questa Repubblica, della rivoluzione messa in piedi da Veltroni, che gli va dato atto, ha fatto una scommessa all-in persa già in partenza per la pesante presenza dell’ombra di Prodi e del fallimento repentino del suo secondo governo.
Ha scritto oggi Andrea Di Nicola: “In un colpo solo, insomma, sono scomparsi la vecchia e la nuova sinistra. Ha pesato l'astensionismo, certo, molti compagni che piuttosto che beccarsi Berlusconi hanno preferito "turarsi il naso" e votare Veltroni, due anni di governo con poche prede nel carniere da esibire al momento della campagna elettorale; un leader un po' appannato dagli stucchi e dagli ori degli appartamenti riservati al presidente della Camera. Pesi diversi e tutti influenti ma resta il fatto che una stagione è finita nel modo più brusco”. Come ha detto Nichi Vendola: “Il Novecento ci è precipitato addosso”. Requiem.

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