Ho ritagliato dalla pagina delle lettere del quotidiano Il Cittadino di venerdì scorso una lettera del segretario di Rifondazione di Paullo e capogruppo in comune della Lista civica «A Sinistra per Cambiare». Denuncia un fatto, diciamo, «curioso» in una attualità nazionale di opposizione al bavaglio sull'informazione. In questo caso non si tratta di informazione giornalistica, ma di informazione politica. Scrive Giancarlo Broglia - così si chiama il segretario del Prc di Paullo: «Il Sindaco e la maggioranza di governo locale (lista per la città di Paullo, sostenuta da Pd, Idv, Sel) il 5 luglio hanno proposto ed approvato, con voto contrario di Sinistra Per Cambiare - Prc e di altri gruppi, in Consiglio comunale una norma che da ora in poi vieta di organizzare banchetti politici presso i principali luoghi d'aggregazione del paese, tra cui lo storico Mercato del sabato pomeriggio al Parco S. Tarcisio ed alcune importanti piazze». Incredibile.
Scrive ancora il segretario di Rifondazione: «A Paullo, fare politica è diventato quindi più difficile che nel resto d'Italia. Dopo non essere stato in grado di circostanziare, in Consiglio comunale, le motivazioni della scelta restrittiva il Sindaco è arrivato a balbettare ai microfoni di una nota emittente radiofonica lombarda "che i banchetti politici disturbavano cresime e matrimoni"».
E Broglia nel giudizio politico va giù pesante: le «panzane» insomma hanno un solo scopo, «servono solo a nascondere la pesantezza del gesto antidemocratico commesso dal Sindaco e dai suoi colleghi di maggioranza ed il loro obiettivo fondamentale: non permettere che altri facciano politica, loro vogliono scientificamente eliminare la partecipazione alla vita democratica di attivisti e dei cittadini, vogliono meno militanza, meno libertà, meno confronto, meno informazione. Costoro, pensateci bene, stanno dando un pericoloso senso concreto al qualunquismo strisciante e all'antipolitica di cui tanti parassiti del bel paese amano nutrirsi in questi anni bui per continuare a farsi gli affari loro». E ancora: «Questa deriva autoritaria è decisamente preoccupante, soprattutto perché parte da una maggioranza che si spaccia di centrosinistra, e ci auguriamo che tali atteggiamenti alberghino solo negli animi dei "piccoli esponenti locali di partito animati da piccole manie di protagonismo"». Il segretario di Rifondazione quindi rivolge un appello agli esponenti provinciali e nazionali dei tre partiti citati perché provino a far ragionare i loro rappresentanti locali.
E si rivolge ai militanti, agli elettori di tutti i partiti: «Parlatene nei circoli, chiedete ai vostri Assessori di riflettere, ditegli se sono per davvero convinti che sia democratico ed utile, in questi tempi brutti, mettere il "bavaglino" all'informazione locale, vietare ai partiti politici di stare in piazza a discutere con lavoratori e cittadini di licenziamenti, di crisi economica, di speculazione edilizia, della tanta mafia che avanza, di acqua pubblica, della metropolitana che non arriva e della sciagurata nuova Autostrada Tem, dei problemi quotidiani delle classi popolari».
Senza dubbio un provvedimento assurdo ed un pericoloso precedente. Tant'è che Broglia annuncia: «Lotteremo per farlo cancellare, perché non diventi un pessimo esempio da imitare da qualche altro sindaco magari più abituato a vietare veli, kebab e gelati per la strada».
Che un sindaco democrat arrivi a tanto non desta più di tanto meraviglia. Meraviglia molto di più che partiti come quello di Di Pietro o quello di Vendola, si prestino a tener bordone.
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