«È scontro aperto all'interno del Partito democratico» lodigiano. Così l'incipit di un articolo di Matteo Brunello sul quotidiano Il Cittadino di oggi. Il motivo del contendere le nomine alla Sal, la società pubblica dell'acqua lodigiana. Consiglieri provinciali, assessori e consiglieri comunali membri dell'assemblea provinciale del Pd, 14 in tutto, hanno firmato un documento in cui si invoca un maggiore rinnovamento nelle nomine. «Non è più possibile sottacere i problemi e le difficoltà emersi in questi mesi nel partito», si sostiene nel documento. «Il tema del rinnovamento così come il ritorno a una politica vista non come una professione, siano due dei capisaldi per ridurre il distacco tra le forze politiche e i cittadini». Ed il motivo scatenante le «profonde riserve rispetto alla nomina di Antonio Redondi alla presidenza della Sal», corroborate da un «Ci attendevamo delle designazioni che andassero nel segno del rinnovamento e nel rispetto delle competenze professionali».
Interessante anche quanto esterna uno dei firmatari, il consigliere provinciale Gianfranco Concordati, già consigliere regionale: «Abbiamo deciso di uscire allo scoperto per interpretare un dissenso diffuso, abbiamo deciso di reagire perché ormai il vaso è colmo. Riteniamo infatti che il Pd non possa avvizzire in mere logiche di bottega. Sulla scelta non sono stati convocati gli organi dirigenti del partito». E ancor più sorprendente quanto aggiunge: «Solamente i prepotenti, prima forzano, fanno gli spregiudicati e alla fine si aspettano che in nome dell'unità del partito tutti stiano in silenzio. Questa volta non si poteva più tacere». Cosa che si è fatta molte altre volte, dunque.
Una parentesi locale, Brembio: il documento è stato firmato dall'assessore comunale Aldo Arnaldi, dal consigliere comunale Marco Minoia e dal segretario di Circolo Fabio Gorla. Una buona notizia.
Tornando alla questione Sal, naturalmente non mancano gli interventi di parte avversa. In sintesi, il sindaco di Lodi Guerrini: «Se esistevano perplessità sui nomi, si potevano manifestare prima», e il segretario provinciale del Pd Mauro Soldati: «Se si vogliono approfondire scelte e decisioni, vanno fatte nelle sedi opportune».
Bene, ci si può domandare se anche questo sia un segnale della svolta epocale che sta interessando la classe politica lodigiana.
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