martedì 20 luglio 2010

Verde speranza

La villa Cosulich era in origine una dimora di campagna appartenuta alla famiglia dei baroni de Burlo. Nel 1903 passò di proprietà a Demetrio Carciotti, commerciante, che nel 1905 la vendette a Rutherford, anch'egli commerciante. Nel 1920 Antonio Cosulich, di ritorno dall'Argentina, acquistò la villa (e da qui anche il nome di Villa Argentina) e il parco che restarono di proprietà della famiglia fino al 1980, anno in cui l'immobile fu ceduto all'Istituto Burlo Garofalo e successivamente al Comune di Trieste.
Dai Quaderni del patrimonio immobiliare, gennaio 2004, apprendo che fu progettata nel 1906 da Ferruccio Piazza secondo il gusto del tardo eclettismo, con caratteristiche neorinascimentali e neobarocche. Trascrivo la sua descrizione. L’edificio è costituito da un semplice blocco rettangolare che si trasforma in struttura articolata in corrispondenza delle facciate. La facciata principale, esposta ad ovest, è particolarmente elaborata e presenta un prospetto monumentale, caratterizzato dalla doppia scalinata simmetrica e dalla molteplicità dei piani di avanzamento. Al centro della facciata, in corrispondenza del primo piano, è addossato un avancorpo semicircolare poggiante su due colonne, il cui volume è scandito dall’alternarsi di tre finestroni archivoltati e di colonne che sostengono una vistosa trabeazione; al di sopra della quale si erge una balaustra in pietra. La parte centrale dell’edificio è coronata da una sopraelevazione costituita da una loggia con aperture architravate. Lateralmente è costituita da tre piani; al pianterreno bugnato grezzo interrotto da semplici aperture quadrate; al secondo piano bugnato liscio con finestre rettangolari dotate di balaustra; al terzo piano, infine, intonaco a fasce orizzontali con finestre frontonate. Alcune aperture sono state murate. La continuità della veduta laterale è interrotta in corrispondenza del piano di facciata dall’avanzamento del corpo centrale con la sua loggia sopraelevata; le linee frastagliate dei cornicioni in aggetto e delle balaustre che coronano l’avancorpo semicircolare, nonché le scalinate mistilinee, concorrono a movimentare l’insieme e preludono al brusco trapasso dalla ripetitività delle facciate laterali alla complessità di quella principale. Oltre alla presenza di balaustre e di frontoni sulle finestre, la decorazione della facciata è arricchita da pannelli a mosaico, da mensole e chiavi di volta con fantasiosi rilievi e da grandi vasi in pietra posti sulla balaustra della loggia semicircolare. La facciata postica presenta anch’essa un basso avancorpo rettangolare che permette l’accesso al piano del giardino; la villa,infatti, è realizzata su un terreno in pendenza.

Nel primo progetto la loggia di coronamento era più aerea, con aperture separate da sottili colonnine; la balaustra correva al di sopra di tutto il secondo piano ed era ingentilita dalla presenza di alcuni vasi; la scalinata doppia si dipartiva dal centro del loggiato semicircolare con due semplici bracci curvilinei.

L'area della villa ha una superficie complessiva di quasi un ettaro ( 10.413 mq.) ed è divisa in due parti: una zona pianeggiante verso sud e una zona a pastini verso Strada del Friuli. Il giardino è ricco di specie arboree: quercia, abete cipresso, tiglio, sofora, frassino, robinia, pioppo, ailanto, faggio, tasso, ippocastano, acero, pino nero, cedro, orniello, bagolaro, albero di Giuda. E nella zona a pastini dove è stato realizzato il parco giochi si trovano alcuni alberi da frutto.
La villa ebbe recentemente un momento di attenzione sulle cronache locali come racconta babatriestina sul forum di A Trieste: «Villa Cosulich ga ciapado fogo ieri. Sul Piccolo i particolari, comunque par che el sia de origine dolosa. Ma paressi che i se gabi acorto in tempo e che se gabi rovinado solo che el tetto. Solo che se no i lo bieca in tempo, pioverà dentro e se rovinerà... cussì magari i dirà che la xe fatiscente... i la buterà zo e i farà dei bei condomini privati come l'Excelsior a Barcola... spero de sbagliarme, ma la zona xe apetitosa».
Cristina Degrassi, in un articolo di Vita Nuova del giugno 2009 così descriveva lo stato attuale dell'immobile: «Per dare la giusta fruibilità al parco, la villa è stata posta in sicurezza, almeno così sembra, ed è stata totalmente recintata per impedirne l’accesso. Le porte d’ingresso sono murate e la vegetazione lussureggiante si sta riappropriando, neanche tanto lentamente, dei suoi spazi, ricoprendo, a tratti quasi completamente, i piani bassi. L’intrusione di vandali, nel tempo, ha aggravato la situazione di decadimento con deturpazioni effettuate con bombolette spray, rotture di vetri, e per ultimo con un incendio che ha distrutto parte del tetto nei primi mesi del 2008. Comunque la si può ancora ammirare dall’esterno e sul lato che si affaccia al mare, dove c’è un vasto prato ed un parapetto semicircolare in pietra con elementi decorativi neoclassici. Questa villa assomiglia ad un’anziana e nobile signora, decaduta sì, ma non per questo meno affascinante. Naturalmente questa parte del parco è la meno frequentata: lo si intuisce dall’erba alta, dai vialetti meno delineati e lo si constata nel silenzio. Su questo lato della villa, che rimango ad ammirare molto a lungo, diverse scalinate mangiate dalla vegetazione portano a dei bei patii circolari, ed un mosaico, posto molto in alto e miracolosamente graziato dalle intemperie, risplende ancora sotto i raggi del sole regalando colori sgargianti». E la giornalista sogna: «Questa villa con il suo parco, se ripristinata totalmente, sarebbe un luogo magnifico. Secondo me, ma è solo la mia opinione, la sua naturale destinazione potrebbe essere legata all’arte e alla cultura, con mostre permanenti e laboratori artistici, e, forse, una parte museale, se fosse ancora possibile restituire al suo interno, dopo un così lungo abbandono, il suo storico ed illustre passato. Il suo parco potrebbe essere utilizzato all’anglosassone, immaginarlo con le persone distese sui prati all’ombra degli alberi secolari è un attimo, un bell’attimo devo ammettere».
Ma la realtà dà la sveglia: «Certo che, con i tempi che corrono e la crisi incombente, trovare i sostanziosissimi fondi da destinare ad un’impresa simile non è di semplice realizzazione». Ed il Comune la sua pensata l'ha fatta, inserendola tra le nuove aree da destinare alla ricettività turistica. Questo con la Variante Generale n° 118 di Revisione dei Vincoli al Piano Regolatore Generale, dell'agosto 2009.
Qualche inquietudine solleva quanto leggo nel sito del FAI - I luoghi del cuore, dove Liviana scrive: «La villa ed il parco corrono un serio pericolo in quanto il nuovo piano regolatore prevede che la villa e circa 8/9 dell'intera area, peraltro quella caratterizzata dalle essenze arboree più interessanti (ippocastani, faggi, lecci, ...), divengano edificabili con destinazione turistica. Soltanto 1/9 dell'area rimarrebbe destinato a parco pubblico». Ed ho notizia di una raccolta di firme in Gretta durante la festa della Madonna del Carmelo. Mi tranquillizza l'aver letto un articolo dell'agosto dello scorso anno che diceva tra le altre cose: «È stato messo sotto tutela il verde di Villa Cosulich nel senso che chi acquisterà la villa non potrà edificare». Questo in merito alla maratona relativa al Piano regolatore, dove il Consiglio comunale aveva anche accolto una settantina di emendamenti, 29 dei quali presentati dall’opposizione di centrosinistra, anche in base a richieste specifiche di cittadini o di Comitati di quartiere.
È così, non è così. Non resta che consultare il Piano. Un augurio di buon lavoro ci sta. Ringrazio.

Nessun commento:

Archivio blog