sabato 24 luglio 2010

La corale

Tarcisio Papetti, personaggio noto nel Lodigiano, è intervenuto ieri sulle pagine di Lettere & Opinioni de Il Cittadino con una breve lettera suggerita dal buonsenso, che fa un preciso quadretto dell'Italietta in cui viviamo. Scrive Papetti: «C’è un detto: “Dagun a chi se vanta toghen a chi se lamenta”. Industriali, commercianti, agricoltori, si lamentano tutti, forse coloro che hanno la giusta ragione di lamentarsi non si lamentano. C’era una richiesta di automezzi, anziché produrne mille al giorno si passa a duemila senza prevedere che il mercato si satura. Questo vale anche per l’edilizia, quanti appartamenti sono vuoti? Il commercio è in stallo, la causa è l’incontrollata importazione. Agricoltori sempre più vacche, prima stalle da cento, poi centocinquanta, duecento, trecento, cinquecento, in Italia ci sono due milioni di vacche. Assisteremo a una parabola decrescente, aumenterà l’importazione del latte. Serve maggiore stabilità non rincorrere i guadagni che appena vengono a mancare ci si lamenta. Non ho mai sentito dire: è un periodo che si guadagna, i guadagni vengono accantonati, si pretende che le perdite vengano suddivise a tutti. Saluti!».
Insomma, a furia di pianto greco, rischiamo la fine della Grecia.

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