sabato 10 luglio 2010

Paghetta e paghette

Oggi su Libero, intervistato, il governatore del Veneto Luca Zaia esprime la sua posizione sul contendere tra Regioni e governo. Dopo aver premesso «Faccio lobby per i veneti», spiega: «Condivido le preoccupazioni delle Regioni, ma è necessario aspettare che la manovra passi per fare dei ragionamenti. Sono ancora possibili delle correzioni. Non intendo tagliare i servizi e faccio volentieri questi sacrifici se li fanno anche quelli che sprecano. Voglio vivere i tagli come una sorta di investimento». Al contrario del catastrofismo formigoniano, ecco, dunque, un pensiero positivo. E non sono noccioline i tagli al Veneto: 352 milioni dice Zaia. «Speriamo fino all'ultimo in qualche correzione, d'altronde la ripresa economica interessa a tutti. Noi però abbiamo bisogno del minimo per vivere. È come se ci danno una sola paghetta al mese e ce la vediamo ridotta, mentre c'è chi fino ad oggi di paghette ne ha prese anche 3 o 4 al mese. Ora, anche se gliene togli due gliene rimangono comunque un bel po'». La posizione di Zaia è chiara: «Noi di sprechi non ne abbiamo. Però mi rifiuto di sposare le visioni secondo cui il governo vuol far crollare le Regioni».
E quanto alle deleghe, la posizione è netta: «Condivido la battaglia delle Regioni, non gli eccessi o le strumentalizzazioni. Come approccio dico no alla consegna delle deleghe: per me hanno un valore che va al di là di quello simbolico. Se dovessi restituirle vorrà dire che avremmo fallito su tutta la linea. Nel mio Veneto, dove sette su dieci parlano in veneto, vogliamo il federalismo. E difenderemo il presidio autonomista. Quindi non darò a nessuno la soddisfazione di restituire le deleghe. Se dovessi farlo, è perché faremo la rivoluzione». Più chiaro di così. È evidente che la posizione di Luca Zaia è su un altro piano rispetto a quella di Roberto Formigoni o di altri governatori del Pdl o di centrosinistra. E un po' lo fa capire rispondendo così all'osservazione «Formigoni sembra più federalista di voi»: «I problemi sono gli stessi per tutti, poi ci sono diversi atteggiamenti ma tutti tengono al futuro degli enti, non certo a quello delle poltrone. È per questo che faccio parte della squadra che vuole il federalismo». E sulla questione delle deleghe chiude con una frase lapidaria: «Io difendo le deleghe, per mollarle qualcuno dovrà togliermele di mano tagliandola con un'ascia».
L'intervista contiene anche un'altra interessante presa di posizione in altro campo. All'osservazione del giornalista Matteo Pandini, «E sono arrivati i pedaggi nelle arterie del Centrosud», Zaia dice: «Ecco, a proposito di infrastrutture. Basta con la pantomima del ponte di Messina, che per quanto mi riguarda si può anche non fare. Con questo governo, per la prima volta la torta delle infrastrutture è stata tagliata in parti uguali per Nord Centro e Sud. Se nel Sud vogliono fare il Ponte, lo facciano loro».

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