venerdì 9 luglio 2010

Nostradamus

LiberoMilano due giorni fa lanciava l'allarme: «In Regione Lombardia sta succedendo qualcosa di sorprendente: i rapporti tra Lega e Popolo delle Libertà, idilliaci nel corso di quindici anni di governo Formigoni, da qualche settimana a questa parte si sono improvvisamente guastati». Mandiamo subito delusa la speranza, se qualcuno lo sperava, che nei dissapori qualcosa c'entrasse il maggiordomo Penati e la servitù piddina. No. Due motivi venivano segnalati: l'urlo di Munch poco gradito del governatore Formigoni contrapposto ai tagli di Fontana imposti da Tremonti sulle tele autocelebranti delle Regioni; l'ennesima regalia a Comunione e Fatturazione, i fondi, cioè che il Pirellone ha stanziato per il prossimo meeting di Rimini. 234 mila euro, non noccioline, un vero insulto alla gente lombarda che fa fatica ad arrivare a fine mese, che andrebbero spesi per finanziare stand, gadgets e pagine pubblicitarie nell'ambito del Meeting di Rimini 2010.
Bene. LiberoMilano che fa? Titola «Leghisti come Fini: vogliono far cadere il governo lombardo». E ti intervista Mario Mauro, presidente dei parlamentari europei del Pdl, e - cosa importantissima - «uomo molto vicino a Roberto Formigoni», che non delude le aspettative: «La Lega è andata in tilt», la lapidaria spiegazione del fattaccio, subito anticipata.
Non solo, ma poiché ormai il povero Fini è il babau agitato davanti ai bambini, al popolo della «libertà di Berlusconi», Mauro non si schioda dalla linea: «Per me si sta replicando quel che accade a Roma tra Fini e Berlusconi. Penso che in Lombardia la Lega stia subendo il fascino di Fini. Le piace ancora essere di lotta e di governo, quando invece governare significa comportarsi in modo responsabile sempre». Un divertente assioma, no? Di questi tempi, e non c'è bisogno di fare esempi.
Ma non è finita qui! Bisogna andare oltre, siamo in periferia. E, dunque, dare del pazzo a uno paragonandolo a Fini non basta. «Non solo. C'è un'altra parte dei leghisti lombardi che pare affascinata dall'ex pm De Magistris». Ma no? E chi sarebbero costoro? Ed eccoti l'insospettabile: «Mi riferisco a Matteo Salvini, che va dicendo che sta mettendo a punto un dossier sugli sprechi di Regione Lombardia». Chi l'avrebbe detto, Salvini? Non è poi così... così... così pirla come te lo descrivono. E Mauro per contro che fa? Minaccia ritorsioni: «Vorrà dire che anche noi ci metteremo a dare una spulciata a quanto hanno fatto in questi ultimi quindici anni gli assessori regionali leghisti». Ma va'! E Formigoni ha lasciato fare?
Il giornalista a questo punto introduce l'«impazzimento» e Mauro dà la sua spiegazione: «Credo che la Lega sia andata in tilt quando ha capito che in Lombardia c'è chi è più federalista di lei». Grande! Ma chi? Formigoni? «E che nessuno ha più a cuore i lombardi di Formigoni. Il Carroccio è così avvezzo a sottrarre consensi al Pdl, giocando sui temi del federalismo e della sussidiarietà, che quando si trova di fronte chi è più federalista di lei, si innervosisce e perde la testa». Aiuto!
Ma non basta, prendetevi anche il Mauro Nostradamus: «Se vogliamo fare fino in fondo il parallelo con quanto Fini sta cercando di fare a Roma nei confronti del governo nazionale, bisognerebbe dire che l'obiettivo dei leghisti lombardi sia quello di far cadere il governo Formigoni. Penso, però, che il risultato più probabile di questo comportamento sia il suicidio dei leghisti». Mani sul tavolo! Siamo al gran finale, attenzione: «Se loro ci vogliono consegnare in questo modo la palma di difensori dei lombardi, noi la prendiamo. Vorrà dire che loro si troveranno in qualche bar, ovviamente romano, a piangere a giochi ormai fatti sul latte versato».
Mi immagino Matteo Legnani, il giornalista, a bocca aperta davanti tale mirabile prospettiva. Però, però qualche dubbio... «Possibile che questa linea sia condivisa da Umberto Bossi?». E Mauro, che si accorge dello spiffero che può abbattere il suo castello di carte: «Io dico di no, perché Bossi a Roma è stretto alleato di Berlusconi, su posizioni ben diverse da quelle di Fini. Stiamo parlando di "uscite" di esponenti periferici del Carroccio che evedentemente sono solo a caccia di un po' di visibilità». Ah, ti pareva! Periferici? Ma qui, non siamo in Padania?

Nessun commento:

Archivio blog