mercoledì 21 luglio 2010

Nel tunnel

A fine giugno il quotidiano Libero pubblicava un editoriale di Maurizio Belpietro che significativamente titolava «Silvio si è rotto dei pirla». I pirla per il giornale erano «dirigenti goffi e pasticcioni, alleati che si sfilano se c'è un problema, governatori che pensano solo a loro stessi». La vicenda dell'inserimento nel maxiemendamento della norma che congela le multe agli splafonatori, un regalo all'illegalità, evidenzia un altro scenario. Cioè che il Pdl ha coagulato attorno ad un Berlusconi, tutto preso a levarsi dai suoi guai giudiziari e a salvaguardare il suo impero finanziario, una congerie di lobby del malaffare. Gentaglia che sfrutta il meccanismo del ricatto «senza di noi sei niente» per portare a buon fine i loro affari più o meno puliti, o, se volete, più o meno sporchi. Solo così si spiega l'evidente ultimo sfregio perpetrato alla legalità col salvacondotto del voto di fiducia. Nella chiusa dell'articolo Belpietro scriveva: «Ci vorrebbe un colpo di scena, una scossa che azzeri lo sconcerto e il malcontento per tutto quanto è capitato negli ultimi mesi». Il problema è che Berlusconi è prigioniero del suo stesso consenso. Legato mani e piedi. Difficile venirne fuori. Anche con un voto anticipato.

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